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L’Italia manda al tappeto i campioni del Mondo e d’Europa

PARIS, FRANCE: Italian team coach, Bosnian Bogdan Tanjevic, talks to his players during the Euro 99 Basketball championships final against Spain 03 July 1999 in Paris. (ELECTRONIC IMAGE) (Photo credit should read JACQUES DEMARTHON/AFP via Getty Images)

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Il 15 marzo abbiamo intrapreso questo percorso di analisi di alcune partite storiche.

L’intento, almeno iniziale, era quello di riproporre la visione di gare del campionato italiano per non allontanarvi da quelle che sono le abitudini domenicali.

La passione ci ha portato poi anche a parlare di coppe europee prima di avvicinarci a gare memorabili dei nostri azzurri.

Djordjevic, ospite nella consueta diretta settimanale di Eurodevotion, ha affermato, in riferimento alle nazionali il seguento concetto: «La crescita è legata alla Nazionale. I risultati devono essere continui e non solo meteore come capitato in Italia. Solo così tutti vedrebbero questa enorme qualità del nostro sport. La Nazionale è il mezzo di comunicazione più grande che ci sia. Non è solo Eurolega o Champions, la pallacanestro è cresciuta negli anni vedendo gente che gioca per la sua nazione con cuore e sacrificio».

Parole chiare, assolutamente condivisibili, avvalorate dai numeri, spesso freddi ma sempre sinceri, che dimostrano il peso fondamentali dei risultati delle proprie rappresentative su tutto il movimento.

Ecco perchè, anche nella domenica odierna, la partita che riproporremo sara Italia-Jugoslavia dell’Europeo 1999.

Una serata storica, in quel di Parigi, in cui gli italiani riuscirono a battere i campioni del mondo e d’Europa in carica che potevano schierare campioni come Divac, Danilovic, Bodiroga solo per citarne alcuni.

Una partita che non giocò Djordjevic, assente in quell’Europeo, e nemmeno il suo sostitutuo naturale, Saša Obradović, per infortunio.

Un problema fisico che portò in cabina di regia, per quella semifinale, Bodiroga e costrinse Tanjevic, per arginare il talento di Zrenjanin che conosceva assai bene, a schierare in quintetto base De Pol per poterlo marcare in uno starting five che proponeva tre lunghi più Myers e Meneghin in posizione di playmaker.

Ora basta anticipazioni, mettiamoci comodi ascoltando la cronaca di Franco Lauro e Dado Lombardi, ne vale la pena.

Foto copertina: bwin

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