Efes-Maccabi è un festival offensivo: vince la difesa (un po’) meno brutta

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Uno dei match più interessanti del settimo turno di Eurolega era sicuramente quello di Istanbul, Efes-Maccabi. Le aspettative non sono state deluse. La gara si è conclusa con la vittoria per 91-89 dei padroni di casa, grazie a un layup di mano destra segnato da Rodrigue Beaubois a 21 secondi dal termine. Aldilà della prodezza individuale, il match ha detto molto sullo stato tecnico-tattico di due big fin qui al di sotto delle aspettative nei risultati. Noi proviamo a riassumere tutto questo nei nostri cinque punti.

  • I CAMBI DIFENSIVI DEL MACCABI. Torniamo ancora una volta a ribadire che la difesa del Maccabi è ben lontana dagli elevati standard dello scorso anno, nonostante la continuità tecnica. Abbandonata la velleità di una scelta aggressiva sul pick and roll come lo show, in Efes-Maccabi si passa al cambio quasi sistematico. Una scelta comprensibile nel suo principio – quello di togliere l’iniziativa all’attacco con l’aggressività – ma incomprensibile nella sua esecuzione. Si vedono cambi anche su semplici pick and roll di trasferimento, coinvolgendo sul perimetro giocatori lenti di piedi come Dragan Bender e Ante Zizic. L’attacco dell’Efes vive e produce sfruttando tutto questo. 
  • LE LETTURE OFFENSIVE DI TIBOR PLEISS. A larghi tratti si è notato che il lungo tedesco non era al meglio della condizione, ma la sua prova offensiva non ne risente affatto. Bravo a essere punto di riferimento interno per attaccare i mismatch vicino a canestro, lavora ottimamente anche nelle collaborazioni con gli esterni, punendo le scelte dei lunghi avversari con jumper dalla media e un paio di tiri da tre punti. In sostanza, è sempre bravo a giocare contro il suo difensore e in armonia con i compagni. Il Maccabi non ci capisce letteralmente nulla. 
  • LE TRIPLE DEL MACCABI. Il pick and roll ha profondamente segnato anche l’attacco di Ioannis Sfairopoulos. Il traumatizzante inizio da 0-11 è stato raddrizzato da diverse triple, soprattutto dal palleggio dietro ai blocchi sulla palla. Soprattutto con Pleiss in campo la scelta difensiva dell’Efes è infatti quella di fare drop (contenimento basso del lungo), ma il problema è nel lavoro degli esterni, mai in grado di forzare i blocchi, ma nemmeno di inseguire e mettere pressione sulla spalla esterna del palleggiatore nelle situazioni di ritardo. Il Maccabi legge questa lacuna avversaria e punisce con diversi arresti e tiro dietro l’arco dei tre punti. 
  • DRAGAN BENDER, UOMO IN PIU’…PER L’EFES. Considerato il desaparecido Omri Casspi, il Maccabi ha una lacuna nello spot di “4”. Per questo è tornato dagli Stati Uniti Dragan Bender, ma il suo contributo è davvero intangibile. Efes-Maccabi è stato il culmine di queste difficoltà. Inconsistente in attacco, dove non mostra spiccate doti né internamente né esternamente, è fortemente dannoso in difesa, dove è troppo lento per cambiare e stare sugli esterni e troppo soft per proteggere con veemenza il proprio ferro. La squadra di coach Ataman ha messo a nudo tutte le sue carenze. Dragan Bender rischia di diventare un grande spreco ad appena 23 anni. 
  • LA DECIDE LA DIFESA SUL PICK AND ROLL. Abbiamo evidenziato le scelte difensive sul pick and roll di entrambe le formazioni. La cosa certa è che, in generale, abbiamo visto due difese scadenti nelle situazioni di blocco sulla palla. Alla fine una delle due compagini ha pagato con la sconfitta questa carenza. Parliamo del Maccabi, che sul canestro decisivo di Beaubois, clamorosamente comodo, sbaglia l’ennesimo cambio difensivo tra Scottie Wilbekin e Ante Zizic. L’Efes concede per tutta la partita gli arresto e tiro dietro al blocco, ma si salva grazie al calo delle percentuali del Maccabi alla distanza. 
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