Fener-Zenit (round 24): gioia per gli occhi, vittoria per De Colo & co.

Fener-Zenit a fine stagione finirà sicuramente tra le partite più belle della Turkish Airlines Euroleague 20/21. La vince il Fener grazie al duo De Colo-Guduric

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Fener-Zenit a fine stagione finirà sicuramente tra le partite più belle della Turkish Airlines Euroleague 20/21. Dato ancor più oggettivo è l’equilibrio che regna tra le due squadre, con lo scarto che nel primo tempo supera i 3 punti solo all’inizio. Vince il Fener 92-84, grazie ai suoi tre tenori, ma si tratta comunque di una sfida tra due squadre di alto livello.

Analizziamo il match Fener-Zenit nei 5 punti di Eurodevotion

De Colo vs. Thomas

La sfida nella sfida di Fener-Zenit è sicuramente quella tra il play-guardia francese e l’ala americana. De Colo porta a casa 24 punti, 7 assist e 28 di valutazione, ma aldilà del dato statistico, è risultato in più occasioni ispiratissimo. Dall’alley-oop per Vesely, scelta come miglior giocata della partita e lanci lunghi, schiacciati o no look per gli avversari, per poi chiudere la partita in panchina per falli.

Anche Will Thomas è decisamente in serata, infila 3 delle 8 triple segnate dallo Zenit nel primo tempo. Marca da qualsiasi posizione del campo e tira giù 6 rimbalzi dei 27 totali. Entrambi i giocatori sono l’esatto opposto del concetto di costanza. Entrambi, più volte leader delle due squadre durante la stagione, sono stati ben supportati dallo “starring cast” Guduric e K.C. Rivers, ma l’ultimo non a sufficienza, per portare a casa Fener-Zenit.

Fener-Zenit: chi c’è e chi manca

La sfida bellissima che è stata, poteva avere degli assenti, che in realtà da presenti, l’han giocata da protagonisti. Barthel, Guduric e Pierre, tutti e 3 per diversi motivi, erano fortemente in dubbio prima della partita. Tutti recuperati e chi più chi meno, decisivi per la vittoria.

Più volte abbiamo descritto il Fener post Guduric come una orchestra, un coro dove a dirigere è la guardia serba, con una leadership e una consapevolezza nei suoi mezzi mai visti prima. Con tutta (o quasi) l’orchestra a suonare la sinfonia, la nona di Beethoven che riporta i gialloblù nella 6a posizione, mai raggiunta dal terremoto Obradovic.

Fener-Zenit ha anche delle note stonate. Due lunghi sono arrivati a dare man forte a Vesely e Gudaitis. Entrambi rimangono dei grandi punti di domanda. O’Quinn sta lentamente provando ad adattarsi al basket europeo, con scarsi risultati. Tarik Black è desaparecido, lui come uno dei nostri giocatori preferiti, Alex Poythress, di cui è ancora da scoprire la data del rientro.

K.C. Rivers: anello di congiunzione per Pascual

Un breve elogio se lo merita sicuramente anche lui. Tra Pangos che fa alti e bassi, Ponitka e Thomas come veri leader aggiunti della squadra, Poythress e Gudaitis come coppia lunghi di alti livelli, K.C. Rivers. L’anello di congiunzione che permette a Pascual di saldare la squadra. Altro giocatore rispetto a quello dello Zalgiris, in Fener-Zenit mette in mostra tutte le sue doti migliori. Lo Zenit è ormai noto alle avversarie come squadra difensiva. Lui da molte noie a Guduric e Ulanovas, prendendosi due sfondamenti. Oltre ciò in attacco mette a segno 4 triple delle 7 tentate. Quello che in NBA definirebbero 3&D player, ma così in palla non si era mai visto.

Fener-Zenit: i dati che raccontano lo scarto

Anche le statistiche parlano di un Fener-Zenit in equilibrio. Vero dato differente quello dell’efficacia da 3. Lo Zenit parte forte con un 8/9, ma nel secondo tempo va in apnea di canestri, per riprendersi nell’ultimo periodo. Il Fener gioca molto più dentro l’area, ma il 10/18 dice molto, visto che i russi tengono sempre gli avversari sotto il 35%.

Altro dato che stona dal solito sono i 92 punti subiti. Nelle vittorie lo Zenit non ha mai subito più di 75 punti e Kokoskov ha quindi fatto breccia nell area Zenit. D’altra parte nelle ultime 6 partite il Fener ha tenuto una media impressionante di 93 punti segnati, a dimostrare lo stato di forma della squadra, fatta di tanti protagonisti diversi.

Zenit: chilometri e parziale crisi

Settimana scorsa vi abbiamo raccontato quanto fosse duro il mese che lo Zenit sta affrontando, per separarlo da un’anonima metà classifica, a un posto tra le grandi. Un mese fatto di 21900 chilometri, ma che ha già visto 3 stop in fila, quindi una mini crisi aperta. Non crisi di gioco vista l’identità ben definita data da Xavi Pascual, ma sembra quasi che dall’inizio dell’assenza di Poythress, la squadra non sia più la stessa.

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Riccardo Corsolini

Appassionato di Sport in generale, nato e cresciuto con la pallacanestro in testa e nelle mani. Scrivo della mia squadra e di Eurolega su Eurodevotion, tentando di prendere il ferro.
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