Ritratto di Kevin Punter, dalle lacrime di Raleigh all’Eurolega

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Kevin Xavier Punter Jr nasce nel Bronx (NY) il 25 giugno 1993.

I primi passi nel basket avvengono alla Salesian HS di New Rochelle (NY), da cui si muove per raggiungere la Body of Christian Academy di Raleigh (NC), “the city of oaks”, per le grandi querce che ne caratterizzano le vie cittadine. Top 10 per qualità della vita, Raleigh è la sede di NC State, in piena Tobacco Road, quel percorso che racchiude la grande rivalità tra i Tar Heels di North Carolina (Chapel Hill), i Blue Devils di Duke (Durham), i Demon Deacons di Wake Forest (Winston-Salem) ed appunto i locali Wolfpack di NC State. La città è anche parte del cosiddetto “Research Triangle”, una terna di atenei, separati da non più di 25 miglia, famosi appunto per la ricerca.

Il 2012, anno finale del percorso scolastico liceale, segna indelebilmente il futuro del giovane Kevin.

Il punteggio nel SAT (Scholastic Assestment Test, un test di 4 ore dal costo di 46usd che serve per l’ammissione alle università principali) non è sufficiente e quel terribile “Low SAT score” vuol dire non avere accesso ai college che contano. Addio Division 1.

Punter era andato a Raleigh proprio per quella ragione, prepararsi ad un futuro in un ateneo di prestigio e la delusione è grande nel momento in cui riceve quella lettera.

«Non ce la faccio, basta, torno a casa» ed un fiume di lacrime gli ricopre il viso in una telefonata con la madre.

«Volevo un punteggio importante in quel SAT, quasi quasi decisi di smettere col basket, non mi era chiaro cosa fare del mio futuro» le sue parole in seguito.

A volte accade che gli eventi negativi scatenino qualcosa di positivo ed è proprio questo il momento, come racconta Coach Kevin Thomas: «Fu una fortuna quella situazione perché magari sarebbe finito in un college di medio basso livello, invece l’esperienza al Junior College fu fondamentale per scatenare in Kevin il fuoco del lavoro e della voglia di lottare per ogni traguardo».

E quel fuoco contribuì ad alimentarlo proprio Coach Thomas, che un giorno gli disse che probabilmente non sarebbe stato in grado di diventare un giocatore di buon livello.

«Mi disse che quello che avevo non era sufficiente, non lo dimenticherò mai. Da quel momento il lavoro duro è diventata la mia fede». Kevin Thomas è ancora oggi uno dei migliori amici di Punter…

«Ovviamente non sono matto da paragonarlo a Steph Curry, ma se qualcuno 9 anni fa avesse parlato di Steph come di un MVP lo avrebbero rinchiuso. Ecco, Kevin, con Steph, ha in comune quel tremendo desiderio di diventare un grande e di farlo attraverso il lavoro» prosegue il Coach/amico.

Il salto in alto arriva e si chiama Tennessee Volunteers. Come al Junior College, il primo anno non è straordinario, ma poi c’è l’esplosione.

«Non ero grosso, non ero atletico, non tiravo come oggi, sono sempre stato sottostimato per quello che ero. Ora sono diverso perché amo lavorare ed amo farlo duramente» ricorda il Kevin di oggi.

Gli scouting report del 2016, anno finale del percorso universitario, parlano di un giocatore che vuole correre in transizione ed andare al ferro, che usa bene i blocchi sulla palla per guadagnare un immediato vantaggio.

E’ ciò che è scritto testualmente su un report di Texas A&M in visita alla Thompson Boling Arena, impiantino da 21678 posti, l’8 gennaio 2016.

“Undrafted”, la parole che nessun prospetto vorrebbe mai vedere associata al suo nome: il Draft 2016 disse così ed il Barclay Center fu un altra delusione, importante. In fondo non è stata un’annata memorabile, con Ben Simmons alla 1 ed il record di giocatori internazionali scelti, ben 26. Tra questi ci sono Georgios Papagiannis alla 13, Guershon Yabusele alla 16, Paul Zipser alla 48, Ben Bentil alla 51 e Joel Bolomboy alla 52: tutta gente che si ritroverà davanti in Eurolega. Per la serie “provo a capire tutto ma non il Draft”, Pascal Siakam è finito alla 27…

Ed allora Europa, perché nemmeno la Summer League coi Wolves regala una chance NBA.

Lavrio, in Grecia è il primo approdo nel mondo dei pro. Anversa nel 2017 e poi Rosa Radom (Polonia), dove si fa notare ed entra nel mirino del Gaziantep. Non se ne fa nulla coi turchi, ma l‘AEK è in agguato e lo firma nel febbraio 2018. Champions League coi greci, cosa che si ripeterà la stagione seguente con la Virtus, da MVP delle Final 4. 21+8 contro Bamberg in semifinale, 27+7 contro Tenerife in finale. L’Eurolega lo aspetta ed è sempre la Grecia il momento ed il paese chiave. L’Olympiacos dovrebbe rappresentare la consacrazione definitiva, ma ancora una volta c’è un qualcosa di duro da vivere. Il regalo di Natale del club dal Pireo arriva il 24 dicembre, sotto forma di taglio. Pochi giorni dopo, però, arriva la Stella Rossa, dove in 12 gare mette assieme 15,9 punti, quasi 3 rimbalzi ed un altisonante 48,1% da tre, su 52 tentativi.

Milano è l’ennesima sfida, un altro capitolo di una vita che è sempre stata una scalata, con tanti dubbi che lo accompagnavano regolarmente.

Kevin non è più il giocatore di una volta, è cresciuto sotto tutti gli aspetti. Non è un terminale offensivo, è un’arma moderna in grado di fare male dal palleggio ed in possesso di quella capacità che notarono gli scout di texas A&M, fondamentale nel gioco di oggi, ovvero concretizzare il vantaggio sul “pick and roll”. Il tiro è diventato solido, l’arco è un amico. Non eccelle nel passaggio, ma anche qui è migliorato molto. In difesa ha gambe per stare coi pari ruolo, quando non le incrocia invece di scivolare, difetto tipico di chi si fida un po’ troppo della propria reattività. Il problema, dietro, sorge quando viene battezzato fisicamente, da atleti più imponenti come stazza. Sarà questione di sistema in difesa, perché l’Olimpia di Messina nasce sulle basi di una retroguardia che dovrà essere di aiuto e sacrificio reciproco al fine di nascondere i limiti individuali, il tutto attorno al totem tecnico e morale Kyle Hines.

Ma non ci stupiremmo, come direbbe Coach Thomas, di rivedere ogni giudizio riguardante Kevin verso l’alto, per quelle voglia di competere e di lavorare duro.

Le lacrime di Raleigh sono il passato, ma su quel passato Punter ci ha costruito una rispettabile carriera. Parola di Kevin Thomas, Coach ed amico, quello che ha acceso il fuoco.

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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