Final 8, come ci arriva l’Allianz Pallacanestro Trieste

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Una piazza storica del nostro basket torna alle Final Eight di Coppa Italia dopo un’assenza durata 19 anni: l’Allianz Trieste di Eugenio Dalmasson è l’erede diretta di quella squadra targata “Coop Nordest” che nel 2002 venne eliminata al primo turno dalla Virtus Bologna poi vincitrice dell’edizione, prima di affrontare l’incubo del fallimento alla fine della stagione 2003/2004, anno in cui la società fu rifondata ripartendo dalla B2. Il coach veneziano ha sposato la causa giuliana ormai 11 anni fa, portandola in Legadue nel 2012 e centrando la promozione in A nel 2018 battendo in finale Casale per 3-0. Dopo una stagione, la scorsa, complicata, i biancorossi quest’anno si sono presentati ai nastri di partenza con un roster talentuoso, grazie al quale si sono piazzati al settimo posto con un record di 7 vittorie e altrettante sconfitte alla fine del girone d’andata: ad attenderli c’è la finalista delle ultime due rassegne, la Happy Casa Brindisi.

Forma ed infortuni

Proprio insieme ai pugliesi, i triestini sono stati gli unici in grado di battere l’Olimpia Milano in questa stagione, espugnando il Forum con il risultato di 100-81, grazie anche ad un’ottima prestazione di un Andrejs Grazulis in continua ascesa: la sfortuna però, dopo i problemi legati al Covid di inizio stagione, si è abbattuta nuovamente sull’Allianz, dato che il lettone è stato fermato da un problema all’inguine che probabilmente lo terrà fuori dal weekend lungo dedicato alle coppe. Nonostante questo però l’organico rimane di ottimo livello, come testimoniano i numeri: Trieste è terza per assist (18.9), quarta per rimbalzi (38.1), quinta per percentuale da due (53.6%) e terza da oltre l’arco (37.7%), oltre ad avere una più che discreta difesa sul perimetro, come evidenziato dal 32.4% da 3 concesso agli avversari. Rimangono dei difetti principali su cui lavorare fra cui le quasi 14 palle perse, ma soprattutto la scarsa precisione ai liberi, che vengono convertiti solo nel 66.5% dei casi, che fanno di Trieste l’ultima in classifica per quanto riguarda le realizzazioni a gioco fermo. Il momento di forma è in ogni caso buono, tanto che il settimo posto è ancora saldo e le possibilità di approdare ai Playoff rimangono intatte

I protagonisti

Alla quarta stagione in Friuli Venezia Giulia Juan Fernandez sembra essere arrivato davvero all’apice del suo potenziale: il “Lobito”, grande protagonista della vittoria sull’Armani Exchange con 24 punti, si sta confermando come punto di riferimento dei suoi compagni grazie ai suoi 10.2 punti e 5.4 assist a partita che lo rendono il settimo passatore assoluto del campionato. Benissimo per stanno facendo anche Davide Alviti e Milton Doyle: il primo, oltre ad essere uno dei migliori difensori sulla palla in circolazione sta contribuendo alla causa con 11.3 punti a gara con un eccellente 49.3% dalla lunga distanza, mente il rookie americano è il miglior realizzatore dei suoi con 13.2 punti ad allacciata di scarpe con quasi il 39% da 3 su ben otto tentativi a sera. Grazulis prima dell’infortunio stava dimostrando di aver superato brillantemente il salto di categoria dalla A2, mentre Henry è un talento purissimo che può essere decisivo su gara secca. Senza dimenticarci Marcos Delìa, che ha dimostrato di trovarsi a proprio agio nel gioco a due con il connazionale Fernandez e Devonte Upson, che nonostante i soli 6.5 punti messi a segno è il migliore dei suoi per plus-minus (+4.5). Ultimo ma non ultimo il blocco italiano composto da Tommy Laquintana, playmaker di riserva affidabilissimo, Andrea Coronica e Daniele Cavaliero, due triestini doc, che rappresentano al meglio lo spirito della città e di cui Dalmasson non può e non vuole fare a meno.

La sfida

Il quarto di finale fra Allianz Trieste e Happy Casa Brindisi è probabilmente quello più spettacolare e dall’esito più incerto: entrambe le squadre hanno parecchi punti nelle mani e giocano un basket fatto di transizione e giocate individuali. Nell’unico precedente stagionale disputato il 25 ottobre 2020 fu Brindisi ad imporsi per 79-76 all’Allianz Dome grazie ai 18 punti di D’Angelo Harrison: alle Final Eight però il ragazzo di Anchorage non ci sarà, ed insieme a lui l’altro assente illustre per i pugliesi sarà Derek Willis. Trieste, nonostante l’assenza di Grazulis, può davvero tentare il colpaccio, potendo disporre di una rotazione inevitabilmente più lunga a cui potrebbe aggiungersi il veterano di ritorno Hrvoje Peric. La chiave per i giuliani sarà quella di limitare l’estrema fisicità di Thompson, Bell e Perkins, che hanno preso in mano le chiavi in questo periodo. Molto dipenderà inoltre dall’impatto di Henry sulla partita: se gira lui, allora Trieste ha davvero la possibilità di compiere l’upset.

Immagine di copertina: triesteprima.it

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