Derrick Williams: Obradovic e Lebron sono gli unici che sanno tutto del gioco

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Derrick Williams, ala del Valencia, in una lunga intervista con www.es.nba.com è tornato sulla sua esperienza al Fenerbahçe sotto la guida di Zeljko Obradovic, che ha associato a Lebron James in un paragone assai lusinghiero.

Sugli anni ad Arizona…

«Pensavo di rimanere 4 anni, mai immaginando di salire così in alto nel ranking dei prospetti. Non pensavo certo di lasciare l’università per la NBA così presto».

6 squadre in 5 anni, poi l’Europa. Monaco, Istanbul ed ora Valencia…

«Dopo due o tre allenamenti mi sono fatto male al polpaccio ed ho perso tutta la preseason, fondamentale per integrarsi e conoscere compagni e sistema».

«Dovevo riprendere fiducia. Il basket è un gioco di fiducia in cui mettere i tuoi tiri ed approfittare delle occasioni per fermare gli avversari».

Sui compagni di squadra…

«Bojan (Dubljevic) è qui da nove anni. E’ nato un gran rapporto: quando abbiamo una giornata no ci supportiamo. Mi ha aiutato con tutto, in campo e fuori».

«Sam (Van Rossom) è stato grande, così come Martin (Hermannsson), il quale mi ha sempre detto di aver pazienza e che avrei dimostrato il mio valore».

Sulla vita a Valencia…

«E’ una città straordinaria per vivere. La gente, il cibo ed il basket sono eccellenti. Mi erano piaciute anche Monaco ed Istanbul, ma sono californiano e questa è la città più simile alle mie origini».

Sulle infrastrutture “taronja” e l’Alqueria del Basket, gioiello unico…

«E’ la miglior installazione cestistica d’Europa. Il personale è notevole. la nuova arena da 16000 posti chiuderà il cerchio. E’ una cosa a cui tanti giocatori stanno guardando».

«Arriveranno sempre più giocatori importanti. L’obiettivo è fare una bella stagione ma si guarda al futuro».

«E’ una struttura unica, dove tantissimi giovani cresceranno creando la cultura di una vera città del basket. Anche in USA è così, si tende ad investire nei centri di allenamento per pemettere ai giocatori di passarci tanto tempo e di migliorare, ma in Europa non è così».

«L’Alqueria del Basket è la miglior struttura cestistica d’Europa. Tanti giocatori importanti arriveranno a Valencia»

Sui tanti cambi di squadra…

«Mi piace sperimentare nuovi luoghi e nuove culture, ma sto cercando anche un posto che diventi la mia seconda casa. per questo ho firmato un 1+1».

«Non tutti sono Luka Doncic, che può dominare a 21 anni in NBA. Ci vuole tempo per far crescere i giocatori umanamente e professionalmente».

Sulla pressione all’arrivo in NBA…

«A 19 anni la senti. Non tutti sono Doncic che può dominare a 21 anni. Altri, come me, hanno bisogno di tempo, di un ambiente giusto, di un allenatore che ti faccia crescere come uomo e come giocatore. La seconda scelta inizialmente ti pesa, poi pensi solo a giocare. Ogni anno ne scelgono 60 ed in quell’anno sono stato il secondo».

«Mi chiedono come possa una seconda scelta assoluta non giocare in NBA ed io rispondo che se non giochi in NBA non vuol dire avere una brutta carriera. Ho avuto una lunga esperienza di alti e bassi professionali, pochi possono dirlo come me. E’ la vita, è così».

Sulle parole di Draymond Green riguardo il draft ed i risultati seguenti…

«Sono felice che uno come lui, coi suoi risultati, abbia detto che si pensa che quando un giovane non esplode “è sempre colpa del giovane, mai della franchigia”. L’avessi detto io mi avrebbero dato torto. Serve dare tempo per crescere, ci sono “rookie” di 20 anni ed altri di 24-25. Ne ho parlato anche con Lebron ai tempi dei Cavs».

Su Jan Vesely, scelto nello stesso Draft, con poco successo in NBA e poi compagno al Fener…

«Situazione ingiusta con lui, era in un ambiente totalmente diverso, dall’Europa a Washington».

Su Zeljko Obradovic

«Eccellente allenatore, sa tutto del gioco. Probabilmente è la persona più intelligente che io abbia mai conosciuto. Ci sono solo due persone ad un tale livello di conoscenza del gioco: Lebron e lui. Conoscono tutto degli avversari e dei propri compagni. Avere un allenatore così ti spinge a dare il massimo sempre, lavorare sempre più duro. E di questo gliene do merito».

«Obradovic è probabilmente la persona più intelligente che io abbia mai conosciuto. Il suo amore per il gioco supera quello di chiunque altro».

«Il suo amore per il gioco supera quello di chiunque altro. Ti piaccia o meno, ti porta a giocare nel modo corretto. Perciò lo rispetto molto».

Su Lebron…

«Sa veramente tutto. Un giorno stava difendendo su un giocatore che ricevette indicazioni dal suo play senza capire. Lui gli disse “ragazzo, vai di là, ci sarà un taglio”. Lui ed Obradovic sono due grandi menti del basket perchè curano i dettagli».

«Lebron ed Obradovic sono le due persone con la più alta conoscenza del gioco. Sono menti eccellenti perchè curano i dettagli»

Su Phil Jackson

«Nella “free agency” del 2015 la scelta di firmare coi Knicks fu dovuta a lui. Se ti chiama uno come il “maestro Zen”…».

«E’ stato come quando mi ha chiamato Obradovic per andare al Fener».

Su un futuro NBA…

«E’ sempre il mio sogno, sin da bambino. ma la mia squadra è Valencia oggi e magari l’Europa è il posto dove rimarrò».

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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