Ataman, il timeout “alla Jasi” e le parole che colgono la difficoltà della squadra

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«Ragazzi, l’Efes ne sta pigliando 20 in casa dal Baskonia, occhio alla sala stampa, aspettiamoci fuochi d’artificio da Ergin…».

Cronaca di un dialogo del venerdì sera, tutti impegnati a seguire le 4 gare del Round 12 ed ovviamente una certa sorpresa per quanto sta accadendo al Sinan Erdem.

Chi ha scritto quel messaggio è proprio chi sta scrivendo ora ed ecco che si capisce perchè Ataman è seduto su una panchina di Eurolega, mentre lo stesso responsabile di quel Whatsapp si può giusto limitare a provare a capirci qualcosa…

Il crollo fa rumore, i dominatori della stagione scorsa che non riescono a ritrovarsi, un campione come Larkin in netta difficoltà.

La rubata di Pierria Henry ad un Chris Singleton assente, che riceve un passaggio di una pigrizia pazzesca da Micic, sancisce il -22, sul 50-72. Coach Ataman ne ha viste abbastanza, chiama timeout e cambia tutti e 5 gli uomini in campo (Larkin, Micic, Beaubois, Singleton e Sanli).

Timeout, ok, il momento in cui un Coach si rivolge ai suoi giocatori per correttivi, tecnici o psicologici che siano. Quindi?

Ergin nemmeno si alza, fissa il vuoto, una sola leggera smorfia verso la sua destra e poi ancora il nulla. In silenzio, resta seduto. Torna immediatamente alla mente il timeout di Jasikevicius nella sconfitta interna con il Valencia in Liga Endesa, quel passeggiare lontano dai suoi che tanto ha fatto discutere.

La partita finisce 59-77, ovvio che non potesse cambiare nulla negli ultimissimi minuti, ora si aspetta solo la sala stampa.

«Oggi, per la prima volta in tre anni su questa panchina, la mia squadra ha giocato una pallacanestro orribile, non ha combattuto ed ha mollato»

«Abbiamo dominato la scorsa Eurolega, abbiamo raggiunto una finale, quindi accetto il fatto che si tratti di una partita, nessuno è una macchina… Abbiamo lasciato rimbalzi assurdi ed il nostro morale è finito sotto i tacchi progressivamente. Così abbiamo mollato».

«In allenamento avevo già visto senza condizione alcuni dei miei giocatori che tornavano da infortuni. Accetto questa partita, è la prima volta che accade, pensiamo alla prossima».

Un Coach sa cogliere il momento della squadra. 6/5 non è il record che si aspettava sinora, un’altra sconfitta casalinga potrebbe aprire almeno una mini crisi, una prova decisamente insufficiente da ogni punto di vista è un problema reale.

Esplodere ora potrebbe rappresentare ulteriore benzina su un fuoco che non arde ancora ma che è lì, davanti a tutti. Ed allora il Coach decide che, almeno pubblicamente, la via sia quella dell’accettare il momento no e guardare avanti, sottolineando quello che non si è fatto e guardando a ciò che si dovrà fare.

Se è stata una grande gestione del momento oppure no ce lo diranno le prossime settimane, ma serve ricordare come in passato un po’ ovunque si sia criticato lo stesso Ataman per delle uscite veramente dirette nei confronti di Vasiljie Micic. Alla fine, visto quanto accaduto dopo quelle parole, ha sempre avuto ragione lui.

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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