Il silenzio del Fenerbahçe non è più sostenibile. Può dipendere solo da Obradovic?

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La premessa è doverosa. Chi scrive ha imparato a conoscere in questi anni l’ambiente del Fenerbahçe e ne ha ricavata sempre un’impressione di altissimo livello.

Proprietà importante, disponibilità notevoli, organizzazione molto ben strutturata, la miglior guida tecnica possibile ed una serie di atleti che hanno scritto pagine memorabili della storia di Turkish Airlines Euroleague. Unendo tutto ciò ad un pubblico con pochi eguali nasce la superpotenza Fenerbahçe.

Final 4 2015, finale 2016, titolo 2017, finale 2018 e Final 4 2019: senza contare i titoli nazionali in una lega decisamente competitiva, la performance europea è impressionante e fornisce una chiara dimensione del lavoro svolto.

Il segreto? Non è un segreto per nulla, ha nomi e cognomi: Maurizio Gherardini e Zeljko Obradovic. Il meglio in assoluto nei rispettivi ruoli, figuriamoci se messi l’uno accanto all’altro. Giusto però non dimenticare una proprietà che ha messo a disposizione mezzi straordinari per poter supportare una campagna vincente di così lunga durata.

Detto tutto ciò, cosa sta succedendo al grande club turco? Boh!

Ok, la risposta pare di pessimo gusto, ma dopo tante, troppe settimane, ci siamo arresi ed abbiamo stracciato la tessera del partito di chi pensava di conoscere qualche dettaglio che portasse ad una comprensione della situazione. Al gioco delle invenzioni quotidiane sul futuro dei gialloblu noi non ci iscriviamo e le leggiamo con grande simpatia, che diventa risata fragorosa di fronte a certe fantasiose ricostruzioni.

Però.. sì, ci sono ma e però grandi come una casa.

Siamo al terzo mese dalla sospensione del gioco ed abbiamo passato questa quarantena cestistica pressoché totalmente in balìa dei dubbi sul futuro del Fenerbahce. Siamo perfino stufi di dire e scrivere che tutto dipenderà dalla scelta di Zeljko Obradovic, anche perché è vero fino ad un certo punto.

L’assordante silenzio di questi tre mesi è stato interrotto soltanto in tre occasioni.

Le dichiarazioni di Obradovic  a confermare il Fenerbahçe come sua priorità, arrivate circa due mesi fa, e la risposta, più o meno diretta, del Presidente Ali Koc, che ha parlato  di offerta di rinnovo al Coach non accettata da quest’ultimo.

A tutto ciò si sono aggiunte le parole di Maurizio Gherardini pronunciate in diverse dirette (qui la versione video integrale della nostra di un mese fa) attraverso le quali ribadiva che non vi è mai stato, sinora, nulla di certo sul futuro e che tutte le voci erano da iscrivere alla lista delle “fake news”.

Ora, è tutto talmente chiaro da… non esserlo minimamente. Perché il Fenerbahçe non è un club qualunque e perché 20 milioni di tifosi appassionati come pochissimi altri non meritano una mancanza di informazione così lunga nei tempi.

Qui si parla di un’organizzazione al top da anni, del miglior allenatore di sempre, di un dirigente straordinario e di giocatori che cambierebbero ogni tipo di equilibrio muovendosi verso altre squadre o restando ad Istanbul.

 

Gherardini-web

«Nessuno di noi ha voglia di una stagione senza Zeljko Obradovic e Maurizio Gherardini. Ne soffrirebbe terribilmente il basket»

 

 

Sotto contratto anche per le prossime stagioni vi sono atleti come Kostas Sloukas, Jan Vesely, Gigi Datome e Nando De Colo. In scadenza c’è gente come Derrick Williams e Nikola Kalinic. Chi non vorrebbe questi giocatori per puntare al massimo in Eurolega? E quale club non vorrebbe trattenerli, avendoli sotto contratto?

La totale assenza di posizioni ufficiali su questi protagonisti non può far altro che scatenare ogni possibile voce. “Fake news”? Probabile, se non vero, ma soprattutto inevitabile.

Basta dare un occhio alla questione Sloukas… Stampa greca scatenata, soprattutto una certa parte di essa (è bene prestare attenzione a questi dettagli): «E’ un giocatore dell’Olympiacos, l’accordo c’è, gli incontri sono avvenuti in un certo luogo ad una certa ora, manca solo lo scontato accordo di uscita col Fener…». Abbiamo letto tutto ciò, ce ne siamo fatti un’idea, ma dalla sponda turca nulla. Il solito, ormai troppo duraturo, silenzio. E’ dovuto intervenire l’agente,, secondo normale dinamica di mercato, a placare le voci, sottolineando che il giocatore è sotto contratto con i turchi. Ma in quel «Con il massimo rispetto verso il  lavoro degli organi di informazione…» noi ci leggiamo qualcosa di più di una semplice smentita, dato che proprio alcuni, tra quegli organi, hanno confermato che l’incontro ci sarebbe stato.

Settimane in attesa della decisione di Obradovic, ma siamo certi che sia solo quello il punto? No, non lo siamo più.  E non lo siamo perché è evidente che se abbiamo letto il Coach dire di non avere ricevuto alcuna offerta e la presidenza turca dichiarare che tale offerta è arrivata durante la stagione ma vi è stata richiesta da parte di Zeljko di rivalutarla a fine stagione, qualcosa non ci torna e non è necessario rivolgersi all’unità di analisi comportamentale della FBI per capirlo…

Ridurre il tutto ai tanto riportati ritardi nei pagamenti dei salari? Mah, ci viene da dire un “chi è senza peccato scagli la prima pietra”, abbastanza certi che il lancio se lo possano permettere non proprio tutti nella pallacanestro, non solo a livello europeo. E’ un problema? Sì. Può essere solo quello? Non lo crediamo. Anche perché se fosse vero che il ritardo è così lungo, ci sarebbero i presupposti per rescissioni immediate ed allora non capiremmo tanta esitazione da parte di chi potrebbe uscire da quei contratti non rispettati.

Il problema della pandemia ha rallentato tutte le decisioni ed aggravato alcune situazioni già complicate? Tutto vero, ma non da giustificare questi termini temporali.

Ed allora lanciamo il nostro grido di dolore, perché tale è.

Ali Koc ha tutte le possibilità del mondo di risolvere la situazione in prima persona e non possiamo pensare che non ci stia lavorando. Il mondo del Fener, tutto, coi suoi 20 milioni di tifosi ha bisogno di conoscere il futuro, in qualunque forma, ma ne ha bisogno oggi. Tra 7 settimane inizieranno i “training camp” in vista della prossima stagione ed è impensabile che ad oggi sulla sponda asiatica del Bosforo sia tutto fermo. Che Fenerbahçe vedremo? E’ ora di saperlo, almeno nella forma. Perchè oltre a quei 20 milioni di appisolati, l’Eurolega stessa ha bisogno di sapere.

Ma soprattutto nessuno di noi, col gioco nella testa e nel cuore prima di tutto, ha voglia di una stagione senza Zeljko Obradovic e senza Maurizio Gherardini. Tutto il prodotto basket ne soffrirebbe terribilmente. E’ la cosa che conta di più, fa parte di quelle certezze che portano ad una pallacanestro migliore.

 

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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