L’Olimpia Milano è la nuova invitata al ballo delle grandi di Eurolega?

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Il tema è di assoluta attualità proprio in questi giorni e non mancano tantissime opinioni in giro per l’Europa: Milano si potrà finalmente sedere, dopo più di 30 anni dalle ultime stagioni competitive, al tavolo delle grandi di Turkish Airlines Euroleague?

La risposta è abbastanza univoca ed era forse già immaginabile dopo che Leo Dell’Orco, Presidente biancorosso, aveva riconfermato il budget 2019/20 anche per la prossima stagione. Probabilmente quella che è stata da molti ritenuta una comunicazione affrettata nei modi e nella sostanza, si sta invece rivelando la chiave per poter ambire, finalmente, a competere con chi l’Eurolega se la gioca da anni.

Il mercato, esploso subito dopo lo stop definitivo della stagione europea, ma già caldissimo nelle settimane in cui tutti predicavano prudenza mentre agivano giustamente sotto traccia, sta dicendo chiaramente che l’Olimpia lavora alla costruzione della miglior squadra dai tempi di Losanna e Gand, esclusa forse solo la splendida edizione del 1996 di Boscia Tanjevic.

Ed allora torniamo ai nostri abituali 5 punti, per analizzare gli scenari che riguardano la società meneghina.

  • “ALL IN” per vincere subito

Kyle Hines affiancato al Chacho Rodriguez, Malcolm Delaney dato da molti assai vicino, così come Derrick Williams e Gigi Datome, vogliono dire una cosa sola: niente medio o lungo termine, la costruzione di una Milano vincente è cosa per domattina e le idee di Ettore Messina sono chiarissime. Competitività da subito ad altissimo livello. E da questa campagna nell’immediato dovranno nascere una società ed una squadra nuova, polo di attrazione per tanti campioni.

Il Coach, nonché “President of basketball operations” ha compreso assai bene la realtà milanese: serve una sterzata in direzione trofei immediata, per un ambiente scioccato e scottato da anni di gestione senza costrutto cestistico. Imporre oggi alla tifoseria altre stagioni interlocutorie, sebbene con spirito costruttivo, forse non sarebbe stato possibile.

Uscito illeso da un primo anno che avrebbe potuto volere dire PO e magari scudetto, così come, allo stato dei risultati prima dello stop, sarebbe potuta essere un’inopinata stagione da “zeru tituli”, il Coach sta perfettamente gestendo una situazione di vantaggio che si è creata sul mercato grazie alla solidità, unica e mai in discussione, della proprietà.

  • Il primo mercato di Ettore ed il QI cestistico

Si è detto tante volte, ma lo si è dimenticato di più: la squadra 2019/20 non era la squadra di Ettore Messina.

Personalmente lo abbiamo chiesto al Coach sin dalla prima conferenza stampa in occasione del suo arrivo, ribadendolo anche in un’occasione successiva e riconfermandolo più volte nel corso delle gare stagionali:  la pallacanestro del grande allenatore catanese richiede un QI cestistico di alto livello e molti degli atleti a roster al momento del suo approdo milanese non avevano queste caratteristiche.

In alcuni casi vi è stata una crescita, figlia del lavoro, che ha  elevato il livello della comprensione di un sistema di gioco che richiede letture per essere efficace, in altre situazioni questo non è stato possibile. 

I nomi firmati sinora e quelli oggetto di trattative avanzate rappresentano perfettamente questa esigenza. Un’eventuale asse Rodriguez-Datome-Hines, se anche il Capitano azzurro dovesse arrivare, è l’esempio chiarissimo di un livello di confidenza mentale con il gioco che avrebbe pochi rivali nel continente. Ed anche una firma come quella di Moretti è perfettamente in linea con questa politica, che si dimostra chiara da ogni punto di vista.

  • Il fattore Messina, polo d’attrazione 

Chiarissimo sin da subito. Qui si sta parlando di eccellenza storica del gioco ed è evidente che se sul pino siede un personaggio del genere, allora il meglio deve ancora venire e… verrà.

L’Eurolega, non finiremo mai di ribadirlo, è la lega degli allenatori prima che dei giocatori. Basti pensare a chi la sta dominando da anni. Le ultime sei edizioni registrano come trionfatori solo nomi quali Pablo Laso e Dimitris Itoudis, con due vittorie, Zeljko Obradovic e David Blatt, con una. E ripercorrendo il decennio si aggiungono nomi come Dusan Ivkovic, Georgios Bartzokas ed ancora Obradovic nel 2011. Il 2020 sarebbe stato una questione sempre tra questi, cui si sarebbero potuti aggiungere Svetislav Pesic, Ioannis Sfairopoulos od Ergin Ataman.

La presenza di un grandissimo Coach diventa automaticamente polo di attrazione per i giocatori più importanti, come sta accadendo ormai da settimane.

  • Vincere subito? Ok, ma competere realmente è il primo passo

Lo squadrone è in via di costruzione e questa è una certezza. Ma è il tema vittoria o sconfitta quello che deve essere chiarito.

Gli anni di promesse colpevolmente mai mantenute e di progressivo allontanamento dell’amore dei tifosi è chiaro a tutti, ma ora si deve voltare pagina.

Vincere e farlo subito? OK, ma cosa vuol dire vincere? La prossima Eurolega vedrà, come ogni edizione, una vincitrice ed almeno tre, quattro, se non cinque squadre che quel trofeo non lo solleveranno. Quattro andranno alle Final 4 ed almeno un paio resteranno deluse dal mancato approdo. Queste delusioni, queste sconfitte, saranno da considerarsi fallimento? No. Il fallimento sarebbe ragionare in questo termini. Chi va alle Final 4 è protagonista di una grandissima stagione. Chi lottasse fino ad una gara 5 di Playoff lo è altrettanto. Fallire è non competere, fallire è non essere in grado di provarci realmente, magari bucando due mesi totali di stagione come accaduto di recente. Il resto è sport e prevede due animali della stessa specie, ovvero vittoria e sconfitta.

Milano ha sulle spalle la scimmia dei tanti fallimenti recenti ed allora dovrà convivere con un certo senso di urgenza, questa è purtroppo realtà. Ma la stessa Milano ha un condottiero che sarà in grado di gestire tutto ciò, circondato da giocatori che sanno perfettamente cosa si deve fare per una decisa e definitiva inversione di rotta.

  • L’Eurolega si interroga: Milano c’è?

E’ ovvio che tutti questi movimenti stanno facendo rumore in giro per l’Europa. Normale che vi sia una ridda di voci sui giocatori che non hanno alcun fondamento di verità, situazioni create ad arte da chi ne vorrebbe ricavare vantaggio, tuttavia la realtà appare abbastanza evidente a tutti i maggiori commentatori. Lo dimostra un tweet come quello pubblicato nel weekend da Nikos Varlas (Eurohoops) che vi abbiamo già ripotato nel nostro pezzo di ieri riguardante la situazione della trattativa con Malcolm Delaney.

Milano c’è, certamente, ma vanno correttamente tenute in considerazione anche le voci critiche attuali, che ricordano anni di gestione gravemente insufficiente. Perché è palese che, di fronte ad esempi di quanto vissuto dalla tifoseria a seguito di decisioni del club, qualche dubbio possa restare.

Ettore Messina e Christos Stavropoulos stanno lavorando in quella direzione, ovvero quella di cambiare la mentalità di una società che a livello sportivo, e non solo, da molti era ritenuta assai carente. Perchè robe tipo la posa di un plexiglass per separare la squadra dai tifosi hanno fatto ridere un intero continente. Lo sanno bene i nuovi gestori milanesi, l’Olimpia deve tornare, come tutti i grandi club, ad essere dei suoi tifosi e di chi ci lavora attorno seriamente, ovvero siti, blog e giornali, senza alcuna distinzione.

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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