2 gennaio 2020, con i 14 punti segnati al Fenerbahçe Vassilis Spanoulis (o se preferite Kill Bill, mVp, V-Span) già miglior assistman, vincitore di tre titoli e di una serie infinita di riconoscimenti individuali, diventa anche il top scorer all time dell’Eurolega.
Ma mai come in questo caso le cifre, seppur notevoli, non dicono tutto. Chi non ricorda una sua tripla decisiva con il classico spostamento in aria? Quante volte lo abbiamo visto spezzare il raddoppio per concludere in lay up o con un assist?
Difficile fare memoria , ma come non pensare alla finale 2012 contro il CSKA con i greci sotto di 14 che ricuciono fino alla penetrazione ed assist di Spanoulis per il canestro decisivo di Printezis? Oppure a quella di Londra 2013, contro la Casa Blanca vincitrice designata, in vantaggio di 17 alla fine del primo quarto e con il greco assente dal campo. Vassilis chiuderà con 22 punti (tripla da nove metri per il sigillo definitivo) e titolo di MVP.
Ecco perché le statistiche non sono sufficienti per descrivere un vincente vero dotato di una leadership e di una forza mentale con pochi eguali.
Il rispetto e l’ammirazione sono universali, poiché neanche il fragoroso passaggio dal Pana ai rivali dell’Oly o la poco felice parentesi NBA ( spesso dirimente per stabilire la grandezza assoluta ) ne ha intaccato lo status.
Parco di sorrisi, ma quelli che dispensa sono quasi fanciulleschi, e di parole, anche se quel «nel basket e nella vita bisogna rischiare altrimenti non avrai mai successo, anche dopo 10 errori l’undicesimo tiro va preso lo stesso» ricorda molto il murales di Jordaniana memoria e dice parecchio sul personaggio e sui concetti di fiducia e rispetto. O più semplicemente di Devotion, termine a noi caro.
«Nel basket e nella vita bisogna rischiare altrimenti non avrai mai successo, anche dopo 10 errori l’undicesimo tiro va preso lo stesso»
Diverso da molti suoi colleghi che siano nobili Zar o eleganti principi spagnoli (fece il muratore a tempo perso negli anni giovanili), a non conoscerlo sembra uno zio capitato lì per caso, almeno finché non si allaccia le scarpe.
Per Vassilis, re con i crismi dell’antidivo, quella in corso è la quindicesima stagione. L’anagrafe dice trentotto e gli infortuni chiedono sempre più spesso il loro tributo. Ma non fidatevi perché prima del passo d’addio Kill Bill stupirà ancora e con il suo Oly seppur lontano dai fasti del passato ci sarà da fare sempre i conti.
Intanto non può che essere lui l’immagine dell’Eurolega, magari insieme alla leggenda Diamantidis con cui, per un incrocio astrale o benevolenza divina, gioco’ insieme tanti anni fa regalandoci qualcosa di irripetibile. E a pensarci bene anche il diamante era greco. Coincidenze? Niente affatto perché se arrivi da quelle parti il passaggio dalla storia al mito è normale.