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2002: Obradovic spegne il sogno back-to-back della Kinder di Messina

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E’ l’anno del famoso 11 febbraio in cui il presidente Madrigali, inopinatamente, esonera Ettore Messina, causando un’insurrezione popolare che lo costringe a rimettere al suo posto il Coach catanese, comunque all’ultimo giro felsineo.

E’ il 2002 di una Final 4 in cui il Panathinaikos si presenta decisamente come la squadra più debole, di fronte a corazzate come la stessa Kinder Bologna, la Benetton di Mike D’Antoni ed il Maccabi di David Blatt.

E’ il 2002 della prima Final 4 dell’era moderna e la tavola del  PalaMalaguti è apparecchiata per il back-to-back bolognese. Di dubbi ce ne sono pochi, ma ancora una volta bisogna fare i conti con Zeljko Obradovic, che a soli 42 anni diventa automaticamente leggenda della pallacanestro europea, portando a casa il quinto trionfo con 4 squadre diverse, raggiungendo Aleksandr Gomelskij e mettendo alle spalle Bozidar Maljkovic e Pedro Ferrandiz.

Miguelo Betancor, Juan Carlos Arteaga e Romualdas Brazauskas sono l’eccellenza della classe arbitrale e giustamente dirigono una gara che entra di diritto nella storia.

 

Cosa ci è rimasto di quella straordinaria finale?

La rapidità dell transizione offensiva bolognese: diminuita quella, nel secondo tempo, il Pana ha preso in mano la gara.

La quantità di talento in campo: Manu Ginobili, Marko Jaric, Ibrahin Kutluay, Dejan Bodiroga, Sani Becirovic, Matjaz Smodis, Antoine Riguadeau, Damir Mulanomerovic, Fragiskos Alvertis…

Il tiro da 3: dapprima prerogativa quasi esclusiva Kinder, poi maggior utilizzo ed ottime percentuali ateniesi. la gara è girata anche lì.

Johnny Rogers, chirurgico con 5 punti essenziali.

L’interpretazione dei falli. Almeno una decina, nell’interpretazione odierna, sarebbero antisportivi. Ma nel cosiddetto “act of shooting” era molto meglio la regola di allora: togliere due punti per mandare in lunetta è onesta parte del gioco.

L’occupazione degli spazi. Notevolissima, ma anche favorita dalla mancanza di corpi eccessivamente atletici e fisici come quelli odierni.

Matjaz Smodis. Per chi cerca oggi un 4 moderno…

Darryl Middleton. L’attuale assistente di Itoudis al Cska ha iniziato la gara da centro, in una sorta di “small ball” che proprio D’Antoni aveva istituzionalizzato in quegli anni.

Il post basso, arma fondamentale di entrambe le squadre. Che movimenti!

Lazaros Papadopoulos: come ti metto a tacere Rashard Griffith da semi-sconosciuto.

L’1/6 bianconero dalla lunetta nel momento clou del match. A volte basta poco per cambiare la storia.

Manu Ginobili: due categorie sopra tutti.

Obradovic e la profezia di Nikolic che, dopo il suo primo trionfo del 1992, gli disse «E’ solo la prima di una lunga serie».

La frustrazione di Messina, conscio di essere a fine corsa a Bologna, e la sua lucidità inimitabile nel leggere le cause della sconfitta.

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