La FIBA recluta club con contratti pluriennali. L’operazione è lecita, ma non si parli di merito sportivo…

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Nelle ultime settimane si sta verificando un movimento di club dalla 7Days Eurocup alla BCL, Basketball Champions League, che riporta agli onori delle cronache  la questione dei rapporti tra FIBA ed Eurolega.

Tema irrisolto in cui, alle belle parole di facciata, non è mai seguito un reale confronto costruttivo, con posizioni definite che paiono non voler concedere troppo spazio all’interlocutore.

Da parte nostra lo abbiamo ribadito anche di recente: nella negatività del problema pandemico, l’occasione per fare pulizia all’interno di una questione che fa solo male alla pallacanestro è ghiotta e non esiste momento migliore di questo per sedersi attorno ad un  tavolo e non alzarsi finché non si arrivi ad una definizione ragionevole delle criticità, almeno quelle maggiori.

Vi abbiamo riportato eccellenti pareri quali quello di Christos Stavropoulos,  dirigente Olimpia,  di Zmago Sagadin, guru del basket sloveno, piuttosto che di Boza Maljkovic, leggenda serba della panchina. Senza entrare nel merito di un giudizio sulle differenti opinioni, crediamo sia soltanto il caso di verificare la portata di questo “presunto esodo”, che nella realtà ci pare soltanto un movimento di mercato di proporzioni normalissime, se non addirittura limitate.

Darussafaka, Bilbao, Rytas Vilnius, Galatasaray e Tofas sono le squadre che hanno optato per la BCL abbandonando Eurocup. Molto chiaramente, solo Dacka e Galata rappresentano il concetto di “top team”, avendo partecipato in anni recenti ad Eurolega ed avendo in bacheca titoli di Eurocup nel 2018 e nel 2015. Per il lituani, invece, bisogna tornare al 2005 ed al 2009, anni del doppio successo nella manifestazione. Ulteriore dimensione del peso di queste uscite può essere ricavata dalla posizione nelle rispettive leghe durante la stagione 2019/20. Dacka sesto (13/10), Bilbao quinto (14/9), Rytas secondo (17/7), Galatasaray quarto (16/7) e Tofas quinto (15/8). Non è l’eccellenza europea e non si tratta delle sbandierate superpotenze.

Un partita importante si è giocata sulla questione Partizan. Lo scorso venerdì il Presidente Ostoja Mijailovic ha ufficializzato che il club resterà in Eurocup.

Le parole sono state chiare, secondo la ricostruzione della conferenza stampa fatta con precisione da Sportando.

«Una decisione difficilissima, ringraziamo la FIBA ma restiamo in Eurocup, anche se il Partizan è al di sopra di questo livello ed appartiene a quello di Eurolega. Abbiamo dovuto conciliare esigenze finanziarie e di gioco. Oggi abbiamo scelto così, un domani potremmo rivedere la nostra scelta».

Diversa la posizione del Tofas, attraverso le parole rilasciate a Trendbasket dal GM Tolga Ongoren.

«Scelta inevitabile poiché il regolamento di Eurocup non era sostenibile per noi. Ci si può qualificare all’Eurolega attraverso il raggiungimento della finale della competizione, ma poi devi fare i Playoff l’anno successivo se vuoi restarci. Le condizioni di BCL sono più attraenti per noi e ci sembra più forte di Eurocup, in grado di competere con Eurolega in pochi anni. BCL ci ha espressamente richiesto di non rendere noti i termini del nostro accordo con loro, che posso però definire più vantaggioso rispetto all’Eurocup».

Ecco, la richiesta di BCL di non rendere pubblici i termini dell’accordo manifesta molto chiaramente la volontà di non far sapere che si tratta di un vero e proprio ingaggio del club.

A tal proposito, nei giorni seguenti, sono arrivati ulteriori chiarimenti, questa volta riguardanti un altro club turco.

Un membro del board del Galatasaray ha rivelato in un’intervista (fonte Sportando) che il club ha ricevuto 350K per partecipare alla BCL, con la cui organizzazione ha firmato un triennale con opzione per altre due stagioni.

Voci di pagamenti di questo tipo erano già state molto popolari al momento dell’arrivo in BCL di Bilbao, Dacka e Rytas.

La nostra valutazione è semplicissima.

FIBA sta offrendo il futuro della BCL come un vero e proprio prodotto commerciale, ovvero tutto ciò che ha criticato negli anni ad Eurolega. E’ lecito farlo, forse perfino giusto, poiché la concorrenza non è mai stata causa di rallentamento di un business, tuttavia risulta ormai risibile continuare a sottolineare, sempre da parte della federazione internazionale, i criteri che farebbero prevalere il merito sportivo rispetto a quanto fa Eurolega.

Lo sport è indissolubilmente legato al concetto di business, chi lo nega forse vorrebbe girare per una città oggi con la carrozza a cavalli, che è bellissima e molto sexy, ma probabilmente sarebbe oggetto di insulti ad ogni incrocio. FIBA parla di quella carrozza ma poi viaggia in aereo, offrendo posti in business… Aver colto l’occasione nel momento di grandi problemi finanziari per tanti club è un’operazione commerciale chiara e semplice ed il fatto di essersi concentrata soprattutto sulla lega turca, recentemente non famosissima per navigare nell’oro con 259 BAT registrati a tutto il 2018 e leadership assoluta davanti all’Italia (118), è dimostrazione di tutto ciò.

Tutti fanno business nello sport, raccontarsi con retorica sentimentale nel 2020 è proprio l’unica cosa che non ci andrà mai giù e che continueremo a criticare aspramente.

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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