Virtus: cosa dopo le Final 8

michelepasti

Altra eliminazione post Final Eight. Ancora una volta sconfitta da Venezia. A un anno dalla sconfitta in quel di Pesaro, un bilancio del cammino Virtus fin qui.

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Virtus e Final 8 sono due parole che probabilmente non si incontreranno mai, di sicuro non è destino neanche per quest’anno, infatti la Virtus proprio come un anno fa si ritrova a fare i conti con una eliminazione prematura ai quarti di finale. Ancora una volta dall’esterno si è potuto vedere come la squadra bianconera non sia riuscita a trovare delle reali contromisure nei confronti di un avversario decisamente più convinto della squadra di Coach Djordjevic.

Ad un anno di distanza chi ha più colpe in Virtus?

Solitamente quando si parlava di Virtus balzava all’occhio la competenza e la professionalità nel pianificare una crescita esponenziale, eppure questo sviluppo in termini di risultati ancora non si è visto. Evidenti sono stati gli errori di una squadra che neanche per un quarto è riuscita ad approcciare la gara con la corretta consapevolezza e la giusta tenacia per far credere a tutti gli appassionati di basket che la Virtus potesse passare il turno.

Ulteriore segnale di come questa Bologna, budget a parte, sia lontanissima da Milano e che i passi da fare per essere all’altezza della squadra meneghina siano ancora tanti. Dopo queste Final 8, in casa Virtus, saranno tutti chiamati a rispondere presente già dall’obiettivo successivo, l’Eurocup, dove anche il coach, soprattutto nel match di giovedì sera, non è esente da colpe. La partita del Forum non era solo una rivincita per i giocatori ma anche per il coach, che già quest’anno era stato messo in discussione, eppure anche in questa occasione l’allenatore serbo ha nettamente perso il confronto con il suo collega italiano.

Djordjevic a mio avviso è stato il peggiore all’interno di una Virtus vista in grande difficoltà nelle gare da “dentro o fuori”, l’allenatore non è riuscito a trovare una contromisura a partita in corso e non può che essere lui il primo responsabile per una squadra che si è sgretolata davanti alle difficoltà che la partita gli presentava. A questo punto della stagione con 2 obiettivi su 4 sfumati, chi ha più colpe in casa Virtus? L’allenatore che non è capace di dare un’identità difensiva prima che offensiva alla sua squadra o la società che doveva dare un cambio di rotta tempo fa? O addirittura i giocatori stessi che spesso entrano in campo con spocchiosità e superficialità?

La brutta figura dei bianconeri

La V nere oggettivamente hanno fatto davvero una brutta figura, una squadra con un budget altissimo, con giocatori di massima caratura che per il secondo anno consecutivo vengono eliminati ai quarti di finale. Una partita approcciata male e forse giocata da tutti anche peggio fin dai primi minuti. Non si salva nessuno, soprattuto il coach, davvero tanto criticato a Bologna per la preparazione della gara e per non essere riuscito in questi mesi a fare girare una squadra con potenzialità elevatissime; vero che in Europa la Virtus finora ha fatto un percorso netto però ha faticato tanto e ben più del dovuto in campionato perdendo ben 6 gare fra le mura amiche contro formazioni di livello anche decisamente inferiore.

Una Virtus che non è mai riuscita a trovare alternative sia nel lato offensivo che in quello difensivo del parquet, una gara dominata dal primo all’ ultimo minuto da parte della formazione veneziana trascinata dalle giocate di Stefano Tonut, che ha dimostrato ulteriormente di meritare la maglia azzurra e di un Michael Bramos al quale non trema mai la mano nelle gare che contano e che ha fatto capire a tutti che se non avesse fatto il giocatore di pallacanestro sarebbe stato un ottimo chirurgo.

A Bologna si respira un’ aria molto pesante dopo la sconfitta, sono tante le critiche verso la squadra che, viste anche le importanti assenze di Marco Belinelli e di Alessandro Pajola, ha approcciato malissimo la gara e di fatto ha straperso contro una Reyer che al contrario si è dimostrata sempre sul pezzo nelle gare decisive che contano per davvero.

Scelte estive a posteriori sbagliate?

Sono tante le critiche nei confronti dei nuovi acquisti estivi; Awudu Abass che rispetto al giocatore visto l’anno scorso a Brescia sembra un fantasma, Amar Alibegovic, giovane diamante che però non è poi più così giovane e che sta dimostrando di faticare a giocare a questi livelli, Josh Adams, arrivato in estate come una sorta di star dopo la nomina di giocatore “Mas Espectacular” della ACB spagnola, che però sembra un lontano parente, salvo qualche gara, del giocatore visto in Spagna la scorsa stagione.

Infine  Amedeo Tessitori che è arrivato per essere di fatto il terzo lungo, dietro a Vince Hunter e Julian Gamble ma che sta avendo un minutaggio molto curioso, partendo a volte in quintetto senza poi rivedere il campo per tutto il resto della gare.

In conclusione

Infine quasi tutte le critiche sfociano sul fatturato del coach serbo, che, a detta di molti, non sarebbe in grado di motivare i giocatori e di preparare le partita decisive in maniera adeguata. A Bologna si dice anche che se coach Djordjevic non fosse un nome così importante, molto probabilmente la sua testa sarebbe già saltata da tempo. Analizzando i fatti la Segafredo per questa stagione aveva 4 obiettivi, due dei quali, la Supercoppa e la Coppa Italia, sono già svaniti, la prima in una finale persa ma comunque combattuta contro una Olimpia decisamente più in forma, la seconda in una gara dove i bianconeri non hanno mai avuto neanche un punto di vantaggio.

La Virtus andrà avanti adesso con gli altri due obiettivi di stagione, il campionato e l’Eurocup che sarà la competizione che potrà fornire l’ingresso alla società bolognese in un’ Eurolega che a Bologna manca ormai da troppi anni. Quello che che però ormai è certo è che i rapporti fra la società e il coach serbo non sono destinati a proseguire oltre questa estate.

Foto MarcoBrondi / Ciamillo-Castoria

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