Triple, difesa e Muhammed: il Fener è corsaro a Tel Aviv

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Nel big match del giovedì sera il Fenerbahce rifila la quarta sconfitta in sei partite al Maccabi, grazie ad una prova balistica straordinaria dall’arco e ad una difesa di primo livello. Alla Menora Tavchim Arena di Tel Aviv finisce 75-65 per la squadra di Kokoskov, trascinata da Ali Muhammed (al secolo Bobby Dixon) e Jarrell Eddie, simboli di una panchina sempre più decisiva. Agli israeliani non basta il solito Scottie Wilbekin, autore di 23 punti e si trovano, a sorpresa, a soli 4 punti dopo sei giornate.

Il pick ‘n’ roll del Maccabi

Sono gli uomini di Sfairopoulos ad iniziare forte la partita, sfruttando inzialmente il pick ‘n’ roll con due maestri della specialità come Wilbekin e Bryant. Nel primo caso il blocco è appena accennato, spesso fintato, e Kokoskov sceglie sin da subito di fare show forte sul numero 1 degli avversari: Wilbekin è fantastico nello splittare il raddoppio e trovare quasi sempre una penetrazione diretta a canestro o l’assist per il suo lungo. Se invece è Bryant a giocarlo il Fener preferisce passare dietro col proprio lungo, ma l’americano è bravo nel trovare e realizzare due palleggi arresti e tiro dal midrange. Dall’altra parte invece i turchi realizzano solo 4 punti nei primi cinque minuti, merito di una difesa che sceglie di non cambiare mai sui blocchi e riempie benissimo l’area sulle penetrazioni estemporanee degli esterni.

Aprire la scatola difensiva

Il primo timeout di Kokoskov arriva proprio sul 13-4 in favore del Maccabi e al rientro in campo ci sono Muhammed, Eddie e Mahmutoglu. L’idea del serbo è quella di aprire quell’area che fino a quel momento sembrava impenetrabile. Al primo pallone toccato Eddie finta il consegnato a Muhammed, si gira sul perno e spara una tripla in faccia a Bender che trova solo il fondo della retina. Nelle successive due azioni è il play americano naturalizzato turco a mettere altrettante bombe in uscita fulminea dal blocco. Quei 9 punti consecutivi bastano al Fenerbahce per liberare il pitturato: ne beneficia soprattutto Vesely, bravo a tagliare sulla linea di fondo ogni volta che il suo difensore è costretto a staccarsi per aiutare sulla penetrazione del palleggiatore. Il Maccabi però rimane col naso davanti fino al termine del primo tempo (38-35), più per il talento di Wilbekin e Zizic in uno contro uno che per reali soluzioni offensive organizzate.

Kokoskov, maestro difensivo

E’ nel terzo quarto che gli ospiti trovano il primo vantaggio: Vesely (miglior assistman dei suoi con 4 passaggi vincenti a segno) è bravo ad attrarre raddoppi in post e trova puntuale sul lato opposto Eddie, che con due triple permette ai suoi di mettere il naso davanti. Il vero cambio di passo però il Fener lo fa in difesa; Kokoskov da metà del terzo quarto in poi decide di isolare Wilbekin su un lato del campo, toglierli il blocco e mandare in raddoppio su di lui il difensore dal lato opposto. La tattica funziona, perchè l’ex Darussafaka fatica a fare uscire la palla dalle mani e il Maccabi non trova quasi mai la via del canestro, complice anche una serata tragica al tiro da fuori (finirà con 5/26) e le difficoltà di Hunter sotto canestro.

Pazienza, triple e De Colo

Il Fenerbahce termina il terzo quarto con un pazzesco 9/16 da tre, percentuale che si abbassa negli ultimi dieci minuti (11/22), in cui però gli israeliani non trovano mai il canestro pesante. E’ De Colo allora a prendere possesso dell’attacco dei gialloneri, che resta in piedi grazie all’efficacia dei suoi pick ‘n’ roll: il francese prima alza per Hamilton per gli unici due punti della sua serata e poi spara la bomba del +7 (64-57) che di fatto chiude i giochi. A mettere la ciliegina sulla torta in penetrazione ci pensa Ali Muhammed, che conclude la propria gara con 17 punti e un roboante 5/6 dall’arco. Il Maccabi realizzerà solamente 27 punti nei due quarti finali distribuendo appena 11 assist. Sono mancati Dorsey, Jones e in parte Bryant negli esterni, non si sono dimostrati all’altezza Bender, spesso in difficoltà contro il dinamismo di Eddie e Pierre (bravissimo ad attaccarlo spesso dal post alto nell’ultimo periodo), e Hunter, insolitamente inconcludente. L’impressione è di una squadra che dipenda troppo dalle giocate del duo Wilbekin-Zizic, in cui i cosiddetti role player non hanno ancora alzato il livello del loro gioco. Serve un 4/5 dinamico, con punti nelle mani e abbastanza veloce di piedi per tenere i 4 tattici avversari. Serve uno, senza girarci molto intorno, come Quincy Acy

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