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Euro 1999: Parigi si tinge di azzurro

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Le domeniche “storiche” di Eurodevotion proseguono ma, contrariamente alle abitudini, oggi non ci soffermeremo su una partita con squadre di club.

La macchina del tempo ci porta al 3 luglio 1999, una data per il sottoscritto indimenticabile, non soltanto per la conclusione della maturità.

Un appassionato italiano di basket difficilmente potrà dimenticare Euro 1999 e l’atto conclusivo tra Italia e Spagna.

Introduciamo la finale attraverso i soliti cinque punti.

4 GIUGNO 1983: sedici anni prima, sempre in Francia, sempre in finale contro la Spagna. La nazionale azzurra, allenata da Sandro Gamba si impone, nella finale iridata, per 105-96 diventando per la prima volta campione d’Europa. Uno strano scherzo del destino, alcune edizioni dopo, in terra transalpina, riproporrà lo stesso incrocio per l’assegnazione della medaglia d’oro.

DINO MENEGHIN: uno dei dodici campioni d’Europa, nel 1983, era Dino Meneghin. Nella finale di Parigi, del 1999, in campo vi era suo figlio Andrea reduce dallo storico scudetto della stella con la sua Pallacanestro Varese. Il suo gemello in campo, Gianmarco Pozzecco, fu escluso da Tanjevic poco dopo il torneo dell’Acropoli. Una schiacciata di Andrea, nel quarto di finale contro la Russia, rappresentò una delle istantanee più belle di quella estate azzurre, il “turning point” della manifestazione.

ABBIO: in una recenta diretta sulla pagina facebook Cause I Fucking Love This Game Abbio ha così parlato dell’avventura ad Euro 1999: “Venivamo dall’argento europeo del 1997 e dal Mondiale ’98 in cui potevamo far meglio, ma che avevamo dati buoni segnali. All’Europeo del ’99 siamo arrivati tutti bene nel momento giusto e questo sono capacità del nostro staff. Tanjevic ha creato un ottimo gruppo in due anni. Io venivo da un infortunio, all’inizio della preparazione, in cui mi sono fatto male alla caviglia. Non ero certo di andare all’Europeo, in amichevole contro la Svizzera ero caduto male sulla caviglia. Sono tornato a Bologna per gli esami, ma il coach mi ha tenuto la porta aperta: “Mi ha detto preparati, curati e tra un paio di settimane ci vediamo e valutiamo in che condizioni sei e se sei pronto per andare in Francia!”. Io mi allenai da solo, feci fisioterapia in un centro a Bologna. Andavo a correre, facevo le mie salite al Parco Talon di Casalecchio e mi sono impegnato. Quando mi sono presentato a Varese per la parte finale di preparazione, lui (il coach) mi guardò e mi fece: “Picchio, io ti porto con me”. Parole che dimostrano la forza di quel gruppo.

CAMMINO: il percorso dell’Italia fu tutt’altro che esaltante nelle prime fasi della manifestazione. Il primo girone vide una sconfitta, all’esordio, contro la Croazia e due sofferte vittorie contro Bosnia e Turchia. Nella seconda fase medesimo bilancio: due successi su Germania e Rep.Ceca e un pesante rovescio contro la Lituania. I quarti di finale rappresentarono il cambio di marcia: 102-79 nei confronti della Russia e 71-62 in semifinale contro una Jugoslavia che poteva schierare giocatori come Bodiroga, Danilovic, Stojakovic e Divac.

FRANCO LAURO: inizialmente avevo deciso di proporre un’altra gara in data odierna. L’improvvisa morte del giornalista ha mutato la mia decisione e riproporre questa gara, da lui commentata, è un omaggio al cronista scomparso qualche giorno fa. “L’Italia è campione d’Europa, un sogno che si avvera“. Parole che resteranno per sempre. Pronunciate da Franco Lauro.

Foto: Sky Sport

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