Si scrive Kaunas, si legge Wonderland. Un nuovo Zalgiris dei miracoli?

Alla scoperta della grande sopresa dei primi 4 turni di Turkish Airlines Euroleague. Punti di forza e individualità di un sistema di ferro

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Alzi la mano chi si sarebbe aspettato di vedere i lituani in testa alla classifica di Turkish Airlines Euroleague dopo i primi quattro turni. Già qui, immagino siate esitanti e fermi davanti allo schermo senza aver mosso nemmeno il sopracciglio..

Andiamo oltre. Probabilmente nemmeno il general manager Paulius Motiejunas avrebbe potuto immaginare di trovare la sua nuova creatura imbattuta. Oltretutto vincente su avversari dalle importanti ambizioni come Olympiacos, Efes e Khimki (passi per le note vicissitudini sanitarie dei russi).

Basterebbe ricordare il doloroso addio di Sarunas Jasikevicius, un uomo che ha segnato un’epoca per il club su quella panchina, per giustificare delle preoccupazioni in sede di programmazione della stagione entrante.

Come se non bastasse, si è aggiunta una pandemia a restringere i margini operativi a livelli economici. In una estate contraddistinta da partenze significative nel roster (Landale, LeDay, Ulanovas e Rivers più di tutte le altre), un ostacolo aggiuntivo di poco conto.

A completare il quadro, un calendario che presentava tre trasferte e che avrebbe potuto assumere le sembianze di una montagna decisamente ripida da scalare.

Dalle parti della Zalgirio Arena, però, conoscono un solo strumento per fronteggiare le difficoltà. Si chiama forza del lavoro, benzina che alimenta quella conoscenza della materia che ha pochi eguali, non solo in Europa. Presupposto indispensabile per una programmazione che sembra non voler cessare di dare i suoi frutti. Spesso attraverso le vie più sorprendenti, con scelte coraggiose e inaspettate.

Una di queste è senza dubbio la guida tecnica. Martin Schiller, Coach viennese 38enne, individuato nel mondo cestistico statunitense come l’uomo giusto per traghettare il club in una nuova era. Non ce ne vorrà di certo se diciamo che c’era grande curiosità intorno al nome dell’ultimo allenatore dell’anno della NBA G League.

Questo pezzo non vuole essere la celebrazione di un allenatore che dobbiamo ancora conoscere naturalmente. Piuttosto, il tentativo è di ricercare il fondamento della più grande sorpresa in questa primissima fase del torneo.

Una delle chiavi di lettura, se non la principale, si chiama continuità tecnica. Sarunas Jasikevicius non ha lasciato in dote solamente una partecipazione alla Final Four e una qualificazione ai playoff. Il nuovo Coach del Barcellona ha lasciato in eredità un sistema, un metodo. Lo stesso coach austriaco ha espresso la sua intenzione di seguirne la traccia presentandosi ai suoi nuovi tifosi.

La capacità di Schiller è stata comprendere il momento. Capire che sarebbe stato difficile mettere subito tanta carne al fuoco nel mezzo di una preparazione anomala. Avere la pazienza di agire nel solco di quanto di buono fosse già presente nell’impianto di gioco, valutando più in là eventuali correttivi sostanziali. Anche se qualcosina si sta già notando. Ci arriveremo.

I principi base dello Zalgiris non sembrano particolarmente cambiati. In attacco, la Grande Bellezza di una pallacanestro imperniata sui concetti di condivisione e lettura dei movimenti della difesa per poi colpire le aree in cui è maggiormente esposta.

Uomini e palla non stanno mai fermi, le scelte sono rapide e si attacca su tutta l’ampiezza del campo. Questo per essere sempre un tempo di gioco in anticipo rispetto ai difensori. Per obbligarli a dover coprire una porzione di campo più ampia e, di conseguenza, scegliere in emergenza.

Alcuni trucchi del sistema offensivo dello Zalgiris

Così è più facile costruire conclusioni ad alta percentuale che mettano in ritmo e in fiducia tutti. La qualità dell’esecuzione dei lituani è testimoniata anche dai numeri.

Lo Zalgiris, infatti, ha il miglior offensive rating della Lega (104.6 punti segnati su 100 possessi) nonostante un PACE tra i più bassi. Giocano, infatti, 75.5 possessi a partita (meno solo lo Zenit con 74,5, ma anche con solo due partite giocate).

Se i tiri sono ben costruiti, va da sè che si alzano le possibilità di realizzazione. Non a caso, i verdi sono anche i migliori per efficienza offensiva, segnando il 53,5% dei punti potenziali. Dato che schizza al 62,7% nelle sfide casalinghe (rispetto al 50.6% lontano da casa). Praticamente, quasi due tiri su tre finiscono nel canestro. Segno evidente che il fattore Zalgirio Arena è ancora forte e funge da facilitatore anche a capienza ridotta.

Facilitatore per eccellenza che è l’assist: il 25% dei possessi termina con un passaggio vincente. Solo l’Efes riesce a fare meglio con un punto percentuale in più. Non è finita qui, perchè il 56% dei punti segnati è assistito. Anche in questo caso, i ragazzi di Ergin Ataman sono i primi della classe con il 60.8%. E’ conseguenza quasi fisiologica che l’86,4% dei propri punti arrivi dalle conclusioni dal campo (3°).

E anche nelle rare occasioni in cui arriva l’errore, aver mosso la difesa ed essere in anticipo di una giocata fornisce un posizionamento favorevole a rimbalzo. E’ così che i lituani catturano il 32,4% dei palloni sotto il tabellone avversario (4°), secondi per efficienza nel fondamentale con il 54,4%.

Tutto riassunto e condensato perfettamente dal PIR (363). Semplicemente il migliore della lega.

Negli ultimi anni, la presenza di giocatori interni di qualità ha garantito allo Zalgiris la possibilità di avere una bidimensionalità piuttosto forte. Giocatori come Brandon Davies, Zach LeDay ed Edgaras Ulanovas hanno trovato la loro consacrazione verso altri e più prestigiosi lidi. Processo frutto della loro valorizzazione all’interno di un sistema in grado di agire anche al di fuori della inarrestabile “penetralizzazione” dei meccanismi offensivi.

Tendenza che trova conferma anche nella versione 2020-21, almeno per il momento. Quindicesimi per conclusioni da 3 in relazione ai tiri tentati (36,7%), sono comunque i più precisi con il 41,7% di realizzazione.

Anche in questo caso, la qualità paga. I lunghi, in particolare, vengono sfruttati si per dare profondità alla manovra, ma anche come mezzo per costringere le difese a chiudersi. Fenomeno forzato anche dalla capacità di esterni come Lekavicius e Jokubaitis di battere l’uomo e creare vantaggi dal palleggio con grande continuità.

Ancora una volta, vengono poi in soccorso letture e spaziature per riaprire e innescare la propria batteria di tiratori. Quando questi ultimi si chiamano Milaknis, Grigonis, Vasturia e Hayes, allora il giochino diventa perfino facile da riprodurre. Certamente godibile da osservare.

Tutto è più semplice se hai anche il 57,9% da 2 (3°) e armi vicino al ferro considerate credibili, pericolose. Insomma, rispettate dallo scouting report dei vari staff tecnici.

A queste latitudini si può toccare con mano un lavoro individuale in palestra di primissima qualità. Un lavoro che migliora i giocatori nel vero senso del termine.

Kaunas è ambiente dove si nasce per gli alti livelli, ma è anche terra di resurrezione.

Può capitare che Joffrey Lauvergne riesca subito a mettersi alle spalle una stagione da desaparecido al Fenerbahce e diventare fulcro centrale della sua nuova squadra. 11.7 punti con il 65,2% in area, 6.3 rimbalzi e 12.3 di PIR in 20 minuti di utilizzo medio le cifre di un avvio ben oltre il sorprendente.

Fuori solamente alla seconda giornata, non prendendo parte alla trasferta in casa del Khimki per una sospetta positività al Covid (caso poi rientrato). Non siamo ancora ai livelli di splendore delle due stagioni al Partizan, ma gli sono stati sufficienti 3 partite per ripagare la fiducia. Qualità ed efficacia, abbinate a un peso specifico che non ha nessuno nel front-court di Schiller.

Marius Grigonis aveva bisogno di superare i postumi di un’operazione al piede che lo ha costretto a sole 10 presenze nella scorsa stagione. Un lontano ricordo per il vero all-around player e collante di questo Zalgiris. La guardia classe 1994 sta giocando una pallacanestro clamorosa, per lucidità e killer instinct, e ancora può migliorare (2.5 perse)

Chi sta facendo il passo in avanti più grande sotto la nuova guida tecnica, forse, è Nigel Hayes. Partito Edgaras Ulanovas, l’impressione è che l’ala dell’Ohio stia assumendo le sue orme diventando un giocatore di post-basso sempre più solido. Una dimensione in cui sembra trovarsi piuttosto bene. Un rendimento che fa di lui uno dei migliori giocatori di questo mese di Ottobre. Lo abbiamo evidenziato lunedì nel pezzo sul meglio dell’Eurolega dopo 4 turni

Ma allora ci sono ulteriori margini di miglioramento nello Zalgiris e dove sta già mettendo mano Martin Schiller?

La squadra del tecnico austriaco sembra già a un livello di coesione piuttosto alto, in attesa di inserire ancora un paio di pezzi. Patricio Garino si è operato di recente al menisco. Uno stop di un mese e mezzo che arricchisce il suo calvario di un nuovo capitolo. Il promettente centro Marek Blazevic è ancora atteso al debutto.

La difesa resta uno dei marchi di fabbrica della formazione lituana. La pressione sulla palla è principio basilare anche sotto Martin Schiller. Con raddoppi e blitz in grado di orientare l’attacco dove può fare meno male, già lontano dal canestro. Il tempismo ottimale delle rotazioni e la qualità del close-out fa il resto. Lo Zalgiris concede solamente il 31,9% da tre punti.

Andando a cercare il pelo nell’uovo, forse manca un vero e proprio lockdown defender in situazioni in cui si è costretti ad accettare l’1vs1. Oltre a un rim protector vicino al ferro. Un centro che sia rapido di piedi e abile nell’aiuto e recupero sul pick and roll. Ciò che non si può chiedere a Lauvergne così come a Martinas Geben.

92.7 punti subiti ogni 100 possessi fanno dello Zalgiris l’ottava squadra per defensive rating. Il 53,2% da due concesso (12°) concorre a porre l’asticella su livelli ancora distanti dall’eccellenza. Dimensione su cui ci si assestava nei passaggi migliori del ciclo precedente.

Su quest’area potrà spingere Schiller nella quotidianità delle prossime settimane. Una metamorfosi nella quale si è intravisto uno Zalgiris più diretto. Specialmente in occasione della partita contro l’Efes di settimana scorsa. Non sarei sorpreso se quel 75.5 di PACE già citato salisse rapidamente. Le point-guard Lukas Lekavicius e Rokas Jokubaitis sono i due motorini incaricati di assaltare il ferro nei primi secondi dell’azione.

Due giocatori in uno stato psicofisico eccezionale. Il primo completamente rigenerato dopo il richiamo di Jasikevicius e l’esperienza deludente al Panathinaikos precedentemente. Il classe 2000 è la principale sensazione emergente vista finora. In grado di guadagnarsi un minutaggio triplo rispetto alla scorsa campagna e di essere uomo decisivo alla prima stagione con un ruolo fisso nelle rotazioni.

Giocatore che mi ricorda Kostas Sloukas per utilizzo del ball handling al fine di creare separazione dal difensore e i presupposti per l’arresto e tiro dal midrange. Oltre che per la rapidità di esecuzione del gesto tecnico stesso.

Proprio al cospetto del fenomeno greco è arrivata la miglior prestazione in carriera. 12 punti, 3 rimbalzi, 3 assist, 1 recupero e 15 di PIR al Pireo nel turno inaugurale. Con un canestro determinante per il rientro dello Zalgiris nei minuti finali e i due liberi decisivi a 3.5 secondi dal termine.

Per quanto potrà prolungarsi la magia non lo possiamo sapere. Il calendario può essere utile alleato con sei impegni casalinghi nelle prossime dieci giornate. Valencia, Real, Cska, Zenit, Barcellona e Baskonia gli avversari. Affrontarli lontano dalle mura amiche poteva essere un problema. Lo Zalgiris ha la carica dei 5000 dalla sua parte e un sistema che sembra ripetersi uguale a se stesso, ma che resta sempre di moda.

La sfida è lanciata: lo Zalgiris Kaunas vuole sconfessare gerarchie e pronostici ancora una volta.

Immagine in evidenza: BC Zalgiris Kaunas

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