Mike James, chi sta mentendo? Un caso spinoso e molto spiacevole

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Mike James, sempre lui. Ed ancora una volta non per le straordinarie prove sul campo.

Le vetrate di Oaka, la panchina del PalaDesio ed ora gli spogliatoi della Megasport Arena di Mosca. Il talentissimo di Portland è così, con buona pace di chi lo ammira come giocatore e di chi è arrivato perfino a discuterne il valore a causa dell’incapacità di uscire dalle frustrazioni dell’odio, che diventano elevatissime quando legate a questioni di tifo. Perchè tifare è amare incondizionatamente e lo è ancor di più quando ci si sente traditi. E’ sempre amore, ma si traveste da odio.

Il giocatore divide e dividerà sempre. Non avesse questi limiti caratteriali forse staremmo parlando di uno dei più grandi visto da queste parti, ma non sarà così.

«E’ una bestia, fa cose che nemmeno immagini. Se vuoi fermarlo, anche in allenamento, devi dare il 200% sempre, perchè da un momento all’altro ti può fare a pezzi». Parole di un suo (ex) compagno, dal campo arrivano spesso le verità più crude.

«La gente pensa che quando tira da nove metri sia solo una forzatura… Ogni tanto lo è, ma lui quei tiri li allena, con costanza, ci crede». Un altro parere che abbiamo avuto la fortuna di raccogliere.

«Milano senza di lui meno forte? Non credo proprio…» Altra opinione di un’avversario della Milano di qualche anno fa, in occasione di una gara in cui MJ era assente.

Il giocatore divide, appunto. ma soprattutto ha una sfera mentale complicatissima, da vivere così come da comprendere.

C’è un’immagine che ci resterà a lungo stampata in mente. Tripla capolavoro con fallo e conseguente gioco da 4 punti che vince sulla sirena la gara di qualche settimana fa contro il Real Madrid. Mike cade nell’angolo, dopo aver segnato, vicinissimo alla panchina dei “blancos” che lo fissano come fosse un extraterrestre.

Lui ha questo sguardo a metà tra il perso e l’assente, come se non realizzasse l’accaduto. I compagni gli porgono il braccio per alzarlo, lui cammina verso la lunetta, arriva Shengelia, sì, proprio Toko, l’uomo tirato in ballo in questi giorni. Gli mette la sua manona sulla testa, come fanno i papà spesso coi bambini. C’è protezione, c’è affetto, c’è sport vero in quel gesto. E c’è l’espressione di chi ti vuol dire «dai Mike, hai fatto un capolavoro, esulta, salta, corri, urla, insomma goditela!». E lui niente, in una sorta di bolla di impassibilità esterna. Esterna sì, perchè l’impressione è che vi sia un turbinìo di emozioni interne che lo travolge, nella totale incapacità di esprimerle.

Ecco, probabilmente alla base dei limiti dell’uomo e del giocatore c’è questa incapacità di manifestare le emozioni, che si traduce in un senso di sfida che resta violentemente recluso. E Twitter, il social più immediato e non necessariamente d’immagine come altri, è forse il terreno migliore per provare a fare ciò che non si riesce a fare nel contesto delle relazioni e dei comportamenti pubblici. Ed allora capita che si esageri, esponendo la parte più debole di se stessi al giudizio di tutti. Quei giudizi, lo sappiamo, sono spesso feroci e soltanto di pancia.

Mike James è stato sospeso dal Cska per un “incidente” avvenuto dopo la gara col Fenerbahçe. Teatro dell’accaduto? Probabilmente lo spogliatoio moscovita. Che tipo di incidente e con chi? Non lo sappiamo, il Cska ad oggi non si pronuncia, forse non lo farà mai entrando nei dettagli.

Il legame col permesso, negato o meno, di recarsi negli USA al funerale del nonno, la persona che lo ha cresciuto? Debolissimo, anche perchè nessuno sa se quel permesso è stato realmente negato o meno. Sono solo supposizioni. Mettiamola così, per quel poco che sappiamo non ci risulta.

Una brutta gara, una sconfitta durissima dopo quella della settimana precedente col Barça, boccone amaro da digerire. Il peggior James della stagione? Sì. Non stava ancora bene dopo il colpo alla gamba? Possibile, anche probabile. Non è una giustificazione.

Secondo alcuni organi di informazione l’incidente sarebbe stato uno scontro fisico con Toko Shengelia. Ecco, organi di informazione… ma questa sarebbe informazione? Il problema c’è stato, lo dice ufficialmente il Cska ed è stato gravissimo, tanto che lo stesso club si riserva di decidere sul futuro del rapporto col giocatore.

Il quale si infuria con il media greco (Eurohoops) che riporta le voci provenienti dalla Russia sul presunto scontro col compagno georgiano. Uno scambio di Tweet dal tenore non proprio amichevole, con perfino un appuntamento futuro in Grecia… Niente di edificante, non ne sentivamo la necessità.

Il fatto esiste, è successo. Un media ne riporta dettagli sconosciuti a tutti. Il giocatore responsabile dell’accaduto (MJ) nega tassativamente, il suo compagno coinvolto (Shengelia) si trova a dover intervenire per dire che non è mai successa una cosa del genere. Il media di cui sopra riporta la reazione di quest’ultimo. Poi il silenzio.

Il tweet di Toko ci sembra assai chiaro nei confronti di Eurohoops: «Disporre di una piattaforma media non significa poter dire qualunque cosa e riportare fatti che presumete siano accaduti… Un consiglio amichevole, controllate le vostre storie, prima di pubblicare nomi e toccare la reputazione altrui… Mancare di rispetto a qualcuno non è mai stata una mia scelta, ma deve essere una strada a due direzioni».

Ora, la cosa sembra semplicissima. O mente il media, oppure mentono Mike James e Toko Shengelia. In entrambi i casi un disastro. Ma è pensabile che sia l’americano che il georgiano del Cska stiano smentendo un fatto che si dimostrerà realmente accaduto? Noi facciamo fatica a crederlo, ma attendiamo. Senza sparare nel mucchio.

A breve una decisione del club che non vediamo come possa essere positiva per il giocatore, visto il tenore dei comunicati precedenti. Veramente difficile pensare a come si possa andare avanti insieme, ancor più immaginare qualsiasi scenario di fronte ad una situazione che è e resta interna, nonostante le speculazioni. Il Cska è un grandissimo club, sceglierà e lo farà per il meglio.

“At the end of the day”, come dicono di là, una grande tristezza. Di fronte ad una menzogna, di qualsiasi provenienza sia, e di fronte ad un immenso talento che lontano dai guai non riesce evidentemente proprio a starci.

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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