Di Itoudis, Obradovic e della convivenza tra Tornike Shengelia e Nikola Milutinov

Andrea Ranieri
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Jan Vesely, Ekpe Udoh, 2017, Zelimir Obradovic. No, non è un elenco delirante di nomi e date. Trattasi delle coordinate dell’ultima grande coppia di torri vincenti in Eurolega, quella dell’unico titolo continentale del Fenerbahce. Vi chiederete cosa c’entri in questo momento storico. Bene, altre coordinate: Nikola Milutinov, Tornike Shengelia, 2020, Dimitris Itoudis.

E’ indubbio che uno dei grandi temi che aleggiano sul nuovo stellare CSKA sia quello del doppio lungo, una soluzione (solo) apparentemente anacronistica. Proprio l’esempio del duo Vesely-Udoh ci torna utile per provare a studiare le soluzioni tecnico-tattiche di un asset che non è mai realmente passato di moda in Eurolega. Sempre considerando un fattore importante: Dimitris Itoudis ha trascorso con coach Obradovic tutti i tredici vincenti anni al Pana.

Urge una prima specifica per addentrarsi nei discorsi di campo. A differenza di quanto avveniva con le torri del Fener, nella coppia moscovita Shengelia ha un po’ di tiro da tre punti. Si parla infatti di un buonissimo 34/87 (39%) per il georgiano nell’ultima Eurolega; tuttavia la conclusione dall’arco non è la soluzione privilegiata. Come farlo dunque convivere con Milutinov quando il tiro perimetrale non funzionerà? La risposta si chiama dinamismo.

Qui un esempio di convivenza tra Jan Vesely ed Ekpe Udoh in situazioni di pick and roll

Una giocata tipica del Fener di Obradovic permetteva di far convivere i due giocatori interni senza rischiare che gli avversari intasassero troppo l’area. Prima di tutto giocare il pick and roll molto alto, per permettere al secondo lungo di giocare in post-alto (la zona della lunetta). Tralasciando la scelta difensiva del Real nel caso specifico, è evidente che così chi gioca in lunetta può fungere da sponda in eventuali giochi a tre con palleggiatore e rollante o riaprire per i tiratori sul perimetro.

Ora, immaginate un pick and roll giocato tanto alto da atleti come Mike James o Will Clyburn, considerando peraltro che sia Shengelia sia Milutinov sono buoni passatori. Una soluzione possibile per sfruttare tanto il dinamismo dell’ala georgiana quanto la tecnica nei pressi del pitturato del pivot serbo.

E in situazioni diverse dai blocchi sulla palla? Prendiamo ancora esempio dalla squadra campione d’Europa del 2017.

Una collaborazione offensiva con due giocatori interni del Fenerbahce di Obradovic

Per dividersi gli spazi interni, Vesely e Udoh si muovono in maniera ultimamente un po’ dimenticata. Quando si individua un lato forte, chi dei due lo occupa prende posizione in post-basso, mentre l’altro si muove per riempire il post-alto, dove può fungere da secondo regista della trama offensiva. Un altro possibile spunto per coach Itoudis per sfruttare Shengelia e Milutinov.

E’ importante, anzi fondamentale, chiarire che questi vogliono solo essere degli spunti, basati sul precedente tecnico più vicino nel tempo. Nulla di scritto ovviamente, solo qualche idea di campo, che sarà abbinabile anche a scelte di quintetti più piccoli o con lunghi più perimetrali quali Johannes Voigtmann. Vanno inoltre considerate alcune importanti differenze tra la coppia Vesely-Udoh e quella composta da Shengelia e Milutinov: il lungo serbo non ha la mobilità dei due esempi citati, ma Shengelia ha tiro da tre punti e, soprattutto, una rara capacità di creare vantaggi mettendo la palla per terra fronte a canestro. Non ci resta che attendere il responso del campo. Noi, onestamente, siamo molto curiosi.

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