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“Goudeblock” cancella un finale di gara spaziale di Shields

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Il nostro consueto viaggio domenicale, con le partite del passato, ci riporta indietro di due anni e alla gara cinque di finale scudetto tra Milano e Trento.

Le squadre si presentarono al Forum, per la quinta partita, sul punteggio di 2-2 nella serie e senza che, nei primi quattro appuntamenti, fossero arrivate vittorie a domicilio.

Una partita che sarà ricordata per la stoppata finale di Goudelock ma anche per un secondo tempo spaziale di Shavon Shields, il nuovo arrivato in casa Olimpia di questa settimana.

GARA5: L’Aquila Trento è stata una delle più belle realtà degli ultimi anni. L’apice, per la società del presidente Longhi, sono state le due finali consecutive conquistate nel 2017 e 2018. In entrambe le serie, sul punteggio di 2-2, Trento si è vista soffiare l’opportunità di giocarsi un match point in casa da due prodezze di giocatori avversari. Nel 2017 fu Bramos, con un canestro pesante, a spezzare il sogno trentino, nel 2018 la stoppata di Goudelock.

GOUDELOCK: Il “Minimamba“, da quel 13 giugno 2018, è conosciuto a Milano come “Goudeblock“. Attaccante di grande talento sarà ricordato in Lombardia per una grandissima giocata difensiva. I paradossi dello sport.

JERRELLS: I due liberi, che hanno permesso all’Olimpia Milano di portarsi sul 91-90 finale, sono stati realizzati con freddezza, a pochi secondi dalla fine dal texano. Due punti che a livello di immaginario collettivo non sono minimamente avvicinabili al “The Shot” del 2014 ma determinanti anche in questa occasione.

CINCIARINI: Uno dei grandi protagonisti di quella che si è poi rivelata la gara decisiva è stato Andrea Cinciarini. ll playmaker chiuse con un tabellino di 15 punti, 4 assist e 3 rimbalzi in 22 minuti di impiego. Il capitano, insieme a Micov e Tarczewski, è uno dei tre reduci del team che si laureò campione d’Italia. Sembra passato un secolo ma in realtà sono soltanto due anni.

SHIELDS: il nuovo acquisto di Milano concluse gara5 in lacrime dopo aver commesso quello che si è rivelato il fallo decisivo su Jerrells. Il secondo tempo del cestista statunitense, con cittadinanza danese, è stato qualcosa di irreale. 23 punti, gli ultimi 9 consecutivi, e l’impressione che fosse un uomo in missione. La sconfitta in finale di Trento non cancella la sua grandissima finale ed a Milano, in queste ore, tutti hanno la speranza che presto Shavon possa piangere, ancora a causa dell’Olimpia, ma questa volta di gioia.

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