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Delaney ringrazia tutti ma voleva ampie certezze contrattuali per il suo futuro. Che sarà a Milano?

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Malcolm Delaney non è più un giocatore del Barcellona, come vi abbiamo riportato questa mattina.

Il giocatore ha parlato lungo con Nikos Varlas di Eurohoops, di cui è molto amico, per spiegare i motivi del concordato addio ai catalani.

Qui il testo integrale dell’intervista.

Ed ecco i passaggi più significativi.

Sulla fine del rapporto coi catalani…

«L’ho fatto solo per me, riguarda la mia sfera personale. Non volevo restare un solo anno, in quel caso sarei andato in Cina. Arrivato a Barcellona non volevo essere una superstar ma solo ricoprire il mio ruolo. I Play erano tutti infortunati, ma io non ero mai in quintetto. I soldi? No, ho sacrificato più di chiuse altro nella squadra. Non c’era posto per me nel sistema, giocavo 22 minuti, più o meno come in NBA. E guardate i tiri presi… Dicevano di volermi ancora ma non ho mai ricevuto un’offerta».

Sulla separazione così repentina…

«Ci pensavamo, col mio agente, da tempo. Mi hanno escluso da tutto. L’ultima volta che ho parlato con Pesic è stato ad inizio marzo. Ho parlato solo col preparatore atletico, che fissava allenamenti su Zoom alle 11 locali, le 5 del mattino per me in America. Sono tornato a casa perchè potevo allenarmi meglio, anche all’aperto. I media spagnoli hanno postato mie foto in Messico, ma erano vecchie di quando ero con gli Hawks. Ho fatto tutto per la mia salute, ragion per cui non avrei voluto giocare a luglio. Ma nessuno si è mia fatto sentire dalla dirigenza».

Il giornalista greco Nikos Varlas, che ha raccoltole parole del giocatore, è stato autore di un tweet che lascia poco spazio alla fantasia (non dimentichiamo l’amicizia che lega i due):

 

“Next leader”? In una squadra dove c’è Sergio Rodriguez? Dubitare è lecito.

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