La difesa del Maccabi confeziona il colpo a Barcellona

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Un record di 5/9, tante sconfitte nei possessi finali, un rendimento tecnicamente insufficiente, alcuni infortuni in ruoli chiave (Casspi e Zoosman) in recupero solo in questi giorni, il peso psicologico delle grandi aspettative per la stagione, sinora disattese.

Tutto questo faceva parte del classico peso che si portava dietro il Maccabi arrivando al Palau Blaugrana, dopo l’ennesima sconfitta in volata, due giorni fa all’Astroballe.

Giù il cappello per Sfairopoulos ed i suoi, che passano in una partita non bella ma durissima, in cui riescono ad imporre il marchio di fabbrica della loro stagione scorsa, splendida sino allo stop.

Nel 67-68 finale ci sono segnali di rinascita, anche se la strada tecnica resta lunga. Il Barça prosegue in un periodo non brillantissimo, come già si era visto con Olympiacos, Milano e Khimki, nonostante due vittorie in tre gare.

“CHIP ON THE SHOULDER” O SOLO “SCIMMIA SULLA SPALLA”?

C’è un senso di ingiustizia e fame di rivincita per ciò che si ritiene aver vissuto sinora nella prova del Maccabi? Forse. Oppure si tratta semplicemente della classica scimmia che si sta impossessando psicologicamente dei secondi chiave nella gare degli israeliani? Ecco, anche questa è possibile, ma francamente da come lottano gli uomini di Sfairopoulos sembra proprio che l’eventualità, alla lunga, possa essere superata.

«Siamo il Maccabi, non molleremo mai!» Chiarissimo, Coach.

I NUMERI NON MENTONO

Una partita finita 67-68 fornisce numeri molto equilibrati vero? Ecco, la serata ha detto così: 87-59 Maccabi come valutazione, 19/11 contro 11/14 il rapporto assist/perse. Gli israeliani hanno anche all’attivo (passivo…) un 20% dall’arco ben lontano dal 35% avversario.

Ora, è verissimo che i dettagli minimi decidono spiede come queste, ma si può tranquillamente dire che chi ha vinto ha dimostrato di avere dentro qualcosa in più, e sarebbe stato lo stesso anche se quel tiro di Higgins fosse entrato, confezionando la W catalana.

HEURTEL AI MARGINI, CHE SI FA?

In Eurolega se vuoi lottare per stare lassù, esattamente come vuole fare il Barça, ci vogliono due guardie di alto, altissimo livello, ed un ulteriore giocatore in grado di giocare da playmaker in situazioni particolari.

Con Heurtel praticamente alla porta, rimane Calathes da solo, con Hanga che può essere quel famoso giocatore per alcuni spezzoni di gara e la stellina Bolmaro che si sta affacciando ai grandi palcoscenici. La scelta è necessaria: “all in” su Bolmaro oppure mercato, ma un mercato che porti qualcosa di grande, perchè un profilo medio servirebbe solo a tarpare le ali proprio del giovane argentino. Molto dipende dalla situazione societaria, con le elezioni in arrivo solo col nuovo anno: chi si prende in carico una decisione che costa un importante esborso in questo momento?

KYLE KURIC, SE SI INCEPPA IL GRILLETTO DELL?ASSASSINO DESIGNATO…

Ok, non stiamo scherzando, il ragazzo è 30/47 dall’arco in stagione, non è un refuso. Nei possessi chiave degli ultimi due minuti, arrivano due conclusioni di quelle dopo le quali gli avversari raccolgono normalmente il pallone per la rimessa dal fondo. Sdeng, nada!

Ovvio che non è minimamente possibile individuare l’ex Louisville come responsabile della sconfitta, ma il momento di vincerla era quello e stavolta la retina non ha frusciato. “You know, it happens”…

ALLA FINE, LA DIFESA MACCABI

E’ stata una delle due cose più belle della scorsa stagione, insieme all’attacco Efes, ed avrebbe potuto portare la squadra di Coach Sfai molto lontano. Quest’anno l’avevamo vista solo a sprazzi ed in alcune gare, mai con la continuità tipica di un allenatore che ne ha fatto una scienza, da migliore in assoluto nella categoria.

Sedere per terra, gambe reattive, linee di passaggio oscurate, rotazioni ottime e collassi ben organizzati sui post del Barça che hanno fatto male a tantissimi, non ultima l’Olimpia.

12 punti nel primo e 13 nell’ultimo quarto: il Maccabi vero concede questo. Ora serve continuità in questa fase e qualità molto maggiore davanti, dove manca ancora una buona coordinazione del movimento di palla e uomini.

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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