Olimpia-Baskonia: Vitoria gioca con intelligenza e Milano spreca un’altra chance

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Dopo le partite con Stella Rossa e Panathinaikos, Olimpia-Baskonia è un’altra occasione sprecata per gli uomini di Ettore Messina, battuti per 79-84 dai Baschi, in vantaggio per tutta la partita. Tre stop interni inattesi per una squadra che sta comunque facendo bene (9-6), ma rischia di pagare passi falsi inopinati sul proprio campo. Intanto, nei consueti cinque punti proviamo ad analizzare il match del Forum.

  • DIFESA CHE VA E VIENE, PROBLEMA DI ATTITUDINE? Ad accomunare Olimpia-Baskonia con i due tonfi casalinghi ricordati sopra è sicuramente una chiara incostanza difensiva nel corso della gara. Anche questa sera Milano fa le cose migliori quando cerca di imporsi, con pressione sulla palla e sulle linee di passaggio, mandando in crisi la confusionaria regia di Pierria Henry e Luca Vildoza. Nel momento in cui tutto questo viene a mancare, Baskonia sfrutta la propria stazza per appoggiare la palla internamente, trovando così conclusioni ad altissima percentuale tanto dal pitturato quanto dal perimetro. E se questo problema, atavico ormai in questo genere di partite, fosse una questione di attitudine mentale e concentrazione?
  • L’INTELLIGENZA DI BASKONIA. Il piano di Dusko Ivanovic per questo match è ben chiaro: Tonye Jekiri contro Kaleb Tarczewski e Youssoupha Fall contro Kyle Hines. Il primo punisce le difese di contenimento e di show del pari-ruolo sfruttando alla perfezione il mid-range, dove mette in mostra una mano educatissima. Il secondo lavora bene per sfruttare la propria lunghezza nei pressi del ferro, difendendo la posizione dietro contro gli anticipi di Milano, sia in situazioni statiche che successivamente a un roll dopo aver bloccato. Vitoria, con pazienza, cerca questi riferimenti. Il meccanismo di palla dentro-palla fuori si rivelerà vincente.
  • OLIMPIA: MANCA UNA VERA DIMENSIONE INTERNA. Olimpia-Baskonia è vinta dagli spagnoli grazie a quella dimensione interna che manca quasi completamente all’Olimpia. Sia Tarczewski che Kyle Hines non hanno le caratteristiche di giocatori che possano avere tanti possessi in post-up. Qualcosa da questo punto di vista fa Zach Leday, ma in Eurolega è più difficile rispetto all’Italia. Esiste poi una tendenza a servire poco esterni come Shavon Shields e Luigi Datome spalle a canestro. Tuttavia, in questo sport è difficile creare tiri buoni avendo una dimensione sola. Probabilmente la ricerca di un altro lungo dovrebbe diventare realmente prioritaria.
  • L’ENERGIA DI PIERRIA HENRY E ZORAN DRAGIC. Quell’energia che è mancata ai padroni di casa è stata decisamente messa in campo da due degli interpreti baschi, Pierria Henry e Zoran Dragic. L’americano fa molta confusione quando c’è forte pressione difensiva, ma si rivela un enigma quando decide di attaccare dal palleggio. Forse qualcuno dovrebbe fargli presente che è meglio come attaccante che come ragionatore. Lo sloveno, ex della partita mai apprezzato dall’ambiente meneghino, lavora senza palla e corre il campo, rivelandosi decisivo anche in difesa. Mentalità aggressiva che la stessa Olimpia dovrebbe avere sempre.
  • LA ZONA 3-2 PUÒ AVERE UN FUTURO? La rimonta locale che stava per ribaltare Olimpia-Baskonia in maniera rocambolesca ha come protagonista assoluta la zona 3-2 di Ettore Messina, che riesce a rompere il ritmo dell’attacco basco, negando la palla dentro con costanza. Arriva comunque contro questo genere di difesa il canestro della staffa segnato al ferro da Henry. La domanda sorge spontanea: questo tipo di difesa può avere un futuro nella campagna europea di Milano?
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