Basta Giannakopoulos! Il Panathinaikos, Oaka ed il suo popolo non meritano tutto ciò

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Francamente non ho nemmeno ritenuto interessante scriverne più di tanto in questi giorni perché atteggiamenti del genere ed un’educazione del genere non meritano nemmeno di essere presi in considerazione.

Quello che è accaduto negli ultimi giorni è l’esatta riproduzione di una gestione, quella di Dimitris Giannakopoulos, del tutto fuori luogo, senza alcuna ragione di essere messa in atto e figlia di situazioni che per certi versi sono esistite solo nella sua mente. Che è brillante e per nulla banale, ma si perde in reazioni e comportamenti che, anche quando nel giusto, si trasformano in torto marcio.

Arriva un momento in cui tacere vuol dire complicità ed allora, amando solo il gioco e tutto quello che lo circonda, non si può più tacere dinanzi a chi ne fa il male. Un vero peccato, perchè alla famiglia Giannakopoulos si dovrebbe fare un monumento per quello che abbiamo visto e vissuto in più di un decennio di pallacanestro straordinaria e di un ambiente con pochi eguali come quello di Oaka.

E proprio Oaka, il pubblico, un popolo intero in “green” non meritano tutto ciò. Per nessuna ragione al mondo.

Il Panathinaikos è un patrimonio di Eurolega e del basket europeo e piange il cuore solo a pensare ad un suo allontanamento dalla competizione oggi più importante del pianeta dopo la NBA. Vi sono eccessi, spesso, ad Oaka? Vero, ma chi non vi è stato almeno una volta non può capire la magia di quel posto (e chi scrive vi è stato una sola volta ed in occasione di un torneo amichevole, ma è bastato).

Già la lega greca ha perso quasi la totalità dell’interesse che la contraddistingueva dopo la retrocessione, o auto-retrocessione, chiamatela come preferite, dell’Oly: non possiamo immaginare l’idea di non vedere più quei due simboli storici, “green” e “red”, con in mezzo le due lettere “vs” e tutto il coinvolgimento di due templi del gioco come Oaka stessa ed il Paf. Non fateci questo scherzo, salvate il Pana dalle mani di un dirigente che ormai ha perso ogni credibilità e non sappiamo nemmeno dove volesse arrivare con tali atteggiamenti.

Suvvia, l’unica parola pronunciabile è basta!

Basta perchè non vi era, e non vi è, giustificazione per chi si permette di insultare un avversario (Spanoulis)  con termini del tipo «Mi faccio tua madre, tua moglie ed i tuoi figli davanti a te» piuttosto che ripetere le stesse cose ad un arbitro (Ankaraly) aggiungendo «Ti ammazzo, tu e la tua famiglia. Non esci vivo da Atene, te lo prometto con questi occhi» dopo avergli tirato un oggetto a seguito dell’irruzione negli spogliatoi.

E’ solo parte, forse la punta di un iceberg che non può più minimamente essere accettato. E se non bastasse tutto ciò, nella giornata di ieri questo signore è entrato nel ristorante di un tifoso del Pana compiendo gesti di pura devastazione. Il video ve lo risparmiamo, purtroppo è tutto vero. La risposta? Un gruppo di sostenitori “green” si è recato fuori dai cancelli della casa di Giannakopoulos con atteggiamento minaccioso. Fortunatamente, prima dell’arrivo della polizia, l’assembramento si è sciolto e non vi sono state conseguenze, senza che nessuno sia stato fermato dalle autorità. Serve altro?

Bertomeu, l’Eurolega, gli arbitri, gli avversari… Tutti commettono errori, ma probabilmente il più grande di tutti lo abbiamo fatto tutti insieme, accettando tutto questo senza ribellarci.

Che la Grecia, Atene, provino a salvare il Panathinaikos. Manos Papadopoulos, a detta di chi lo conosce bene, è un grande dirigente e può provarci. Ha tutta la nostra stima ed il nostro supporto, perché non vogliamo stare senza Pana, assolutamente.

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Il signor Giannakopoulos non deve più nemmeno dirci di chi era il tanga rosso sulla panchina dell’Olympiacos. E’ un segreto che può serenamente custodire, il più possibile lontano da Oaka.

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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