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Efes-Alba: i turchi cambiano faccia nella ripresa e liquidano i tedeschi nel round 19 di Eurolega

Efes Alba | Eurodevotion
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Efes-Alba è partita che racconta i due volti di un’Efes che sonnecchia per 20 minuti, per poi cambiare faccia nella ripresa e prendere il largo per il 84-76 ai danni dell’Alba Berlino nel round 19 di Turkish Airlines Euroleague.

I tedeschi sfoderano un’ottima prestazione nei primi venti minuti di gioco, nei quali scappano anche sulla doppia cifra di vantaggio. Tuttavia, le assenze di Luke Sikma, Niels Giffey e Markus Eriksson sono troppo importanti per poter respingere l’assalto di un’Efes dominante sui due lati del campo nel secondo tempo.

Per i ragazzi di Ergin Ataman, invece, un successo utile a dare continuità al largo colpo esterno in casa dell’Asvel di settimana scorsa.

Analizziamo quindi il match tra Efes e Alba nei consueti 5 punti di analisi di Eurodevotion

Shane Larkin vs Alba

E’ l’unico giocatore a trovare il canestro dal campo nei primi 7’20” di partita per la squadra di Ergin Ataman. In questo lasso di tempo, l’Efes mette insieme un misero 0/4 nel tiro da due e un 2/9 da tre. Coincidono con le sue due triple, che costituiscono la quasi totalità degli 8 punti a tabellone per i padroni di casa.

L’Alba ne approfitta parzialmente per prendere il comando delle operazioni anche sul 3-10. Poi è sempre il numero zero a sbloccare i compagni di squadra con l’assist per Adrien Moerman. L’ala grande francese si alza dalla panchina e infila la tripla dall’angolo che suona idealmente come un goal. Impatto immediato per la causa, come sempre.

Da qui l’Efes migliorerà le sue percentuali, trovando un minimo di ritmo. 2/4 da due e 2/4 dal perimetro che consentono di chiudere in parità sul 18-18 al 10′. In un primo quarto anche da 6 assist e 2 sole perse.

Efes-Alba: 7-0

I tedeschi non fanno una piega ed escono dai blocchi nel migliore dei modi a inizio secondo quarto. Difensivamente, la chiave è l’aiuto profondo del lungo sul portatore di palla, cui segue immediatamente il blitz del suo marcatore. Non a caso, quella che è la squadra che forza il maggior numero di palle perse nel torneo (15.4) recupera palloni importanti per volare a canestro in contropiede e trovare punti facili. Sono 7 le palle perse dall’Efes all’intervallo.

Aiuto del lungo che è comunque efficace anche per inibire l’uscita dai blocchi di tiratori come Beaubois e Micic, oscurando la linea di passaggio. L’1/4 del francese e lo 0/3 del serbo contribuiscono a spiegare le difficoltà offensive di una squadra che, a onor del vero, fallisce anche diverse conclusioni aperte.

E’ sempre Larkin a rompere la prima linea difensiva avversaria per poi smarcare a piacimento i propri compagni, ma il 5/18 complessivo dai 6,75 sono una spada di Damocle non indifferente.

Tuttavia, grande meriti restano da riconoscere a un’Alba che fa fronte alle pesanti e perduranti assenti con una pallacanestro priva di egoismi. I berlinesi, a tratti, incantano nell’esecuzione tecnica del passaggio schiacciato a terra per il taglio backdoor. Così arriva il 7-0 che li riporta davanti al 14′, sul 24-30. Vantaggio che raggiungerà anche i 12 punti dopo una tripla di Malte Delow al 18′ (30-42)

Il protagonista principale, però, è Jayson Granger. Ovvero il nostro prossimo punto di analisi.

Jayson Granger on fire

La più classica delle buone prestazioni dell’ex. Di casa a Istanbul tra il 2015 e il 2017, l’esperto playmaker si scalda nella seconda frazione e si prende sulle spalle una squadra priva di diversi elementi chiave.

Letteralmente inarrestabile, affetta in tutti i modi la difesa turca: penetrazione di mano destra, arresto e tiro dal mid-range, step-back per la tripla. Non fa differenza. Chiude all’intervallo con 14 punti (4/4 da 2, 2/4 da 3), 3 rimbalzi, 1 recupero e 14 di PIR. 12 solamente nei secondi 10 minuti di gioco.

Nella ripresa, la musica cambia e anche lui deve cedere il passo a una squadra più forte e che viaggia a un altro passo. Anche se qualche lampo di classe ce lo regala comunque, con Ben Lammers interlocutore più gradito.

Alla fine il tabellino personale reciterà 17 punti, 4 rimbalzi, 4 assist, 1 recupero e 18 di PIR. A conferma del miglior momento di forma della sua stagione. Ciclo di partite che racconta anche il season-high da 21 punti (con 6 assist) vs Baskonia e il career-high da 11 assist (con 13 punti) vs Maccabi.

Piccola curiosità: quegli 11 assist pareggiano una prestazione realizzata, proprio contro l’Efes, nell’aprile 2018 con la maglia del Baskonia.

Efes: tutta un’altra intensità nella ripresa

L’Efes che rientra dagli spogliatoi è il parente alla lontana di quello passivo, quasi svogliato del primo tempo. E la partita cambia.

Tutta un’altra intensità, un desiderio diverso di non farsi battere individualmente dal palleggio. Altri tempi di aiuto. Adesso qualsiasi iniziativa diventa tremendamente complicata per un’Alba soffocata nella sua metà campo offensiva. Ci sono sempre 2-3 corpi tra l’attaccante e il canestro.

Gli ospiti si trovano senza soluzioni, in un terzo quarto da soli 9 punti all’attivo. Le brutte notizie non finiscono qui. L’Efes ritrova la mira dall’arco e fa capolino il vero Vasilije Micic, che con due bombe consecutive crea definitivamente la frattura. 4/7 da tre per i turchi tra il 20′ e il 30′.

Come se non bastasse, i ragazzi di Coach Ataman trovano anche una maggiore profondità dal pick and roll, con un Bryant Dunston incontenibile come rollante verso il ferro. Ne consegue una frazione da 26-9 che spacca le gambe ai tedeschi e consente all’Efes di approcciare gli ultimi 10 minuti di gioco sopra di 9 (62-53).

L’ultima frazione è utile giusto a rendere ancora più ampio il divario tecnico, aldilà del punteggio finale, tra una squadra che ha cominciato a fare sul serio e un’altra che finisce per pagare pegno alle troppe assenze di peso.

La maledizione continua

Niente da fare. Non c’è modo di espugnare la Sinan Erdem Sports Hall per l’Alba, in questo secolo. Oppure, comunque, il parquet che ospita le gare interne dell’Efes in generale.

Dal 2000 in avanti, abbiamo assistito a 11 vittorie della squadra turca su 12 incroci. Compresa la vittoria di questa sera. L’unico successo per l’Alba resta quello del 04/02/2004.

77-61 casalingo nel match valido per il round 12 del Gruppo C. Una serata in cui i 14 punti di Marko Pesic, ora dirigente dei rivali nazionali del Bayern, contribuirono a mandare al tappeto i turchi. Una squadra guidata dal talento stordente di un giovane Trajan Langdon in campo, fresco di trasferimento dalla Benetton Treviso con finale persa al Palau Sant Jordi. Da Oktay Mahmuti in panchina.

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