La resilienza di Bertomeu nel nome dei tifosi e di un cambiamento necessario

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Lunga ed interessante intervista di Jordi Bertomeu con Sports.ru in cui sono stati toccati tutti i temi più attuali riguardanti la Turkish Airlines Euroleague.

Ecco la nostra traduzione integrale.

Sulle perdite stimabili e le conseguenze sul futuro…

«È ancora difficile fornire stime, poiché dipende dai tempi ulteriori   degli effetti negativi del coronavirus in Europa. Dal 12 marzo – data di sospensione, abbiamo preso in considerazione tutte le possibili opzioni per la ripresa della stagione. All’assemblea degli azionisti di Eurolega tenutasi il 23 aprile, le squadre hanno discusso di tutti i potenziali problemi: di movimento, di trasporto, di frontiere chiuse … Allo stesso tempo, tutti all’unanimità, senza eccezioni, hanno approvato il nuovo formato del torneo e i termini in cui dovrebbe continuare»

«Club, lega e tutti i nostri partner,  come tutte le aree di business in tutto il mondo, hanno già risentito dell’impatto negativo del coronavirus. L’entità del danno dipenderà da quando torneremo alla vita normale e in quali condizioni riprenderà il nostro lavoro.  Ci sono troppi fattori che determineranno le perdite, non è ancora possibile prevederle. Oggi è già chiaro che saranno molto significative soprattutto per i club: hanno perso soprattutto le partite casalinghe ed i relativi introiti»

«Siamo in costante dialogo con tutti i nostri club e stiamo prendendo in considerazione ogni possibile scenario di strategia al fine di un recupero aziendale a breve, medio e lungo termine».

Sulla necessità, da un punto di vista finanziario, di salvare la stagione in corso e sui tanti pareri contrari…

«L’Eurolega sta cercando di essere come l’NBA. E’ una lega di basket che riceve entrate da fonti in tutto il mondo ed i club con i budget più alti hanno fatto molto per raggiungere tali posizioni. Pertanto, è ovvio che i fattori finanziari siano estremamente significativi, ma allo stesso tempo una decisione così importante sarebbe ingiusta e scorretta se ridotta esclusivamente al denaro».

«Due settimane fa ho già detto che il fattore principale nel prendere questa decisione sarà il non  mettere in pericolo la salute dei nostri giocatori, allenatori e arbitri. Non metteremo a rischio la salute dei nostri fans, non metteremo a rischio la salute dei dipendenti del club, arene, leghe o cittadini in generale».

«Se le autorità nazionali  e quelle  sanitarie ci consentiranno di giocare,  intraprenderemo tutte le azioni per garantire la sicurezza dei partecipanti alle competizioni e sono convinto che dovremmo concludere la stagione. Non dobbiamo farlo solo perché abbiamo degli obblighi nei confronti dei partner, ma anche,  e soprattutto, per gli obblighi nei confronti dei tifosi. Esistiamo grazie ai nostri tifosi e, se possibile, siamo obbligati a dare loro ciò che amano più di ogni altra cosa: il basket di alta qualità. Da ottobre alla sospensione di marzo, abbiamo avuto l’opportunità di assistere ad una stagione che tutti hanno definito la migliore  nella storia dell’Eurolega.  Ci ha regalato partite incredibili. Le nostre arene non hanno mai raccolto così tanti fans, le nostre partite (sia in TV che sul web) non hanno mai raccolto un tale pubblico. I tifosi sono la nostra base principale. E il loro supporto sarà cruciale nel prendere una decisione».

Sulle critiche all’accordo con ELPA espresse da alcuni giocatori, tra i quali viene menzionato Mike James…

«Sebbene alcuni giocatori abbiano espresso pubblicamente scetticismo sull’accordo (questa è la loro opinione, la rispettiamo), la maggior parte l’ha accettata. Vorrei ricordare che in questa stagione circa 300 giocatori sono stati coinvolti in Eurolega»

«Innanzitutto vorrei ringraziare tutti i nostri protagonisti per il fatto di aver compreso la difficile situazione in cui ci siamo trovati tutti, non solo l’Eurolega ma l’intera società. I giocatori si sono resi conto che svolgono un ruolo chiave e ci aiutano a trovare una via d’uscita da questa crisi. L’opinione dei nostri giocatori significa molto per migliaia di fans in tutto il mondo, tanta gente che ora è molto in difficoltà e che quindi sono sicuro che abbia apprezzato questa decisione».

«La riduzione degli stipendi, sebbene non risolva tutti i problemi, avrà un impatto positivo sulla situazione nei club. Tutti stanno facendo grandi sforzi per aiutare la lega e le squadre a tornare al più presto, riducendo le perdite, e i giocatori in questo caso hanno mostrato dedizione».

«L’accordo con l’associazione prevede uno standard minimo di obblighi per club e giocatori, non solo in termini di salari, ma anche in altri settori. Fornisce inoltre a tutti i partecipanti garanzie che queste condizioni saranno rispettate, in quanto la lega ha meccanismi per tracciare e imporre sanzioni in caso di violazioni. Questo è un accordo molto importante, il primo nel suo genere per l’Eurolega. Ciò che lo rende ancora più prezioso è che è stato raggiunto in tempi così difficili, a dimostrazione dell’unità di tutti gli azionisti».

Sulle questioni più controverse durante i negoziati…

«Preferirei non parlare dei dettagli del processo negoziale per rispetto di tutte le parti interessate. È ovvio  che le principali difficoltà erano legate al fatto che i nostri club rappresentino paesi diversi: questo implica grandi differenze nelle realtà, nella legislazione, nella tassazione, oltre a situazioni differenti. È sempre molto difficile trovare una soluzione a un problema dal punto di vista globale, e non di una squadra specifica».

«L’Eurolega ha una  missione ed è fantastico che vi sia il pieno supporto dei nostri club».

«Vorrei anche far notare che i negoziati non hanno comportato alcuna disputa tra Eurolega e  club da un lato e  giocatori dall’altro. Questa visione è molto lontana dalla realtà. I colloqui si sono svolti con una chiara comprensione dei principi di base condivisi da tutte le parti: tutto ciò è necessario per avere buone prospettive in futuro dopo la fine della pandemia».

Su possibili altre opzioni prese in considerazione…

«C’era solo un’altra opzione, ovvero che ogni club potesse raggiungere un accordo con i propri giocatori individualmente. Ma abbiamo deciso che un accordo che collegasse tutti i club era nell’interesse globale. Era chiaro che l’unica opzione ottimale fosse un accordo con il sindacato dei giocatori, che avrebbe garantito e tutelato i rappresentanti di tutte le parti».

Sui tanti dubbi di giocatori ed allenatori che affermano non esserci le condizioni per continuare la stagione in corso e sulla trattazione del tema  con l’associazione giocatori, nonché sull’opinione della maggioranza…

«Se guardi alla situazione attuale questa è un’analisi corretta. In questo momento non ci sono abbastanza condizioni favorevoli a riprendere la stagione. Ecco perché abbiamo detto che le partite si giocheranno solo se riusciremo a garantire la sicurezza di tutti i partecipanti e se le autorità ci daranno il via libera».

«Naturalmente, questo è stato specificamente discusso nei negoziati con il sindacato dei giocatori: non solo hanno concordato con questa tesi, ma hanno anche concordato di prorogare i contratti validi per la stagione 2019/20 fino al 31 luglio 2020. Questo ci consentirà di terminare la stagione a luglio se avremo l’autorizzazione delle autorità sanitarie».

«Ciò che è chiaro al 100% è che durante la nostra ultima riunione degli azionisti, tutti i nostri club hanno sostenuto l’idea di terminare questa stagione. È molto importante attenerci tutti alla decisione approvata solo pochi giorni fa. Finché c’è speranza, abbiamo l’obbligo di fare tutto il possibile per terminare la stagione».

Sui due club contrari (Olympiacos e Panathinaikos) e sulle difficoltà di controllo viste le differenti discipline finanziarie nazionali…

«Non riveliamo mai i dettagli delle riunioni, parliamo solo delle decisioni finali. Siamo singole unità che prendono una decisione che diventa comune. E la rispettiamo».

«Fin dal primo giorno volevamo che tutti i club della lega arrivassero a questo accordo che aiuta i club a rendere più solide le relazioni con i giocatori. Diversamente la ripresa della stagione sarebbe stata in pericolo: basta mettere a confronto un accordo tra due organizzazioni (Eurolega e il sindacato dei giocatori) con 300 accordi tra ogni club e tutti i giocatori…»

«I nostri club sono i nostri azionisti. Dobbiamo tutti muoverci in una direzione per crescere e, in questa situazione, risolvere la difficoltà. Anche prima di questa emergenza dovuta al coronavirus abbiamo avuto negoziati con il sindacato per un accordo su larga scala che assomiglia all’accordo collettivo tra la NBA e la loro unione dei giocatori. Per i nostri atleti questo è un passo naturale che rappresenta gli interessi di tutti i giocatori in Europa. Questo accordo è nato in circostanze tristi, ma indica la direzione in cui tutti vorremmo muoverci: crea una buona base sia per i club che per i giocatori stessi».

Sui possibili grandi cambiamenti nella lega, ivi compresa l’introduzione di una sorta di “salary cap” e di regolamentazioni finanziarie di diversa natura…

«Ora è difficile parlare di eventuali cambiamenti, anche se è assolutamente certo che vi saranno. Tutti gli uomini d’affari di tutto il mondo dovranno ridefinire più o meno molti aspetti delle loro operazioni dopo la pandemia. Speriamo di farlo nell’ottica di un miglioramento». 

«In questo caso, possiamo dichiarare con orgoglio di avere un vantaggio competitivo. La filosofia di Eurolega è sempre stata quella di accettare il cambiamento come evoluzione necessaria e dargli vita».

«Tutte le modifiche elencate saranno esaminate da Eurolega. Ma è importante capire la cosa principale: le prospettive favorevoli per i nostri club significano prospettive favorevoli per i nostri giocatori, poiché i loro interessi sono interconnessi».

«Vogliamo continuare a progredire in tanti aspetti e questa situazione, a quanto pare, dimostra che dobbiamo accelerare il processo di riforma. Quindi le nostre posizioni saranno più stabili e ci aiuteranno ad essere più pronti di fronte a circostanze impreviste».

Su come il basket europeo può migliorare…

«Il basket europeo ha grandi prospettive. L’Eurolega stava vivendo i migliori momenti della sua storia. Le presenze, il pubblico televisivo,  l’interesse dei fans,  il coinvolgimento nei social network … Tutto ciò dimostra che siamo sulla strada giusta, ma afferma anche che dobbiamo correggere i problemi tradizionali. E dobbiamo farlo il più rapidamente possibile».

«Questa situazione ha anche mostrato quanto sia importante per i nostri tifosi  sentire l’attenzione dei nostri club, giocatori e allenatori. Ci hanno sempre supportato e in questo momento dobbiamo dimostrare che ci teniamo a loro e fare tutto ciò che possiamo per aiutare la società a tornare alla vita normale. I proprietari dei nostri club, i club stessi, i giocatori, gli allenatori, le leggende e i nostri partner in questi tempi difficili stanno facendo del loro meglio per aiutare le persone, anche donando somme abbastanza elevate, e questo ci rende orgogliosi di far parte della stessa famiglia»

 

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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