Eurodevotion Weekly | Il punto esclamativo di Olimpia, Zenit ed Olympiacos

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Inusuale appuntamento di metà settimana con Eurodevotion Weekly, il nostro contenitore sull’Eurolega in 10 flash.

4 recuperi vogliono dire “quasi doppio turno” ed allora ecco quanto ci hanno lasciato le gare del martedì.

  • Zenit, sesta trasferta, sesta vittoria. L’asse Pangos-Gudaitis funziona, Poythress è realtà sempre più solida e questa volta si dimostra di saper vincere anche sopra gli 80 punti. Se a San Pietroburgo pensano a due cambi discreti per play e pivot, son dolori per tutti.
  • «Conosciamo la formula. Se difendiamo siamo una squadra molto buona, se non difendiamo non siamo nulla di speciale». Jasi è chiaro, dopo aver concesso oltre il 40% da tre ed oltre il 60% da due. E comunque, dopo l’Asvel, altri due atleti come McKissic e Martin mettono in difficoltà i “blaugrana”. Due indizi…
  • 10 assist e 15 punti, anche se con percentuali pessime. Non si può ancora dire “bentornato Kostas Sloukas“, ma la speranza di essere sulla buona strada c’è tutta.
  • La vera mossa vincente di Bartzokas al Palau è stata quella di isolare il proprio “pick and roll” aprendo benissimo il campo con spaziature molto ampie. Col 2 vs 2 ha reso inefficaci e ben più complicate le rotazioni del Barcellona. Traccia per Messina?
  • L’Olimpia è la squadra che prende meno rimbalzi offensivi di tutta la lega con 7,45 e martedì sera ne ha raccolti solo 4. Stavolta però non servivano, segnava sempre!
  • 133 di valutazione, il 58,7% da due ed il 68,4% da tre: con queste percentuali 28 assist sono automatici, soprattutto se muovi la palla andando a colpire chirurgicamente le debolezze avversarie. Messina ha preparato un piano che la squadra ha eseguito alla perfezione. Non era automatico e ci volevano “huevos grandes” per giocarsela in questo modo contro una squadra che fa qualcosa solo in attacco.
  • Il Khimki è decisamente sotto al minimo sindacale di decenza in difesa. Mai, ma veramente mai, visto un gruppo di giocatori che non ci prova nemmeno e se ne frega allegramente di tutto ciò che gli avversari provano a fare. Si può continuare così?
  • L’Asvel non gioca una pallacanestro scintillante, su questo siamo tutti d’accordo, ma dimostra ampiamente che fisicità ed atletismo oggi sono fattori di grandissima importanza che possono limare moltissime differenze tecniche.
  • L’Efes è lontano parente di quello ammirato lo scorso anno e per lunghi tratti di quello precedente. Ciò che manca è la qualità sui 40 minuti nonché l’effervescenza offensiva di Larkin e Micic. Ora Valencia, Cska, Milano, Barcellona e Real Madrid: 19 giorni che diranno tantissimo sul tipo di stagione degli uomini di Ataman.
  • Il pubblico non conta? Barzelletta. Dopo 12 turni, in difficoltà notevole ci sono lo stesso Efes, il Maccabi, il Pana, la Stella Rossa, lo Zalgiris ed il Fenerbahçe, ovvero i campi più caldi del continente. 7 delle prime 8 attuali hanno arene solitamente tranquille, talvolta più portate alla critica che al supporto della propria squadra.

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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