Modernità e fluidità. Il Baskonia sovrasta l’Oly al Pireo

Basta un secondo quarto bestiale del Baskonia per espugnare il Pireo. Bene ancora Polonara.

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Antichità all’ombra del Pireo. L’atmosfera silenziosa di Atene emana questo prima della palla a due della sfida Baskonia-Olympiacos anche con la presenza dell’ospite degli ospiti.

Il Baskonia espugna Atene sotto gli occhi del bi-Mvp Nba Giannis Antetokounmpo (presente da qualche giorno anche per alcuni workout individuali sotto la guida di Theo Papaloukas) al termine di una partita con un solo padrone.

Vincono i baschi, padroni del campo per 38 minuti e mezzo o quasi contro un Oly, che arranca troppo per tenere il passo dei campioni di Spagna. Lo dice anche il punteggio: un 76-90 senz’appello, finito sotto la lente d’ingrandimento della redazione di Eurodevotion.

Ecco a voi le cinque tematiche che hanno deciso la sfida tra i baschi di coach Dusko Ivanovic e i padroni di casa di coach Bartzokas.

FLUIDITA’ DI GIOCO: LIVELLO TROPPO ALTO PER L’OLY

La differenza sta nelle idee. Quelle di Ivanovic, adeguate e consone ad un livello da top eight in Turkish Airlines Euroleague, hanno sovrastato il gioco messo in mostra dall’Oly. Un basket fluido, piacevole che si adatta ad ogni match-up e che sa controbattere ad ogni risveglio avversario. I campioni di Spagna sono una delle squadre più ostiche da affrontare in questo momento storico. Lo dimostrano i dati e come la fluidità di gioco su entrambi i lati del campo impone un ritmo difficilmente contenibile per gli avversari.

DA FLUIDITA’ A MODERNITA’: L’ATTACCO OLY TROPPO PREVEDIBILE

Il vero abisso tra le due squadre si raggiunge nel secondo parziale di gioco. Data la fluidità citata poc’anzi, l’Oly in attacco spara a salve. Un gioco costruito solo su hand-off e giochi PnR centrali con un taglio flash da fondo contenibile e utilizzo di isolamenti 1vs5 hanno agevolato la partita in favore del Baskonia. Un basket moderno fatto di letture e non prevedibilità, troppa ed esagerata messa in mostra invece dai “Reds” di Atene.

VASSILIS SPANOUILIS: NON SEMBRA IL MOMENTO DI METTERE DA PARTE L’EGO?

Ti voglio un gran bene. Sicuramente chi è molto più esperto di me, e tutti gli appassionati di basket continentale, ma per il tuo bene devo chiedertelo. Sparare a salve serve a qualcosa? Potresti essere il metronomo di esperienza e giocare per l’esplosività di McKissic, dare qualche gran pallone per Papanikolau o Printezis come ai vecchi tempi. Lascia da parte il tuo ego. Fallo per noi e per un tuo grande finale di carriera, quello di una leggenda del parquet…

ROTATION AND RE-ROTATION: ALTRE CONSEGUENZE

Printezis, Papanikolau, Sloukas, il già citato Vassilis Spanoulis… Campioni innati, classe da vendere, giocatori straordinarI nel glorioso passato della pallacanestro continentale. Possono trascinare, ma fino a che punto? La vera prova del dominio Baskonia è stata proprio la circolazione palla, la voglia di far segnare il compagno con la percentuale migliore di realizzazione nella situazione di gioco. In base sempre alle idee, alla modernità nel basket di letture e nella fluidità difensiva avversaria. Bartzokas sicuramente sa meglio di me di cosa sto parlando…

PIERRIA HENRY: IL MIGLIORE DEI METRONOMI DI SERATA

Fall dominante a rimbalzo e fattore, Polonara eccellente nel secondo quarto e mai fuori dalle rotazioni di coach Ivanovic anche al Pireo, Peters che continua un momento straordinario e un Vildoza sempre più con lo sguardo (rivolto verso Madrid) altrove. Il Baskonia, però, si gode Pierria Henry. Double-double da 17 punti e 11 rimbalzi lo elegge MVP della sfida a mani bassissime, nella sfida contro un mostro sacro come Kostas Sloukas e un Olympiacos portato a spasso nella modernità del gioco.

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