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Ataman e quello strano linguaggio del corpo nel derby? Ecco tutte le motivazioni

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Non è sfuggito agli occhi più attenti e non poteva sfuggire a chi ha imparato a conoscere il personaggio in questi anni: l’Ergin Ataman visto in panchina durante il derby di giovedì sera tra il suo Efes ed il Fenerbahçe aveva qualcosa dentro di assai particolare e, proprio per la sua natura, insopportabile.

Il suo linguaggio del corpo è sembrato parecchio distaccato e pensieroso, come se qualcosa di più grande occupasse la sua testa. E’ proprio così e quelle cose sono sostanzialmente due.

Capitolo Larkin. Dopo la gara Coach Ataman ha informato che il giocatore sarà in Turchia il 25 ottobre, cosa che dovrebbe renderlo disponibile per il sesto turno di Eurolega del 30 ottobre, in casa dell’Olympiacos.

Era necessario toccare il tema Larkin dopo due gare perse, abbastanza a sorpresa? Giornalisticamente ovvio che sì, poiché sostenere che l’Efes abbia perso due volte a causa dell’assenza del campione americano è assai semplice, anche se la stessa squadra del Bosforo ha dimostrato nel recente passato di cavarsela benissimo anche in assenza del giocatore o del suo compagno di reparto Vasiljie Micic.

«La mia squadra ha giocato in maniera terribile. Singolarmente tutti malissimo eccetto Simon e Moerman». Queste parole aprono la porte ai singoli ed allora il tema Larkin diventa quello principale.

Ma cos’ha Shane Larkin? E’ infortunato? Se sì, di quale problema soffre? Perchè non sta svolgendo l’eventuale attività di recupero con la sua squadra? Come mai ad oggi quel famoso comunicato ufficiale di prolungamento del suo contratto non compare?

Tutte domande assai lecite che ci poniamo e che certamente non lasciano troppo sereno Coach Ergin.

Non bastasse questo, in Turchia è montata una polemica dal nulla, che non a caso arriva nei giorni e nelle ore che precedono il derby.

Ora, che il rapporto storico di Ataman con il Fenerbahçe non sia esattamente idilliaco lo sanno anche i muri, tuttavia soprattutto l’ultimo periodo del duello con Obradovic aveva contribuito, grazie ai due allenatori, ad abbassare i toni e diminuire la tensione.

Qualche settimana fa Ergin è stato intervistato (video, quindi ci sono le prove…) da Deniz Aksoy, per S Sport. A domanda precisa della “nostra” Deniz «Alleneresti mai il Fenerbahçe se ti chiamasse?», il Coach ha risposto così: «Nello scenario attuale credo che non mi chiamerebbero, così come credo non lo farebbero i Golden State Warriors».

Chiaro il senso ed ovvia anche l’ironia inclusa in quelle parole, per nulla di chiusura totale all’ipotesi ed ancor meno irrispettose nei confronti del Fenerbahçe.

Ebbene, una certa stampa turca si è affrettata a pubblicare notizie con titoli del tipo “Ergin Ataman, non allenerò mai il Fenerbahçe”, come se vi fosse stata quella netta chiusura da parte del Coach. Il tutto solo al fine di alimentare le polemiche.

Lo stesso Ergin ha dovuto quindi rilasciare dichiarazioni precedenti la partita di giovedì in cui chiariva di non aver mai detto nulla contro il Fenerbahçe, ma di aver parlato solo di “scenario attuale”. Invitando altresì a vedere l’intera intervista, cosa che evidentemente non è stata fatta da chi ha riportato il senso distorto delle sue parole. O magari è stata fatta, ma si è preferito cercare il clamore di un titolo inventato ed alimentare la polemica.

Esattamente Ataman si è espresso in questo modo: «Chi ha riportato le cose in questo modo danneggia lo sport ed i media turchi».

«Ho grande rispetto per il Fenerbahçe, per la sua organizzazione per i suoi tifosi. Non credo sia uno scenario possibile oggi una loro offerta, così come non credo che mi arrivi un’offerta dai Golden State Warriors…, quindi non credo si possa parlare oggi di qualcosa che non è realizzabile».

«Chi ha scritto queste cose, oltre a danneggiare un allenatore che ha portato alla Turchia successi storici, lo fa anche con chi svolge il suo lavoro seriamente e con impegno».

Il problema Larkin, uno 0-2 inatteso ed assai mal giocato dai suoi, le polemiche inventate dalla stampa: ora è tutto chiaro. Ecco perchè quello visto in panchina giovedì sera non era l’Ergin pronto a sfidare il mondo, ma solo quello che non sa nascondere disappunto e sofferenza, sentimenti ai quali non riesce a sfuggire.

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