Barcellona-Fenerbahce: lezione di pallacanestro della squadra di Sarunas Jasikevicius

Andrea Ranieri
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Era una delle partite più interessanti dell’ottavo turno di Eurolega, forse la più intrigante di tutte. Ma Barcellona-Fenerbahce si è risolta con un massacro operato dai padroni di casa ai danni degli ospiti (97-55), rimasti in partita giusto i primi 5 minuti, prima di arrendersi al dominio tecnico-tattico dei Blaugrana. Nei nostri 5 punti riassumiamo questo particolare Barcellona-Fenerbahce.

  • LA DIFESA DEL BARCELLONA ATTACCA. E’ indubbio che la grande forza dei locali stia nel mettere subito in chiaro la loro idea difensiva, che è quella di attaccare l’attacco avversario per togliere iniziativa. Fortissima pressione sulla palla e asfissiante anticipo sulle linee di passaggio. È emblematico che una star come Nikola Mirotic vada fin quasi a metà campo per anticipare Ahmet Duverioglu. È una delle due difese di questa competizione pensata per attaccare. Magnifico.
  • L’ATTACCO DEL FENERBAHCE SI DIFENDE. Le squadre migliori, davanti a difese molto aggressive, cercano di punirle attaccando. È infatti noto quanto sia difficile difendere vigorosamente senza rischiare di concedere all’attacco vantaggi in uno contro uno, soprattutto a questi livelli. Non è successo stasera. La squadra turca si limita a subire e a difendersi mentre attacca. Il risultato? 25 palle perse. 
  • ROLAND SMITS NON È UN CASO. Diciamo le cose come stanno: se a inizio stagione ci avessero detto che avremmo visto un Roland Smits protagonista assoluto, attacco e difesa, del Barcellona di Jasikevicius, ci saremmo messi a ridere. Eppure è proprio così, come testimoniato dalla prova da 20 punti a referto di stasera. Smits esegue ciò che il suo coach gli chiede, facendo anche evidentemente molto lavoro sui fondamentali che gli servono. Grazie a lui il coach lituano può giocare sempre col doppio lungo, la soluzione che gradisce maggiormente.
  • LE SCELTE DI IGOR KOKOSKOV. Quel che più delude è probabilmente l’incapacità di un coach del livello di Igor Kokoskov di trovare una soluzione per tenere in partita i suoi. Nel vedere la partita ci è sorta spontanea una domanda. I primi 5 minuti il Fener ha retto l’impatto catalano con Jan Vesely e Ahmet Duverioglu in campo assieme, una soluzione che contrastava l’intento chiaro del Barcellona di andare vicino a canestro. Questo assetto non è più stato proposto, se non nei 3 minuti iniziali del terzo quarto, a buoi già scappati. Un chiaro errore di lettura della partita, che nel contesto di un Barcellona-Fenerbahce si paga, a caro prezzo.
  • IL BARCELLONA È LA SQUADRA DI SARUNAS JASIKEVICIUS. Detto della difesa, è evidente che il Barcellona giochi come il suo coach desidera anche in attacco. Rispetto allo scorso anno è maggiormente valorizzato il reparto lunghi, continuamente cercato negli spazi interni. Se puoi quando la difesa si chiude le percentuali dall’arco si aggirano sul 50%, nessuno può vincere contro questo Barcellona. Anche quando manca una linea di passaggio interna diretta si vedono collaborazioni per cambiare il lato al pallone e arrivare comunque nel pitturato. Le esultanze dell’allenatore a ogni canestro costruito dai suoi dicono una cosa sola: questo Barcellona è davvero la squadra di Sarunas Jasikevicius.
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