E’ il Barça di Abrines, non è il Cska di Mike James

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Non poteva esserci sfida più accattivante per il ROUND #1 della Turkish Airlines Euroleague edizione 2020/21.

Al Palau arriva il Cska per una gara che, secondo la previsione di molti commentatori, cui ci associamo da settimane, potrebbe rappresentare l’evento conclusivo che assegnerà il trofeo l’ultima domenica di maggio a Colonia.

Due superpotenze, due grandissimi allenatori, due roster completi come nessun altro, una lista di potenziali MVP decisamente lunga: il meglio in questa lega, anche se sappiamo che Laso ed Ataman avranno, a ragione, qualcosa da dire.

Ovvio, l’assenza di Milutinov e Strelnieks da una parte pesa più di quella di Kuric dall’altra, ma queste squadre sanno comunque bene come gestire una stagione coi suoi normali contrattempi e nessuno si piange addosso certamente per chi non ‘c’è.

Vince il Barcellona, meritatamente, in una partita che ha già dato alcune indicazioni importanti sul futuro di entrambi i club e della competizione stessa, pur non essendo certo di quel livello che, forse un po’ troppo avventatamente, ci aspettavamo. Siamo alla prima giornata, si gioca dopo mesi di inattività, è normale che un po’ di ruggine possa esserci.

I nostri 5 punti, consolidati, per dare il via ad una stagione che speriamo possa stare il più lontano possibile dai purtroppo noti eventi esterni.

I NUMERI PARLANO CHIARO

33-27 a rimbalzo, 59,5% da due contro il 46,9% avversario, 42,9% da tre rispetto al 29,6% moscovita: con questi numeri non poteva esserci discussione, come non c’è stata, se non in quel 57-55 a 7’15” dalla sirena.

ABRINES MVP

Alejandro Abrines Redondo, per tutti Alex, non molla la presa. Dopo una stagione poco efficace, probabilmente ancora influenzata dalle difficoltà del dopo NBA, il 27 enne di Palma di Maiorca prosegue il suo percorso verso il ritorno allo status di stella che in questa lega può e deve avere. 13 con soli 6 tiri, 7 rimbalzi, 3 assist ed un bello “zero” al capitolo palle perse, tema da rivedere in casa Barça, per un 22 di valutazione in 32’23” sul campo. La scorsa stagione scorsa è stato utilizzato per 14’49” di media, con 5,2 punti ed un PIR medio di 4,9. Contro il Cska giocò 1’56” all’andata e 5’21” al ritorno. La chiude lui, con una tripla ed un “and one” spettacolare, quando il cska si fa più pericoloso.

ITOUDIS E LA MENTALITA’ DA RIVEDERE

«Abbiamo fatto il nostro sforzo, ma a questo livello non basta. Abbiamo perso ritmo, siamo stati lenti, e con cattive esecuzioni. Ci sono mancati lo spirito e la mentalità per lottare sin dall’inizio, così il Barça ha vinto meritatamente. Riguardo la mia squadra e la gara in generale, abbiamo diverse cose da analizzare e non solo per oggi». Dopo il “suicidio” con Perm in VTB, Dimitris Itoudis si attendeva qualcosa di diverso ala livello di mentalità.

ASSIST E PALLE PERSE

Da questa partita, da queste due squadre, ci si attendeva qualcosa di più. Lo abbiamo già detto, è un inizio stagione particolare, dopo un periodo di inattività mai vissuto prima (meno per il Barça), ma un fatturato globale di 33 assist e 35 perse non corrisponde alla qualità degli interpreti. Tra i quali spiccano le prove, oltre all’MVP Abrines, di Nikola Mirotic, sempre su livelli altissimi, ed un Daniel Hackett che è forse l’unico ad incarnare lo spirito che Itoudis avrebbe voluto vedere in una sfida simile. Will Clyburn ci pare al momento ancora alla ricerca della brillantezza atletica e tecnica che lo contraddistingueva: tutto in linea con quanto può accadere a chi sta fuori un anno.

MIKE JAMES, LA GESTIONE, LE STELLE

Mike James gioca una partita stranissima, ben al di sotto degli standard di eccellenza abituali. A volte pare calarsi troppo nel ruolo di organizzatore di gioco, atteggiamento certamente positivo ma che non deve snaturare le caratteristiche di attaccante istintivo, cattivo e con talento da vendere. La ricerca dell’equilibrio tra “gestore di stelle” e “stella tra le stelle” è sicuramente una delle situazioni tecniche più importanti all’interno del sistema Cska. Ancor di più quando ci sarà Milutinov.

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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3 thoughts on “E’ il Barça di Abrines, non è il Cska di Mike James

  1. Stranissima la partita di Mike James, per tutti forse, tranne che per noi tifosi dell’Olimpia Milano.

    Noi purtroppo l’abbiamo visto troppe volte con l’atteggiamento piuttosto irritante che ha avuto ieri contro Barcellona – e proprio nelle partite che sarebbero contate.
    E anche quella di ieri sera, apertura della stagione tra le favoritissime, era di quelle che contano.
    Ed ecco l’amato Mike scivolare inerte in difesa, lasciando a Calathes il tempo e lo spazio per realizzare bene le sue mosse – e fortuna di James e del CSKA che Calathes non abbia la mano del tiratore: sarebbe finita molto peggio per Mosca.
    Ed ecco James perdere tre palloni consecutivi a inizio quarto quarto, mi pare, ovvero nel momento decisivo, tentando di fare nonsisachè.
    Poi mette anche un triplone da lontanissimo, dopo aver sbagliato credo tutte le triple della partita, un triplone splendido, ma avventato e inutile, che ha raffreddato i compagni definitivamente, pare a me.

    Esagero? Forse un po’, ma non troppo.
    È chiaro che ogni volta che gli vedo trascinare la squadra nel baratro, come ha fatto ieri sera con Mosca, da tifoso che lo ha ammirato a piene mani, e che a piene mani è stato tradito dal suo comportamento in campo, quando sarebbe stato necessario proprio il contrario, ogni volta che lo vedo trascinare la squadra nel baratro col suo comportamento insolente e poco rispettoso dei compagni, un po’ godo – devo ammettere, senza esserne particolarmente fiero, anzi. Però è umano, credo.

    Quella mollezza assoluta in difesa, e l’anarchia totale – e sterile – in attacco, è chiaro che ti viene da mandarlo, conoscendo il talento immenso che ha.
    Ma: è un vincitore? Non lo so.

    Certo vedo, ieri ancora una volta, perché Messina non l’abbia voluto.
    Poi: vero è che il volo da Mosca a Barcellona è più che lungo.
    Ci sta essere stanchi o fuori fase anche solo per quello.
    Vero è che chiunque può avere una giornata no.
    Vero è che le giornate no ognuno le soffre a modo suo e come può: però il suo modo di soffrirle è veramente irritante.
    Mi pare infatti che proprio Hackett, “perfino” Hackett gliel’abbia detto a muso duro, in campo, come s’è visto bene nell’inquadratura televisiva…

    A questo punto non mi resta che chiudere con cattiveria: non è che gli rode di essere ancora in Europa? O di avere compagni che riempiono le pagine dei giornali e il cuore dei tifosi almeno quanto lui?
    Non è una chiusura elegante, e verrà certamente sconfermata dal futuro di Mike James, ma secondo me andava detto, scusate.

    1. Sai, su ieri non sono d’accordo. Detto che è persona particolare, ieri io ho visto esattamente il contrario. Un giocatore troppo impegnato a fare l’organizzatore di gioco ed il play ordinato che non è. Risultato? Snaturato e poco efficace. vediamo con calma come prosegue la stagione. Già lo scorso anno dimostrò tante cose assai positive. Poi, sul perché Messina non lo abbia voluto, io non ero e non sono d’accordo. Con tutto il rispetto del mondo e l’ammirazione verso Ettore.

  2. Ok.
    È un argomento talmente spinoso, che fa piacere poterne discutere serenamente anche se non si è perfettamente d’accordo – qualità ormai rarissima in qualsiasi contesto.
    Per la partita di ieri resto della mia opinione: soprattutto per la parte difensiva, oscena per svogliatezza.
    Non è che in avanti non abbia tentato di svoltare la partita, ma quell’1/5 da tre, e le 6 palle perse sono sanguinose, soprattutto perché venute per la maggior parte quando la partita è entrata nel vivo.
    Ha tentato di fare il regista e si è snaturato, dici tu. Ok. A me invece è sembrato di vedere il solito accanimento anche quando non è in giornata, ma accetto volentieri la tua ipotesi.
    Del resto non c’è dubbio che nel resto della stagione farà partite grandiose, e ne vincerà parecchie. Che lo faccia anche alle finali, ho i miei dubbi.

    Sul rifiuto di Messina sono abbastanza d’accordo con te, sarebbe stato bello provarci, soprattutto se contornato da gente come quella che c’è quest’anno. Ma amen.
    Dicevo soltanto che provando a mettermi nei panni del coach, riesco a vedere perché non l’abbia voluto.
    In un ambiente fragile come quello milanese, i capricci di James, l’atteggiamento mostrato ieri, possono essere devastanti.

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