Mercato, Barcellona: basteranno le parole di Jasi per “Asterix” Heurtel?

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Thomas Heurtel è un grandissimo talento. Da diverse stagioni lo si attende al passaggio diretto a grande giocatore, e potrebbe accadere che l’attesa debba allungarsi.

Si è parlato di “caso”, si è passati alle conclusioni di mercato coinvolgendo perfino il Real, sì proprio i “blancos”, quelli che vestono la maglietta che è stata riproposta in una foto di parecchi anni fa che lo stesso giocatore ha rimosso dai social prima di firmare a Barcellona.

Noi tendenzialmente eviteremmo di toccare quest’ultimo argomento che, per quanto importante nel duello eterno tra “merengue” e “blaugrana”, attrae il giusto e ci pare un po’ fuori dal seminato cestistico.

Nacho Duque, dalle colonne di Marca, definisce il francese “un Asterix in questi anni di dittatura madridista”. In effetti proprio Heurtel è stato MVP degli ultimi due trofei sollevati in Catalunya contro il Real: la Copa del Rey del 2018 come quella del 2019. Nessuno ha fatto male come lui agli eterni rivali.

I 40′ di panca contro l’Olympiacos, in una gara in cui Calathes ha prodotto 9 punti, con 3/8 al tiro, 2 assist e 2 perse per un misero 7 di valutazione in oltre 21 minuti, hanno fatto rumore. E quel linguaggio del corpo, decisamente assente nell’espressione, non poteva rimanere inosservato.

Jasikevicius l’ha spiegata così: «Avevo bisogno di difesa, dove Bolmaro sta facendo bene. Il problema non era l’attacco, abbiamo subito 96 punti».

Sulle possibilità di mercato, risposta da congresso democristiano anni ’70: «Siamo il Barcellona, se non è una cosa ufficiale, non ho nulla da dire».

Il mercato, appunto. Nonostante le smentite dell’agente, l’interesse dei catalani per Yogi Ferrell è una realtà. Interesse però, nulla di già fatto od in dirittura d’arrivo, perchè anche le casse dei club più grandi devono fare i conti con un anno orribile che lascerà strascichi pesanti e va gestito con oculatezza.

Lo stesso pezzo di Marca, quotidiano della capitale, definisce «eventualità remota» il passaggio al Real per colmare il vuoto lasciato da Campazzo, perchè «se non ci sono acquisti nel calcio, difficile che ve ne siano nel basket» nell’anno del COVID-19.

A parte ogni scenario di mercato, ci sono delle realtà incontrovertibili. All’undicesima stagione di Eurolega, tra Vitoria, Istanbul sponda Efes e Barcellona, il 31enne francese è ai minimi di sempre per punti (3,2), percentuale da due (34,6% fatta eccezione per il 33,3 dello scorso anno ma in sole 3 gare causa lungo infortunio), percentuale da tre (21,1%) ed assist (2,6 : ok nell’esordio del 2011/12 furono 10 in 10 gare, ma era il primo anno). Per chi in questa lega ha avuto serate da 31 punti, da 8 rimbalzi, da 15 assist e da 36 di valutazione, per chi è stato davanti a tutti negli assist due volte tra il 2014 ed il 2016, si tratta di un ruolo marginale difficilmente accettabile.

Ora la palla passa a Jasi ed la giocatore stesso. Il carattere non è storicamente dei più semplici, già con Pesic ci furono momenti di alta tensione, ma il talento è notevolissimo. Si riparte con rinnovate ambizioni comuni o si resta in un limbo di strade parallele che non si incontreranno mai fino ad una ovvia separazione, magari anche prima della scadenza contrattuale del giugno 2021?

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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