Baskonia-Barcellona bellissima: decide la press di Jasikevicius

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Il derby spagnolo Baskonia-Barcellona chiude il sesto turno di Eurolega, ed è anche la partita più bella e appassionante di tutta la settimana. Due difese attente e due attacchi che trovano il canestro solo lavorando a fondo nei pochi spazi liberi. Una vera partita a scacchi, degna di questa Lega. In un finale concitatissimo la spunta il Barcellona per 71-72. Nel tentativo di comprendere meglio quanto avvenuto in campo, analizziamo la partita nei nostri immancabili cinque punti.

  • QUESTIONE DI TRANSIZIONI. Entrambi i team hanno fatto un’immensa fatica nel trovare facili transizioni offensive o nel mantenere il flusso dell’azione per poi giocare a metà campo. Si ricordano un canestro per parte di due lunghi (rispettivamente Nikola Mirotic e Tonye Jekiri) che hanno corso la fascia centrale e conquistato la retina, per il resto nulla. Di contro, è da evidenziarsi la notevole preparazione delle due transizioni difensive, attente a fermare la palla e ad accoppiarsi con i tiratori. Baskonia-Barcellona si è così trasformata da subito in una gara giocata molto a metà campo.
  • LA RICERCA DEGLI SPAZI INTERNI. Ad accomunare le due avversarie c’è stata anche una ricerca quasi ossessiva di linee di passaggio interne. Tanti post-up per il Barcellona, che produce le cose migliori quando riesce a rifornire Brandon Davies e Nikola Mirotic spalle a canestro. Tante ricezioni dinamiche e molti short roll per i più atletici lunghi del Baskonia. Anche la lotta a rimbalzo (29-29 con 11 rimbalzi offensivi per squadra) evidenzia come le sorti della gara si siano decise per gran parte dentro il pitturato. 
  • LA DIFESA DEL BARCELLONA TOGLIE INIZIATIVA. Non che la difesa di coach Dusko Ivanovic non sia degna di nota, ma quella di Sarunas Jasikevicius impressiona per la capacità di aggredire gli avversari, soprattutto l’uomo che ha la palla. Questo fa sì che gente come Luca Vildoza e Pierra Henry fatichi a crearsi vantaggi dal palleggio o sul pick and roll. Non è un caso infatti che tanto del fatturato basco sia arrivato dai lunghi e dal dinamismo lontano dalla palla di Zoran Dragic. Una difesa che bisogna quindi battere lavorando moltissimo. Una difesa che si impone sull’attacco avversario. L’unica fin qui a farlo con costanza, insieme a quella dell’Olimpia Milano. 
  • IL DESAPARECIDO ROKAS GIEDRAITIS. Alla fine non si può negare che la stellina Rokas Giedraitis sia mancata moltissimo al Baskonia. La sua è stata una partita di fatto anonima, non riuscendo quasi mai a trovare vantaggi con o senza la palla in attacco. Il suo in difesa lo fa sempre, ma 4 punti con 4 tiri in oltre 18 minuti non sono un bottino sufficiente per chi studia da superstar. Soprattutto in partite come queste. Trattasi indubbiamente di una semplice battuta d’arresto. 
  • LA PRESS DEL BARCELLONA E LA GESTIONE DEL BASKONIA. Nel finale il parziale di 11-0 con cui il Barcellona ha ribaltato il 71-61 a tabellone va attribuito in gran parte agli effetti della press defense a tutto campo con immediato raddoppio sulla palla. Era il marchio di fabbrica di Jasikevicius a Kaunas, lo è anche in Catalogna. Il raddoppio sull’uomo con palla è infatti sempre ben accompagnato dall’anticipo sulla prima linea di passaggio in avanti. Vildoza ed Henry sono più creatori che ragionatori e finiscono per impastarsi, perdendo il pallone o facendo cominciare i giochi con grande ritardo. Baskonia-Barcellona è stata decisa da questa difesa. 
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