La lavagnetta di Eurodevotion #10: il flex screen del Maccabi

Andrea Ranieri
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Dopo la full immersion dedicata alla Coppa Italia, la lavagnetta di Eurodevotion torna nel suo habitat naturale, quello di Euroleague. Si ricomincia, dunque, ad analizzare speciali giocate degli avversari dell’Olimpia Milano. Giovedì al Forum arriva il Maccabi Tel Aviv, e noi abbiamo deciso di parlare di flex screen, un diffusissimo blocco lontano dalla palla.

Il Maccabi sta avendo una stagione sicuramente molto al di sotto delle aspettative e una sconfitta a Milano potrebbe allontanarlo in maniera prepotente dalla lotta playoff. A fronte di una difesa lontanissima da quella dello scorso anno, la qualità offensiva sarà fondamentale per scavalcare una difesa invece efficace come quella di Ettore Messina. L’uso abbastanza singolare del flex screen potrebbe rivelarsi una grossa spina nel fianco milanese. comincia la nostra analisi, con contributo video di Slappin’ Glass.

Come funziona: il flex screen del Maccabi

Il flex screen con shallow cut del Maccabi

Entriamo nel vivo di questo bellissimo set offensivo, frutto della mente di coach Ioannis Sfairopoulos. L’azione arriva dalla partita giocata in casa dell’Efes. In questo caso Scottie Wilbekin parte lontano dalla palla, per ricevere in ala un dribble hand off (un passaggio consegnato dal palleggio) di Elijah Bryant. Proprio mentre i due esterni americani stanno giocando il consegnato tra loro, dall’altro lato arriva Ante Zizic per piazzare un pick and roll laterale verso il centro del campo.

La difesa esegue un contenimento molto aggressivo, con Tibor Pleiss che addirittura finisce per raddoppiare Wilbekin. Ma è interessante quello che accade, intanto, sul lato debole. Contemporaneamente al pick and roll, Oz Blayzer, in angolo, piazza un flex screen (un blocco cieco, in questo caso orizzontale perchè parallelo alla linea di fondo) per Tyler Dorsey, che attacca il pitturato grazie a questo blocco.

Blayzer si spazia in angolo, pronto a tirare su eventuali scarichi di Wilbekin. Intanto Dorsey sa che, rimanendo lì, favorirebbe l’aiuto del suo marcatore Rodrigue Beaubois sul rollante Zizic. Quindi effettua quello che, in gergo, si chiama shallow cut, un taglio per andare sul perimetro anzichè verso il canestro. Facendo questo, toglie alla guardia francese la possibilità di aiuto e Zizic può schiacciare indisturbato sull’assist di Wilbekin.

Un set, in conclusione, abbastanza complesso, che prevede giocate che impegnino il lato debole insieme a quello forte, un tipo di situazione ovviamente non facilissima da gestire per l’attacco, ma molto faticosa, se ben eseguita, per la difesa.

Come si batte: il flex screen del Maccabi

Come sempre, è giunto il momento di capire quali potrebbero essere le contromosse efficaci di Ettore Messina per opporsi a questo interessantissimo set. Per farlo, vogliamo prendere in considerazioni due situazioni difensive che sono già proprie dell’Olimpia Milano.

La prima riguarda la difesa “fondo” sul pick and roll, nella quale chi difende sulla palla nega il blocco al palleggiatore per forzarlo verso il fondo. Posto che sul consegnato tra esterni la scelta più ovvia è cambiare, facendolo coi tempi giusti sarebbe possibile forzare subito il pick and roll verso il fondo, sfruttando l’ingombro causato in angolo dalla guardia che consegna il pallone al playmaker. Così facendo, chi marca il bloccante del flex screen potrebbe rimanere flottato in area per aiutare eventualmente sul roll.

Volendo invece applicare una difesa maggiormente aggressiva sul pick and roll, nello stile di quella che si vede nel video, a quel punto bisognerebbe trovare la contromisura per non lasciare sguarnito il pitturato per il rollante. Possibile? Sì. Come? Lo vediamo subito, attraverso la seconda soluzione.

Nel momento in cui il palleggiatore entra in area e chi ha sfruttato il flex screen esce sul perimetro, si potrebbe effettuare un cambio a tre, soluzione frequente nella difesa milanese di quest’anno. In questa maniera: l’originale difensore del rollante dovrebbe prendere l’uomo con palla; chi difende su colui che ha sfruttato il blocco cieco e sta uscendo dovrebbe fermarsi in area per accoppiarsi con il rollante; infine chi, in principio, marcava il palleggiatore potrebbe andare sul giocatore che esce dal shallow cut.

Due soluzioni, l’una più semplice, l’altra più complessa. La prima punta a non creare il problema, la seconda lo risolve quando si è già generato. Attendiamo di vedere in campo le scelte di Ettore Messina per questo importantissimo match.

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