“Voglio proprio vedere questa medaglia d’oro chi può portarcela via”. La grande affermazione azzurra del 1983

Lo storico successo azzurro, negli Europei del 1983, nella finalissima contro la Spagna

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Le altre partite analizzate, in questo percorso nostalgico domenicale che ci accompagna da poco più di due mesi, ho avuto la fortuna di vederle in diretta televisiva, in alcuni casi anche dal vivo.

Quella di oggi rappresenta un “unicum” e sarà un piacere rivederla insieme a voi visto che il 4 giugno 1983, data di questa partita, non avevo neanche ancora tre anni.

Attraverso i classici cinque punti di Eurodevotion proviamo a tornare indietro di addirittura 37 anni, ad una pallacanestro molto diversa, anche dal punto di vista regolamentare, da quella attuale.

Ritorniamo a quella serata di Nantes, la prima in cui la nazionale italiana divenne campione d’Europa sconfiggendo la Spagna allenata da Antonio Diaz Miguel.

FIGLI D’ARTE: L’Italia era composta dal seguente roster: Carlo Caglieris, Alberto Tonut, Marco Bonamico, Enrico Gilardi, Ario Costa, Roberto Brunamonti, Renato Villalta, Dino Meneghin, Antonello Riva, Renzo Vecchiato, Pierluigi Marzorati, Romeo Sacchetti. Il team, allenato da Sandro Gamba, aveva quindi all’interno tre giocatori, Meneghin, Sacchetti e Tonut che hanno avuto l’onore e l’orgoglio di vedere in campo, con la maglia azzurra, anche i propri figli. Andrea Meneghin si è addirittura laureato campione d’Europa nel 1999 permettendo alla famiglia, di origine veneta, di avere in campo un esponente negli unici due successi europei della nazionale.

ROMEO SACCHETTI: uno dei giocatori di punta di quella nazionale è l’attuale coach della rappresentativa italiana. Meo chiuse il campionato Europeo del 1983 con 12.1 punti di media, di cui 15 nella finalissima. L’oro del 1983 fu una delle quattro medaglie conquistate con l’Italia insieme agli argenti delle Olimpiadi del 1980 e dei Giochi del Mediterraneo del 1983 e il bronzo degli Europei del 1985. Successi che compensarono le molte amarezze a livello di club, come il grave infortunio in gara2 della finale scudetto tra Varese e Pesaro. I marchigiani approfittarono del problema fisico di Sacchetti conquistando il titolo.

PERIODO D’ORO:Voglio proprio vedere questa medaglia d’oro chi può portarcela via“. Questa la famosa frase di Aldo Giordani quando sul tabellone mancavano poco più di 20 secondi. Una affermazione, quella in Francia, che fu l’apice di un periodo storico forse tra i più belli della pallacanestro italiana.

IL CAMMINO: la formula della manifestazione era particolare. Le dodici squadre, infatti, erano suddivise in due gironi da sei che qualificavano, alla semifinale, le prime due. L’Italia fece un percorso netto vincendo tutte le cinque partite del girone, la semifinale contro la sorpredente Olanda per 88-69 e poi la finale contro la Spagna. Il 1983 fu l’ultimo anno in cui si giocò senza il tiro da tre punti. Dal 1984, infatti, la FIBA ha introdotto questo cambio regolamentare che ha notevolmente mutuato il gioco del basket nel corso degli anni successivi.

SPAGNA: la compagine iberica fu ironia della sorte l’avversaria degli italiani, non soltanto nella finalissima, ma anche nella gara d’esordio. L’Italia si impose per 75-74 iniziando la sua cavalcata trionfale. La Spagna perse soltanto le due gare contro il gruppo di Gamba, arrendendosi ad una avversaria che era obiettivamente più forte.

Foto copertina: museodelbasket-milano.it

 

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