Finalmente se ne parla: rinegoziare i contratti è imprescindibile. Ne parla la stampa catalana…

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Noi lo sosteniamo da tempo, senza essere guru della finanza e senza conoscere nel dettaglio la situazione dei singoli club: il futuro è talmente incerto nel breve termine che renderà necessario rivedere i contratti di moltissimi sportivi, soprattutto quelli che per tanto tempo, forse troppo, sono parsi eccessivamente onerosi.

E’ un’opinione che si basa sulla realtà dei fatti, sulla quotidianità che andremo a vivere, sulla lunghissima lista di problemi che andremo ad affrontare e, soprattutto, sul grandissimo numero di rinunce a cui saremo costretti.

Il mondo non uscirà da questa emergenza come quello precedente, anzi. Se esiste qualche categoria che non se ne rende ancora conto, è bene che lo faccia o che qualcuno glielo faccia capire.

Non vi è alcun atto di accusa, sia chiaro, verso qualsivoglia sportivo ed i privilegi vissuti sino ad oggi. Se l’economia ne prevedeva un certo tipo di retribuzioni è giusto che siano state pagate: chi è più bravo, chi ha qualcosa di speciale, chi riesce a creare interessi maggiori, è giusto che venga retribuito per i suoi talenti. L’odio e l’invidia albergano ben lontano da noi e sono sensazioni che schifiamo senza mezzi termini.

Ma l’oggi ed il domani prossimo ci obbligano a rivedere tutto.

Ed ecco allora che José Ignacio Huguet,  dalle prestigiose colonne del Mundo Deportivo, ci propone un quadro abbastanza inquietante in genere, dettagliato per il Barça, realistico per chiunque.

I passaggi principali di un pezzo che va comunque letto nella sua totalità.

«La pandemia ha paralizzato il mondo dello sport… le singole entità stanno guardando oltre, agli effetti di una catastrofe che si allungherà nel tempo».

«L’Efes ha parlato di tagli tra il 30 ed il 40%, con perdite di entrate tra il 27 ed il 28%, attraverso le dichiarazioni del GM Alper Yilmaz«

Qui il link al ns articolo sull’Efes.

«Il Maccabi è stato altrettanto chiaro e duro nella valutazione di Coach Sfairopoulos:senza gli incassi che derivano dagli abbonamenti non possiamo programmare nulla»,

 Qui quanto abbiamo riportato sulle parole di Sfairopoulos.

«Dal Barça non arrivano ancora valutazioni precise sull’impatto della crisi, ma valutando che il budget è stato il più alto di sempre, a 41,7mln, e che quest’estate scadranno i contratti di pochi giocatori e meno onerosi (Kuric, Tomic, Pangos) è presumibile che i prossimi costi saranno pari o superiori».

«Le entrate, come riconosciuto dal club, subiranno una riduzione di più di 100mln. 30 dal Museo, 50 dai diritti TV, 15-20 dall’attività al Camp Nou ed una cifre tra i 6 ed i 16,5 mln per la mancata sfida di Champions con il Napoli, che avrebbe potuto dare accesso ai quarti della competizione».

Importante sottolineare come si parli, ovviamente, dei conti globali della polisportiva.

«A ciò potrebbe aggiungersi un’altra mancata entrata di circa 60 milioni se non si riuscisse ad arrivare ai 124mln preventivati come incassi dalle cessioni di calciatori, che ad oggi superano di poco i 60mln. Solo vendere Rakitic potrebbe far quadrare questa parte dei conti, ma la riluttanza del croato non promette bene». (Qui si entra nel dettaglio delle trattative calcistiche che comunque influenzano in massima parte i numeri del club).

«La riduzione dei salari accettata dai giocatori, che il club ha quantificato in circa 16mln al mese, non pareggia certo le mancate entrate, limitandosi ad un totale di 56mln (tre mesi e mezzo), anche perché nell’accordo si parla di tornare a retribuzione piena una volta che le competizioni tornassero alla normalità».

«Nessuno può escludere oggi che le singole voci di spesa subiranno una drastica riduzione nel prossimo esercizio, ivi compresa la più alta, quella dei salari dei giocatori. Ma questo sarà possibile solo rinegoziando i contratti con loro».

Infine il giornalista catalano, chiude fornendo altri dati sulle riduzioni previste dal Bayern (30%), dal Real Madrid (10-20%) e menzionando il pensiero di Misko Raznatovic, potentissimo agente europeo che ha indicato in un 15% il taglio che dovrebbe essere applicato da Eurolega insieme ad ELPA, l’associazione giocatori. Ma questo accordo, ad oggi, è solo in fase di discussione, mentre i club si stanno muovendo singolarmente.

 

IL COMMENTO

Siamo felicissimi che un testata importante come il Mundo Deportivo affronti un tema che sistemiamo dall’inizio della crisi ed anche che menzioni l’accordo di cui si discute in Eurolega mentre i club sembrano fare da soli.

Avere coscienza del mondo che sarà è una caratteristica che oggi ci offriranno, o meno, i protagonisti delle nostre passioni. Chi comprenderà la situazione, magari guadagnerà meno, anche molto, nel futuro prossimo, ma di certo verrà percepito come uomo che si confronta col mondo. Chi non lo accetterà e magari si farà forte di qualche sentenza dei vari gradi possibili tribunali sportivi, porterà a casa, forse, qualche soldo in più, ma sarà fuori da quel mondo, quello vero. Che non potrà più vedere un distacco così ampio tra finanza e realtà quotidiana. Altrimenti saranno le tenebre.

 

 

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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