Le parole di Ataman sulla presenza dei tifosi aprono la discussione

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Nel dopo gara di Zalgiris vs Efes, a margine di una sconfitta pesante per i turchi e di una prestazione pressoché perfetta dei lituani, Ergin Ataman ha commentato, stimolato dalla stampa locale, la presenza di 5000 tifosi sugli spalti della Zalgiris Arena.

«Sicuro che erano solo 5000?» E qui la battuta ci sta, perchè effettivamente sembravano il triplo, per passione, coinvolgimento ed occupazione degli spazi.

«Visto che negli ultimi giorni ho letto diversi colleghi che parlavano di quanto sia corretto e quanto non lo sia in questa competizione, voglio dire che la presenza dei tifosi di questa sera non è per nulla corretta».

«Tutti noi siamo costretti a giocare in ambienti deserti e senza l’appoggio della nostra folla, è ovvio che il fatto che una squadra possa godere di questi vantaggi non è “fair”».

«Con questo voglio però riformulare i miei complimenti allo Zalgiris, che ha meritato di vincere ed è la miglior squadra che ho visto sinora quest’anno».

Ora, usciamo dal discorso da “tipici italiani” del tipo “se avesse vinto non lo avrebbe detto”, perchè non vuol dire nulla e soprattutto perchè vorrebbe dire non conoscere minimamente il personaggio.

Coach Schiller, suo avversario, ha chiaramente detto che «la presenza del nostro pubblico ci ha dato grande energia». Certo, perchè posti proprio come la Zalgirio Arena, Oaka, la Stark Arena, Yad Eliyahu, la Ulker Arena o il Sinan Erdem Dome sono vere e proprie fonti di energia e supporto per i padroni di casa, cosa che non accade altrove.

Ora, pare evidente che qualcosa di non esattamente corretto ci sia in una situazione come quella di Kaunas, ed è normale parlarne.

Il tema è delicato e francamente fa parte delle tante situazioni anomale che purtroppo si vivranno ancora a lungo e che danno vita, senza alcun dubbio ad una stagione particolare, se non proprio contrassegnata da quel famoso asterisco.

E’ per questo che non ci sentiamo di condannare le parole di Ataman, così come non ci sentiamo di ritenere sbagliato che chi lo può fare conceda al pubblico di assistere alle gare.

I NUMERI, PER CAPIRE (fonte Johns Hopkins University)

Perchè la Lituania apre al pubblico? Ecco il dato numerico dei contagi rispetto all’Italia, giusto per avere un termine di paragone.

A ieri in Italia su una popolazione di 60, 36 milioni ci sono stati 381602 casi pari allo 0,63% degli abitanti, con 36372 morti che rappresentano lo 0,060% della popolazione.

In Lituania, paese da 2,795 milioni di abitanti, ci sono stati 6760 casi, pari allo 0,0024% della popolazione ed un dato di 110 morti.

Ovviamente non ci permettiamo minimamente di commentare il lato scientifico, ben lontano dalle nostre competenze.

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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3 thoughts on “Le parole di Ataman sulla presenza dei tifosi aprono la discussione

  1. Ok, come la pensi è chiaro, ripreso ogni giorno da diverse angolazioni.
    Io non sono d’accordo, ma vista la convinzione del blog, non ho voluto intervenire.
    Una nota di dissenso però la vorrei mettere, visto che intitoli l’articolo “apre la discussione”.

    Le parole di Ataman sul vantaggio di avere il pubblico a palazzo fanno sorridere.
    Si smontano facilmente: o lui crede che il vantaggio di vivere in una nazione molto più grande e più ricca, sia ininfluente?
    Perché se sei una piccolissima nazione come la Lituania, con una storia recente di dominazione subita, è chiaro che nonostante la grande passione del pubblico e dell’intero popolo per il basket, non puoi lo stesso pagarti i Larkin, i James&Milutinov&Shenghelia (tutti insieme), e tanti altri campioni ben oltre il milione in altre squadre, proprio perché sei piccolo e non riesci a mettere insieme tanto denaro, anche volendo, avendo un’economia su numeri infinitamente più piccoli.

    Non ho visto però Ataman dimenarsi per il vantaggio evidente dei campioni che può pagarsi…
    E non parlo dell’odioso “chi più spende vince”, parlo del potersi comprare figure di riferimento, campionissimi a cifre oltre i due milioni.
    È così, lo sappiamo, nessuno ha niente da ridire da anni. La NBA forse ha provato ad aggiustare questa situazione, con regole ad ok, ma non è riuscita lo stesso ad evitare le concentrazioni di stelle: e nessuno protesta sui vantaggi economici evidenti.

    Allora di che cosa stiamo parlando se per una volta la piccola nazione ha il vantaggio di avere meno contagi e può permettersi in tutta sicurezza di avere quasi tutto il suo pubblico?
    Cerchiamo di non essere ridicoli! – mi verrebbe da dire.

    E più in generale sul tema: io credo che lo sport abbia lo stesso valore e la stessa importanza della scuola – anche se in Italia questo concetto purtroppo non esiste.
    Lo sport educa e forma, oltre a produrre reddito in maniera consistente: è fondamentale, ha pari valore con la scuola.

    Partendo da questo assunto, ne segue che se la scuola si è adeguata e sta cercando di farlo sempre di più, con attenzione particolare a ridurre i contagi, non capisco perché lo sport, se vuole riconosciuto il suo ruolo centrale nelle nostre società, non debba fare lo stesso.

    Tutti noi stiamo molto attenti a come vivere, e tutti noi paghiamo nel nostro lavoro le conseguenze della situazione grave creata dal covid – per esempio nello smart working: pensa ai nuovi assunti, i pochi fortunati nuovi assunti, che lavorano in aziende dove non possono conoscere nessuno, dove non esistono per loro altri ambienti che le mura di casa, dove non ci sono pause che permettano di farsi il termometro dei colleghi. Che vita è quella? Quanto è difficile lavorare per un’azienda e sentire di farne parte, se della stessa non sai altro che i compiti che ti arrivano sullo schermo a casa tua…
    Eppure viviamo tutti così.

    Lo sport quindi, se vuole davvero che gli venga riconosciuta la sua importanza, deve vivere così come tutti noi.
    E siccome in palestra e in campo non ci si ammala, perché le misure di contenimento e di sicurezza sono tante e molto severe, i contagi degli sportivi avvengono per forza fuori dall’ambito sportivo, quindi non c’è motivo di non ritenerli infortuni come gli altri.
    Se tu sei Jasekivicius e non hai nemmeno contatti di gioco, e ti ammali, beh, sei un professionista disattento, date le circostanze, come lo siamo tutti e come tutti ci stiamo imponendo severe restrizioni del nostro vivere abituale.

    Dunque è vero che questo è e sarà un campionato strano, è vero che forse il merito sportivo non sarà rispettato, ma anche qui: in base a quali valori?
    Perché se Tel Aviv vince la EL davanti alle squadre favorite, il merito sportivo fu rispettato o no?
    La risposta è: sì, perché se la giocarono sul campo, come ogni volta che vince chi non era favorito.
    Ma se sul campo tu non ci puoi venire, perché uno dei tuoi ha fatto lo scemo e poi ha infettato gli altri, è sempre il campo a parlare, o no?

    Oppure diciamo che lo sport è una cosa a parte, non soggetta alle stesse regole della società, e allora francamente, se fosse così, e se fosse quindi solo una cosa da difendere gli interessi economici in gioco, se la sbrighino tra loro.

    Invece io credo che siano parte fondamentale della nostra società, che siano soggetti alle stesse regole e precauzioni, e per quanto mi dispiacerebbe vincere partite a tavolino, non mi sentirei menomato nella mia stagione, se fosse una stagione buona.

    Risposta ad Ataman? Tu hai i campioni milionari, io il pubblico sano! Direi che a occhio siamo pari.
    Lasciamo parlare il campo…

    1. Innanzitutto grazie come sempre per il tuo interesse, graditissimo. E ti aggiungo che il posto giusto per esprimere eventuali dissensi è proprio questo sito, poiché, pur esprimendo opinioni quotidianamente (lo facciamo tutti in redazione, sia sulle notizie che sulle gare) riteniamo che senza confronto non vi sia ragione di esistere. Sarebbe un mondo molto più squallido di quanto non lo sia già se la pensassimo tutti uguale… Già premesso, ho espresso la mia opinione con parecchi dubbi. Io non so, lo ammetto, se abbia ragione Ataman o se si possa dire qualcosa ai lituani che permettono il pubblico a palazzo: soprattutto perchè ignoro i motivi medici che portano alla loro decisione di apertura. per quello ho aggiunto i dati del contagio e dei decessi, in modo da fornire un ulteriore possibilità di analisi. La cosa su cui non sono assolutamente d’accordo è sul trattare i contagi come infortuni normali. per loro natura non possono esserlo. Ancor di più se legati ad vegetali comportamenti poco sicuri degli atleti. Io non ho elementi, e quindi non ne parlo, per dire se Mirotic o Timma, Jasikevicius o TJ Parker, si siano infettati a causa di inaccortezza nella loro vita quotidiana. Sulla questione del privilegio di aver campioni o di essere una nazione con una storia di dominazione, francamente mi sembrano temi che esulano dal contesto, seppur reali e chiarissimi. Soprattutto il fatto dei campioni strapagati è un tema centenario nello sport: meglio Mourinho che vince la Champions con il Porto di Costinha o Zidane che la vince col Real miliardario? La risposta non ce l’ho io e credo l’abbiano in pochi. Questo sarà un torneo particolare, lo sappiamo: ritengo si potesse far meglio a livello organizzativo per evitare tanti problemi, ma chi ha deciso lo ha fatto così, quindi mi adeguo e resto un amante del gioco. Ecco, quello lo vedo scarsino sinora rispetto al passato e sarà tema di analisi provarne a capire le motivazioni. Chiudendo quindi, confermo che le parole di Ataman possano essere tema di discussione e che sia abbastanza complicato porsi dall’una o dall’altra parte, pur apprezzando chi come te ha idee chiare a riguardo. Un saluto

  2. Grazie a te della risposta e degli spazi che offrite ai tifosi col vostro lavoro in questo blog.

    Non ho le idee così chiare neanch’io, ci mancherebbe, anche se per necessità di argomento ho dovuto esporle in modo forte.
    In questo momento così difficile per tutti è utile restare aperti e flessibili, come ha dimostrato di saper fare EL rivisitando la regola dello 0-20.
    La soluzione della bolla è una delle soluzioni possibili, ma dopo averli visti in campo, non ti pare che anche il titolo NBA, che pure ha creato una bolla strepitosa, meriti un asterisco?
    Proprio per la mancanza di quel pubblico che Ataman sembra considerare un fattore.

    Fammi concludere con una battuta: preferirei tutta la vita avere Larkin in squadra e il pubblico muto, che avere un’arena tipo la Zalgiris o la Oaka ma nessuna stella in squadra 🙂

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