Venezia cade nel derby, Trieste non ne approfitta.

Eurodevotion

Rallentano la propria corsa le prime della classe nel girone C. Venezia cade nel derby contro Treviso, Trieste viene spazzata via da Trento.

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Due le partite in programma nella serata di Eurosport Supercoppa, che parte con il botto. La De’Longhi Treviso ribalta l’inerzia dei primi 30 minuti di gioco con un ultimo quarto di fuoco e vince il secondo derby di Supercoppa contro Venezia. Il parziale di 25-13 consegna ai ragazzi di Max Menetti il 73-70 conclusivo in un finale a dir poco convulso.

Non scarta il gentile cadeau l’Allianz Pallacanestro Trieste, che con una vittoria sarebbe balzata in testa al girone con soli 40 minuti da giocare. La partita dura sostanzialmente 4 minuti, prima che Trento stringesse le viti in difesa e scappasse nel punteggio, senza più voltarsi indietro.

79-61 che regala alla Dolomiti Energia la seconda vittoria, ma che lascia anche rimpianti per la grande occasione persa a Trieste. Resta in piedi anche un ipotetico quanto incredibile scenario di arrivo congiunto a 3 vittorie e 3 sconfitte per tutte e 4 le contendenti. Non corriamo troppo e sezioniamo la doppia contesa con i 5 punti di Eurodevotion:

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Sono i minuti di attesa per vedere la tripla trovare il fondo della retina. E’ di Christian Mekowulu e arriva dopo 10 tentativi sbagliati dalle due squadre (6 Treviso, 4 Venezia).

La siccità dal perimetro è solo uno dei segnali di una prima parte di gara non memorabile, nella quale Venezia sembra giocare al gatto con il topo. Gli orogranata controllano le operazioni grazie alla consueta, ottima transizione difensiva.

Gli esterni trevigiani fanno una fatica tremenda a creare vantaggi. Dentro l’area non si passa e allora il conto delle palle perse, 9 nel primo tempo, si fa salato. Venezia sfrutta così il contropiede per trovare punti facili e scavare il primo solco importante in doppia cifra, nel cuore del secondo quarto.

Altro elemento che ha marcato la differenza a lungo nel match è il fatturato delle due panchine. La profondità delle rotazioni di Walter De Raffaele è ovviamente diversa e i dati lo testimoniano in tutta eloquenza.

Al 30′ è 28-3 per gli ospiti. I 3 punti di Treviso firmati Tyler Cheese, oggetto misterioso finora. Influiscono ovviamente i 15 punti di Austin Daye, ma anche i 6 di Isaac Fotu. Primo ingresso di sostanza per il neozelandese, rendendo ancor più solido il dominio lagunare nel pitturato. Si perderà nella ripresa. Dall’altra parte, invece, sono in 3 a segnare 40 dei 50 punti trevigiani: Russell, Logan e Carroll. Troppo isolati per condurre la squadra alla vittoria. Solo apparentemente, però, e vedremo il perchè.

Il lusso di avere Mitchell Watt

Il centro di Goodyear è l’immagine più vivida della supremazia di Venezia nei primi 3 quarti di gioco. Tra l’arco dei tre punti e il canestro fa letteralmente quello che vuole.

Regala ai 200 presenti al Palaverde un clinic di movimenti sul piede perno. Mette in luce tutta l’inesperienza di Christian Mekowulu in maniera impietosa. Il numero 21 dei padroni di casa è poco furbo perchè manca ancora dell’abilità di mettere e togliere il contatto per cercare di privare l’avversario del miglior equilibrio.

Watt è però spietato nello sfruttare il costante appoggio fornito dal corpo del suo marcatore. Fa perno sulla sua spalla per poi girarsi dove vuole lui, trovando continuamente i due punti. Il tabellino personale recita 19 punti (9/16), 7 rimbalzi e 2 recuperi in poco meno di 26 minuti di impiego.

Lo avremo ripetuto decine di volte ormai, ma l’ex Alba Berlino è uno dei tesori della squadra del patron Luigi Brugnaro.

La riscossa made in Italy di Treviso

All’ultimo intervallo le squadre sono sul 48-57 e tutto sembra apparecchiato per un comodo successo dei Campioni d’Italia. Questi ultimi hanno avuto l’unico demerito di non affondare il colpo, lasciando Treviso in vita sebbene apparentemente spuntata e con poca fiducia. Si rivelerà peccato mortale di lì a poco.

Matteo Imbrò, fin a quel momento senza punti realizzati, si alza della panchina e ne spara 11, tripla del sorpasso compresa per il 64-63 a 4′ dalla fine. Nicola Akele, ex di serata, toglie anch’egli la quota 0 dal suo tabellino e contribuisce con 7 punti.

A 1’27” dalla sirena siamo sul 70-65 Treviso. In quel preciso momento, i padroni di casa commettono un paio di sciocchezze in attacco. Forse un pizzico di paura di vincere, sicuramente Venezia alza la pressione sulla palla. Un canestro comodo in avvicinamento al ferro di Tonut e una tripla frontale di Chappell valgono il 5-0 e, quindi, la parità a quota 70.

Succede di tutto. Akele segna da rimbalzo offensivo per il +2. Chappell va in lunetta a 10.1″ e sbaglia entrambi i liberi, ma conquista il rimbalzo offensivo e va per il facile appoggio. Clamoroso errore. Imbrò fa solo 1/2 a cronometro fermo e non chiude. E’ 73-70 con 6.9″ da giocare. Russell commette fallo su De Nicolao a 5.2″.

Il numero 10 fallisce entrambi i tentativi, il secondo in maniera volontaria. E’ rimbalzo per Mekowulu e sembra finita, ma il ragazzo prelevato da Orzinuovi perde la maniglia e si trascina il pallone sul fondo. Rimessa Venezia a 3.9″ giocata per Daye, che prova a far saltare il difensore e spara la tripla, praticamente da fermo. Questa volta il destino dice no. Questa volta non è clutch. E allora i ragazzi di Max Menetti possono festeggiare la seconda vittoria stagionale.

28-8

Questo il parzialone che è riuscita a mettere insieme Trento per spaccare in due la partita. Dopo la partenza lanciata degli ospiti nei primi 4 minuti di gioco, sul 15-8 grazie soprattutto a 8 punti di Milton Doyle, la sfida gira completamente.

Gary Browne è in serata sì e guida perfettamente i suoi (20 punti e 4 assist). Spinge molto bene la transizione trentina e affonda la lama nella tenera difesa ospite con le sue accelerazioni impetuose. La squadra di Nicola Brienza si passa bene il pallone (11 assist all’intervallo) e trova poca opposizione vicino al ferro (10/15 da 2). Forray e Martin alzano il livello di fisicità in difesa ed è uno dei motivi che spiegano le cattive percentuali degli ospiti.

Gli uomini di Eugenio Dalmasson sprofondano fino al -16, tirando con il 35% da 2 (6/17) e il 29% da 3 (4/14). Trovandosi a sbattere contro un muro, con una manovra offensiva piuttosto legata, subentra un po’ di frustrazione nella ricerca della soluzione personale per risolvere i problemi. Via lastricata che non funziona, con gli ospiti a rientrare negli spogliatoi sul 42-26.

La carenza di alternative e l’hero mode (forzato) di Doyle

Mike Henry, Andrejs Grazulis e Daniele Cavaliero assenti per problemi fisici. Juan Fernandez e Tommaso Laquintana limitati dalla difesa bianconera a un totale di 10 punti e 3 canestri dal campo su 17 conclusioni tentate.

Su queste premesse, non poteva esserci partita per Trieste e partita non c’è stata. Così non possono essere minimamente sufficienti i 16 punti, 5 rimbalzi e 4 assist di un Milton Doyle che ha provato in ogni modo a caricarsi la squadra sulle spalle. Sia tecnicamente che vocalmente, improvvisando dei rapidi time-out in campo radunando i compagni in un huddle.

Diventa indispensabile recuperare gli acciaccati in vista della decisiva sfida di lunedì contro Treviso. Da disputare con la spinta del proprio pubblico. Prima di tutto, però, bisognerà mostrare un volto completamente diverso.

Immagine in evidenza: Treviso Basket

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