5 Sfumature di Eurolega | Barcellona, Cska, Khimki… E’ equità competitiva?

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Il primo turno è alle spalle e purtroppo è impossibili non sottolineare come l’impatto del COVID-19 abbia picchiato duro sin da subito sulla Turkish Airlines Euroleague. Coinvolte direttamente tre squadre, per ora: Barcellona, Khimki e Cska.

Proseguono anche i tornei nazionali, con alcune indicazioni importanti.

Le nostre 5 Sfumature, in versione domestico-internazionale.

  • Barcellona e Real non giocano le loro gare di Liga Endesa per problematiche legate alle positività al coronavurus. Il calendario si infittisce. Ok, bisogna conviverci, ma è sostenibile sportivamente parlando?
  • I blaugrana annunciano che non si alleneranno fino al risultato del secondo test di martedì 6/10, dopo quello effettuato ieri. Quindi potrebbero andare a San Pietroburgo, a parte l’assenza del Coach e del suo assistente, con alle spalle un solo allenamento (forse). Torna la stessa domanda: vengono rispettati i valori sportivi? E l’intrigantissima sfida Jasi-Pascual è il primo gran duello che salta.
  • Primo impatto di quello che possiamo chiamare “effetto Eurolega” sui campionati. Asvel (102-104 casalingo contro Bourg-en-Bresse), Valencia (95-85 a Siviglia) e Baskonia (75-83 alla Fernando Buesa contro Murcia) cadono. Tutto normale, il torneo continentale è una brutta bestia e quelli domestici diventano “un incubo” come ha giustamente detto Bartzokas.
  • Milano dominante e straripante in LBA, come nel rispetto dei valori. Ottima gestione dei minutaggi, riposo per Hines, sostanziale anche per Datome. L’Olimpia non era solita vincere gare come quella di Monaco, come abbiamo scritto, e non lo era nemmeno nel distribuire lo sforzo come fatto con Treviso. Ci piace, con buona pace delle polemiche inutili. Questa è la strada giusta.
  • 6 giocatori, 1 Coach ed 1 assistente positivi dopo un solo turno. E’ un dato di fatto. Viaggi avventurosi, allenamenti ridotti all’osso, quando erano già pochi. Dove ci porterà tutto ciò? Quanto è grande l’asterisco di fianco alla stagione?

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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2 thoughts on “5 Sfumature di Eurolega | Barcellona, Cska, Khimki… E’ equità competitiva?

  1. Sull’equità sportiva lasciami rovesciare il punto di vista.

    Siamo tutti – tutto il mondo – in allarme per il COVID e a causa della pandemia abbiamo tutti dovuto cambiare modi di fare e vivere con molta più attenzione e circospezione – quasi tutti…
    Se entro in un locale strapieno, o pieno di gente in piedi senza maschera, io me ne vado, non entro, non rimango. E sto attentissimo a non raffreddarmi in questo periodo, perché un forte raffreddore e la lineetta di febbre tipiche del cambio di stagione mi impedirebbero di andare in giro – no uffici, no bar, no ristoranti.
    Chi più chi meno siamo tutti coinvolti in questo cambio di abitudini. Ci siamo adeguati, le abbiamo assimilate, le rispettiamo.

    Inclusi i giocatori, e gli sportivi in generale.
    Quelli degli sport collettivi, inoltre, non sono responsabili solo per se stessi, ma anche per la squadra – perché positivo uno, tutti gli altri sono a rischio e possono essere fermati dalle autorità, con ragione.
    QUINDI, i comportamenti individuali degli sportivi, come quelli di tutti noi, devono essere sorvegliati individualmente da ciascuno, e sottoposti a responsabilità individuale come tocca a noi tutti.
    A parte il problema primario della salute, anche per me, per chiunque, risultare positivo si tradurrebbe in un guaio lavorativo. Quindi sto molto attento e rispetto le regole.

    Per gli sportivi di squadra il danno, oltre a essere individuale, riguarda anche tutti gli altri, ovvero il loro ambiente di lavoro, e l’intervento delle autorità che giustamente devono mettere dei freni.
    La responsabilità individuale dovrebbe essere quindi ancora maggiore.
    Ma siccome l’ambiente di lavoro degli sport di squadra è rigidamente controllato, e sottoposto a regole strette di igiene e prevenzione, è probabile che lo sportivo che risulta positivo, lo sia diventato fuori dalle palestre, fuori dall’orario di lavoro per così dire, dunque per responsabilità personale di comportamenti non adeguati alla situazione generale.

    A questo punto il dubbio sull’equità sportiva viene a cadere.
    Se tu giocatore non hai rispettato le regole che la grandissima maggioranza di tutti noi seguiamo attentamente, se sei andato a esporti in situazioni a rischio dove le norme elementari di igiene e distanziamento non sono osservate, beh, allora la tua positività è un infortunio come gli altri.
    È come se tu fossi andato a sciare e ti fossi infortunato, o se ti fossi preso l’influenza o una gastroenterite disabilitante – cose del genere che di solito agli sportivi non capitano perché, appunto, stanno attentissimi a come vivono.
    Se però non prestano altrettanta attenzione al Covid, e si ritrovano positivi, siccome è molto poco probabile che lo abbiano preso in palestra, allora la responsabilità individuale elimina il dubbio dell’equità sportiva, come non verrebbe in mente a nessuno di noi di mettere in dubbio l’equità sportiva se tre o quattro membri di una squadra avessero l’influenza, condizionando il risultato di una partita.
    Diremmo sfiga, come diciamo quando gli infortuni si accavallano.
    Non vedo perché dovrebbe essere diverso per la positività al Covid.

    Il grande interrogativo sulla possibilità di continuare e finire le stagioni sportive resta, e resta la grande difficoltà di fare sport in queste condizioni, ma se i singoli giocatori risultano positivi, e le squadre sono quindi costrette a non presentarsi alle partite, come è successo in altri sport, beh non sono certo che l’equità sportiva sia compromessa – sono più favorevole a considerare le responsabilità individuali con le conseguenze che ciò comporta.

    1. Come sempre il tuo commento è ben circostanziato e sostiene tesi assai condivisibili. Ci sono due cose che però mi permetto di discutere. Se vi era (e vi è, come detto da Bertomeu) la possibilità di una bolla, perchè non perseguita quando avrebbe voluto dire essere certi di risultati, spettacolo maggiore e completamento almeno di un girone do andata? Second cosa. vero che i comportamenti individuali devono essere più attenti, ma se uno “fa il pirla”, come si dice a Milano, perchè devono rischiare compagni ed avversari, soprattutto questi ultimi? Questo è il punto base. Ed è per questo che parlo ormai da settimane di diseguaglianza competitiva. Grazie, comunque, sempre del seguito

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