Passerella Barça a Berlino: Alba travolta a domicilio

Tutto facile per il Barcellona di Sarunas Jasikevicius. Dominio dal primo all’ultimo minuto per i blaugrana: 103-67 in casa dell’Alba Berlino.

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Le premesse promettevano una sfida dal pronostico chiuso tra Alba Berlino e Barcellona nel confronto valido per il settimo turno della Turkish Airlines Euroleague. Alla Mercedes-Benz Arena è andato in scena il più classico dei testacoda.

I padroni di casa si arrendono all’evidenza delle ultime tre settimane. Allenamenti ripresi solamente lunedì, dopo 17 giorni di stop, e numerose assenze (Siva, Lo, Olinde e Thiemann) non consentivano particolari voli pindarici. Anzi, hanno ben presto obbligato a una resa incondizionata, senza armi da opporre e nemmeno la penna per siglare un armistizio.

Il Barcellona ne ha beneficiato, allungando a 5 la striscia di vittorie consecutive e conquistando momentaneamente la vetta della classifica in solitaria. Il tutto concedendosi il lusso di dare ampio spazio al fondo della panchina e tenere l’intero quintetto base sotto i 21 minuti di Oriola. Da sottolineare l’intensità mantenuta costante per tutti i 40 minuti. Una partita giocata seriamente fino in fondo. Senza giocate alla ricerca della spettacolarità fine a se stessa, come capita di vedere talvolta in no-contest simili.

In vista della sfida di settimana prossima al Fenerbahce, Coach Jasikevicius non avrebbe potuto chiedere di meglio.

Il 103-67 finale è l’ottava vittoria sui tedeschi sulle nove sfide disputate in questo secolo. Ultima sconfitta blaugrana che risale ormai al 80-70 Alba del 2 gennaio 2015, durante le Top 16 di un torneo che ha poi visto trionfare i rivali di sempre del Real a casa propria.

Dietro al pesante verdetto alla sirena finale c’è anche altro e lo andiamo ad analizzare attraverso i 5 punti di Eurodevotion

Alex Abrines apre il fuoco in apertura e anche la partita

Fin dalla palla a due, la sensazione è stata che la partita vivesse sulle onde di un Barcellona che fa e disfa. Relativamente alle sbavature offensive che la squadra di Jasikevicius si è concessa qua e là. Leggasi soprattutto palle perse banali: tre nei primi 5 minuti di gioco, 17 alla sirena finale. Figlie della tensione bassa e di un contesto non competitivo immediatamente chiaro a tutti.

Fatto sta che passano solamente sette minuti e mezzo prima che Alex Abrines abbia scavato il primo solco. Un’autentica raffica da tiratore di razza quale è il cecchino di Palma di Maiorca. Un 4/4 dal perimetro che taglia immediatamente le gambe ai padroni di casa. Disorientati, l’unica risposta è lo short roll di un Ben Lammers che dimostra buona mano realizzando tre piazzati dai 4/5 metri a stretto giro di posta.

Il Barca vola sul 18-30 dopo i primi dieci minuti e, da quel momento, non si volterà più indietro.

Le percentuali impietose..

I numeri sottolineano in maniera cruda il ko tecnico cui è andata incontro la squadra del grande ex Aito Garcia Reneses.

Il Barcellona chiuderà con un incredibile 28/38 (73,7%) dentro l’area. Gli ospiti sono estremamente lucidi nell’andare a colpire l’avversario laddove è maggiormente fragile. Le assenze lasciano Lammers sostanzialmente solo a dover combattere contro i mulini a vento.

Spietata la formazione catalana a passare all’incasso un po’ in tutti i modi. Dal pick and roll con un Nick Calathes da 12 assist in 18 minuti (eguagliato il record societario di Thomas Heurtel, che resisteva dall’ottobre 2018). Oppure con i giochi a due tra i lunghi, con un Oriola in bella evidenza con 4 passaggi vincenti. Alla fine saranno 31 gli assist per gli ospiti: il season high per tutti in Eurolega, il massimo per il Barcellona da una vittoria in casa del Khimki del Dicembre 2017 (32). Oppure, ancora, colpendo ripetutamente con le ali grandi in post basso.

Lo fa con la consueta maestria un Mirotic da 18 punti e 8/8 da 2 in 18 minuti. Lo imita Rolands Smits in uscita dalla panchina. Il lettone si fa bastare i 12 minuti concessi per cucire una prestazione totale da 13 punti, 8 rimbalzi e 22 di PIR, a tratti prevalendo nel match-up con Luke Sikma. Dopo la prova di alto profilo di qualche settimana fa a Valencia, un altro segnale forte di crescita che giustifica la sua conferma estiva voluta con convinzione dalla nuova gestione.

Va da sè che la difesa tedesca si è dovuta adeguare, provando a proteggere maggiormente il ferro. Prestando inevitabilmente il fianco ai tiratori blaugrana, ben messi in ritmo da compagni sempre pronti alla lettura giusta. Come se non fosse bastata la pioggia di triple iniziale di Abrines, ecco che entra in scena prima Kyle Kuric con un perfetto 3/3, poi Thomas Heurtel con un paio di conclusioni pesanti nella ripresa. Risultato? 12/23 e 52,2% da oltre i 6,75

..giustificate anche dal dominio a rimbalzo

In praticamente qualsiasi game plan delle squadre che si trovano ad affrontare l’Alba, viene posta particolare enfasi sul non permettere ai tedeschi di correre. Così i ragazzi di Aito entrano in partita nei primi minuti e accendono dei tiratori letali come Markus Eriksson e Niels Giffey. Questi ultimi, poi, sono degli autentici grimaldelli che servono per allargare le difese e, quindi, aprire gli spazi alle entrate dei vari Granger, Fontecchio e compagnia.

Altresì, è di primaria importanza il controllo dei rimbalzi. Il Barcellona è andato oltre, catturando quasi il doppio delle carambole rispetto agli avversari (43, di cui 11 offensive, rispetto alle 22 dei padroni di casa). Inoltre, specialmente nel primo tempo, la scelta difensiva dei catalani è stata piuttosto chiara. Forte pressione sul perimetro, con particolare attenzione al primo passaggio del portatore di palla, alimentata da una transizione negativa che ha costretto i tedeschi all’attacco a metà campo.

Quasi fisiologico il 6/24 conclusivo, per un 25% che non appartiene ai ragazzi di Aito. Non neghiamo nemmeno che la scarsa esplosività dei padroni di casa, dovuta a una condizione atletica logicamente precaria, abbia fatto il resto.

Tuttavia, anche nella metà campo difensiva non sono mancate delle distrazioni lontano dalla palla. Tanto da portare Jasikevicius a definire, forse in maniera esagerata, orribile la difesa del Barcellona del primo tempo. Il 46% Alba da 2 (23/50) non è dato eccellente, ma nemmeno disastroso ed è segno che qualche smaliatura sulla quale dover ancora lavorare esiste.

Simone Fontecchio

Chi sta confermando un rendimento su standard abbastanza stabili è la guardia-ala pescarese. Nelle tenebre dell’Alba, l’unico che è riuscito a fare breccia nel pitturato blaugrana con continuità, trovando anche un paio di tiri in sospensione di pregevole fattura tecnica. Chiude con 17 punti, 5/6 da 2 e 2/4 dall’arco, in 20 minuti sul parquet.

Terza doppia cifra in 5 partite. Prima c’erano stati i 16 punti in 20 minuti contro il Maccabi nella sfida inaugurale a Tel-Aviv. Poi il career high da 20 punti nella splendida vittoria di Mosca contro il CSKA, prima dello stop forzato per via della quarantena imposta ai tedeschi dalle autorità sanitarie locali.

Avversari di assoluto spessore per numeri di speculare valore, che raccontano di un atleta in fiducia. Mattoncino su mattoncino, Simone sta mettendo le basi per il suo imponente rilancio sul palcoscenico europeo più importante. Bravo!

Attualmente, l’uomo copertina di una squadra negli ultimi tre anni in mano al professor Sikma. Alzi la mano chi si sarebbe aspettato un impatto del genere.

Le parole degli allenatori

Aito Garcia Reneses sottolinea con un’onestà amara la realtà difficile della propria squadra ai tempi del Covid

“E’ davvero difficile per noi giocare, in questo momento. Lunedì abbiamo svolto il primo allenamento dopo 17 giorni con solo 7 giocatori disponibili. Alcuni ragazzi hanno avuto l’autorizzazione a giocare solamente oggi e lo abbiamo saputo alle 14. Sarebbe meglio allenarsi piuttosto che giocare adesso, ma il nostro obiettivo è sempre lo stesso: migliorare di partita in partita”

Soddisfatto con riserva Sarunas Jasikevicius, diciamo così

“Abbiamo giocato davvero bene in attacco, quando non abbiamo perso palloni. E’ stata una serata strana per noi difensivamente, tanti alti e bassi. Di fatto, abbiamo incontrato una squadra che non è al meglio ora però siamo stati bravi in attacco ed è così che vogliamo giocare. Vogliamo coinvolgere tutti facendogli capire che sono tutti una parte importante della squadra e che ognuno di loro deve portare il suo contributo

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