2009: la più grande Final 4 della storia celebra la leggenda di Obradovic

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E’ Berlino, è la splendida O2 World e sulle panchine i protagonisti sono sempre loro: Zele Obradovic ed Ettore Messina.

Gli oltre 13000 presenti alle semifinali ed alla finale non lo sanno ancora, ma stanno assistendo al più grande evento della storia recente di Turkish Airlines Euroleague.

Jasikevicius, Spanoulis, Diamantidis, Pekovic, Batiste, Fotsis, Nicholas, Smodis, JR Holden, Langdon, Khryapa, Planinic, Lorbek, Siskauskas, Vujcic, Bourousis, Printezis, Teodosic, Schortsanidis, Greer, Papaloukas, Basile, Lakovic, Navarro, Andersen, Ilyasova… possono bastare come protagonisti per definire la parola talento?

Sono le parole proprio del miglior Coach di tutti i tempi della competizione ( e non solo…) a ricordarci bene di che razza di finali siano state, durante la nostra intervista del 28 marzo 2019.

Ecco il significativo estratto delle parole di Zele su Berlino 2009.

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Coach, il Pana del 2009 con V-Span, Diamantidis e Jasikevicius è la squadra più forte di sempre?

Di certo quella Final 4 è stata la più grande di sempre, con Olympiacos, Barcellona e Cska. Squadre di livello tecnico e di talento altissimo. E ti garantisco che allenare così tanto talento non è semplice, perché i grandi vogliono responsabilità proprio perché sono grandi.

E sempre in quell’occasione si può dire, come sostengono molti suoi colleghi (ad esempio Jasmin Repesa), che abbia cambiato il gioco per sempre. Il “pick and roll” di quella squadra è stato poi imitato da tutto il continente, anche da chi non aveva gli uomini per farlo e non sapeva farlo come Obradovic…

Si parla tanto di questa cosa, sicuramente abbiamo fatto il meglio utilizzando il sistema più adatto a quei giocatori. Se hai tre guardie come quelle e non fai pick and roll… Però mi piace molto ricordare Mike (Batiste) e Nikola (Pekovic): in due modi diversi molto incisivi ed importanti, magari in dettagli come uscire o meno sul blocco, piuttosto che chiudere l’area, con un continuo processo di crescita. Oggi non si può giocare in un solo modo, col solo “p&r” o sole uscite dei tiratori sui blocchi. La mia filosofia resta sempre la stessa: cercare di tirare fuori il meglio dai giocatori che ho a disposizione, sfruttando il loro talento nell’ottica della forza di squadra.

I 18 punti nel solo quarto finale di Siskauskas diedero allo CSKA la finale ai danni del Barça, nonostante il vantaggio blaugrana iniziale in doppia cifra. Viktor Khryapa iniziava a dare corpo alla sua epopea moscovita: 9 punti, 10 rimbalzi e 3 recuperi. I 24 dell’ex David Andersen non bastarono. Memorabile l’altra semifinale tutta ateniese. 84-82 con errore finale di Bourousis, e verdi in trionfo guidati da quel Sarunas Jasikevicius che confermava il suo status di giocatore dominante ai massimi livelli.

E si arriva così all’atto finale, domenica 3 maggio.

Pana-CSKA, ovvero Obradovic contro Messina, come nel 2002, come nel 2007, per il domino tra i dominatori.

L’inizio è lettura spettacolare del Coach di Cacak, che fa malissimo dentro l’area, pompando palla sotto e caricando di falli i lunghi avversari.

«Quando Smodis, Lorbek e Khryapa hanno avuto due falli, loro hanno continuato a dare palla dentro: noi abbiamo chiuso ed allora hanno trovato ottime percentuali da tre. Non è stata una partita di basket nel primo tempo e siamo stati bravi  a farla diventare tale nella ripresa».

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Prima di celebrare Spanoulis MVP in verde, la tripla allo scadere di Siskauskas si stampa sul ferro.

«Cercavamo un layup, ma non è stato possibile, alla fine non è stato nemmeno un brutto tiro. I tiri entrano ed escono, è il gioco» il laconico commento dell’eroe della semifinale.

Una rimonta incredibile dal 48-28 Pana di metà partita non basta ed è la  settima Coppa per Obradovic. 

Un backcourt con Spanoulis, Diamantidis e Jasikevicius è l’eredità più grande che queste finali ci lasciarono, insieme ad un cambiamento epocale nel gioco. Il “pick and roll” definirà la maggior parte dei possessi offensivi di lì in poi, ma a quel livello non lo ha mai eseguito più nessuno.

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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