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Stelle che verranno: Matteo Spagnolo

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Per chiunque in Italia segua, anche minimamente, il basket il nome di Matteo Spagnolo non sarà di certo nuovo. Il nativo di Brindisi, partito alla volta della Stella Azzurra a soli tredici anni prima di volare a Madrid due anni dopo, è considerato tra i migliori talenti europei del 2003 e prossimo italiano, dopo Nico Manion, ad approdare in NBA. Matteo, inoltre, è stato il primo italiano ad entrare nella prestigiosissima cantera dei blancos e il terzo giocatore più giovane di sempre ad esordire con la nazionale maggiore.

Raccontare, anno per anno, la sua giovane carriera probabilmente richiederebbe troppo tempo tra le partecipazioni all’ANGT, una con la Stella Azzurra e due con il Real Madrid, i tre scudetti giovanili, anche con categorie superiori, l’esordio in Serie B a soli quattordici anni, la medaglia di bronzo agli Europei U16 del 2019, l’ingresso in pianta stabile nel Real Madrid B con prestazioni a dir poco strepitose, l’esordio in nazionale maggiore a diciassette anni ed in prima squadra nel Real Madrid.

Passare per il settore giovanile della Stella Azzurra non è mai una cosa banale. Nell’academy romana, infatti, sono cresciuti molti ottimi giocatori tra cui Andrea Bargnani, il primo giocatore europeo ad essere scelto alla prima chiamata nel draft NBA. Entrare, poi, nella cantera del Real non può che attirare su di te ulteriori attenzioni, nonostante l’enorme quantità di talento presente a Madrid.

Matteo, però, resta umile e, come detto in un intervista alla ‘Gazzetta dello Sport’, sa che arrivare in NBA non sarà affatto facile e che dovrà lavorare tanto e duramente per centrare l’obiettivo. Sa anche per raggiungere il top del basket mondiale bisognerà percorrere un percorso e che un primo step sarebbe quello di giocare in Eurolega.

Nonostante ciò, Spagnolo, ad oggi, non rappresenta il classico giocatore NBA, ma assomiglia più ad un play di scuola slava. Il giovane brindisino, infatti, ha degli ottimi fondamentali e una tecnica sopraffina per un diciassettenne. L’ottimo controllo del corpo e del palleggio in velocità gli permettono di sapere amministrare il gioco a suo piacimento, rallentandolo o accelerandolo quando vuole. Grazie alla sua forza fisica e all’esplosività, inoltre, riesce a schiacciare con semplicità e a conquistare una buona dose di rimbalzi nonostante un altezza di “soli” 191 cm.

Ad oggi fare una stima di quando lo vedremo calcare i parquet dell’Eurolega è prematuro, vista una sola presenza, di un solo minuto, tra i grandi. La speranza di noi di Eurodevotion, come di tutti gli italiani è di vederlo giocare già il prossimo anno, gustandocelo il più possibile prima del probabile salto in NBA.

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