Mercato, l’infortunio di Randolph vuol dire emergenza Real Madrid

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Le immagini dal Pireo lasciavano poche speranze sin da subito. la dinamica stessa dell’infortunio ha fatto immediatamente pensare al peggio, ovvero al tendine d’Achille. E così è stato.

Anthony Randolph ha subito la rottura completa proprio di quel tendine d’Achille e la sua stagione è finita. Verrà sottoposto ad intervento chirurgico nei prossimi giorni.

I compagni di squadra hanno realizzato immediatamente la gravità dell’accaduto, con tweet di supporto al compagno che non facevano pensare a nulla di leggero.

Il Real ha comunicato ufficialmente nella mattinata di ieri.

Gli stessi avversari dell’Olympiacos hanno espresso vicinanza al campione americano.

La situazione di mercato del Real, che già faceva discutere molto intorno alla necessità di un centro di ruolo da affiancare a Tavares, spettacolare nelle ultime gare ma comunque unico interprete interno per Laso, subisce un’improvvisa accelerazione.

E’ vero che nel ruolo di Randolph si possono utilizzare Gabriel Deck, già una certezza e sul quale sembrano essersi silenziate le voci di un immediato approdo NBA, nonché Usman Garuba, ultimamente in leggera difficoltà, e Trey Thompkins, notevole nella serie positiva dei “blancos”, ma è proprio il legame col ruolo di Tavares che obbliga ad un intervento sul mercato. Inoltre ci sarebbe Felipe Reyes, il campionissimo però a avanti con l’età, che al momento ha giocato solo 1 gara di Eurolega per un totale di 2’26”.

Sia Garuba che Thompkins sono stai utilizzati in quintetti particolari nei momenti di riposo di Tavares, che nelle ultime quattro uscite è stato in campo rispettivamente 30’09”, 24’30”, 40’48” e 34’24”. Non saremmo per nulla stupiti se l’eventuale addizione al roster arrivasse proprio nel ruolo di centro, liberando quindi i suddetti giocatori dai compiti di “vice-capoverdiano”.

Non è da dimenticare come il roster madrileno presenti anche i nomi di Boris Tisma (2002) e di Tristan Vukcevic (2003), a tutti gli effetti nel gruppo di Laso. Probabile, per nulla strano, che un Coach come Laso, maestro nell’inserimento dei giovanissimi nei suoi anni madrileni, li butti nella mischia progressivamente soprattutto in Liga Endesa, mentre pare più complicata l’operazione in un torneo come l’Eurolega.

Ed a proposito del Coach, ecco un’altra sfida tremenda. Dopo aver gestito alla perfezione una situazione difficilissima come quella di Campazzo, perso a metà novembre, ora si ritrova senza un altro dei suoi “big” e con un sistema tecnico da rivedere, poiché il ruolo di equilibratore difensivo ed offensivo di Randolph è tanta, tanta roba da sostituire.

Come dice lo stesso Laso, «non si possono sostituire i giocatori, ma deve rimanere la squadra». Buon lavoro, Coach, hai davanti un’altra sfida che solo quelli come te sanno affrontare.

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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