Il valzer delle panchine? Lo conducono Obradovic e Jasikevicius

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Sarà un mercato strano quello che ci apprestiamo a vivere, molto più lungo del solito sulla carta ed ancor più particolare poiché in realtà non sappiamo esattamente quali saranno le disponibilità finanziarie dei club, nonostante le prime indicazioni arrivate in questi giorni.

Non sappiamo che mondo sarà quello dei prossimi 12-24 mesi, ovviamente impossibile pensare a cosa possa accadere in quello di Turkish Airlines Euroleague a livello di conferme, rinnovi e nuovi contratti.

Addirittura non conosciamo ancora il completo elenco delle partecipanti, visto che la stagione non è conclusa ufficialmente e che  Euroleague prosegue nelle ricerca di una possibilità di arrivare in fondo.

La scorsa settimana vi abbiamo presentato la situazione dei free agent più appetibili, una lunga lista assai interessante per chi cerca di migliorarsi e per chi vuole confermarsi, oggi parliamo dei Coach, senza alcun dubbio i personaggi più determinanti di questa lega.

Vi sono chiaramente mille variabili che nascono dall’incertezza attuale, che proviamo a riassumere in 3 punti lampo.

  • I tempi allungati di un’eventuale prosecuzione della stagione in estate che porterebbe ad un inizio della successiva pressoché immediato. Si accorcerebbero i tempi, quindi diverrebbe ancor più difficile cambiare in panchina.
  • Le eventuali dispute contrattuali, visto che è in corso una trattativa parallela con ELPA (giocatori) ed EHCB (allenatori). Entrambe possono influenzare le scelte per e della panchina.
  • L’evoluzione della situazione sanitaria di ogni paese, coi differenti livelli e  tempi di diffusione del virus, può certamente influenzare le scelte dei Coach come quelle dei giocatori, magari semplicemente in relazione ai propri familiari.

E’ necessario sottolineare come vi sia un discreto  numero di panchine blindate, sulle quali non è prevista alcuna novità e che riguardano i club con certezza assoluta di partecipare alla prossima edizione.

Messina (Olimpia), Sfairopoulos (Maccabi), Itoudis (Cska), Laso (Real Madrid), Ataman (Efes), Mitrovic (Asvel) ed Ivanovic (Baskonia): 7 delle 13 sicure di esserci non cambieranno.

Pesic (Barcellona), ha contratto sino al 2021 e potrebbe far parte delle certezze, ma le voci che circondano il Coach serbo si sono costantemente moltiplicate in stagione, soprattutto dopo l’eliminazione in Copa del Rey, e potrebbero toccare l’apice nel momento in cui dovessero ufficialmente muoversi Obradovic e Jasikevicius, entrambi in scadenza 2020.

Anche Bartzokas (Olympiacos) è sotto contratto ed è difficile pensare che possa non sedere sul pino del Pireo l’anno prossimo, ma come la mettiamo con la sua richiesta alla dirigenza di riconfermare sia Milutinov (free agent con il Cska oggi in pole position, ma piace a tutta Europa), che Papanikolaou (contratto sino al 2021 ma fortemente nel mirino Maccabi)?

Kostic (Bayern) è stato scelto come sostituto interno di Radonjic ma le cose non sono cambiate sostanzialmente ed il Bayern ha deluso rispetto alle attese. Una novità non sarebbe assolutamente una sorpresa.

Il Panathinaikos è uno dei temi che apre le danze. Dopo l’addio di Pitino vi è stata la conferma di George Vovoras come head coach, soluzione interna come lo era quella di Pedoulakis,  due volte scelto ed altrettante volte poi cambiato dalla focosa proprietà.

Che il Pana sogni il ritorno di Obradovic è tanto certo quanto poco realizzabile. La stampa greca ha provato persino a rinforzare l’idea parlando di un rientro in patria (più Pana che Oly, appunto) di Kostas Sloukas, il quale a sua volta ci ha messo il carico con le parole di pochi giorni fa, quando ha parlato di suo futuro legato alle scelte di Obradovic. Francamente vediamo Coach Zele molto più legato alla famiglia Panathinaikos precedente rispetto all’attuale, quindi ad oggi un ritorno clamoroso ad Oaka è ipotesi assai lontana.

L’idea Jasikevicius è nella testa sia dei “greens” stessi che del Fenerbahçe in caso di addio di Obradovic, in scadenza a giugno come il suo allievo lituano allo Zalgiris.

Anche qui diventa complicato conciliare l’attuale valore e la metodologia di Saras con le peculiarità della dirigenza greca.

Perasovic è qualcosina in più di una ipotesi, nel caso non si arrivi ai due nomi di cui sopra.

Jasikevicius è una mente superiore del gioco che già appartiene a quella categoria di Coach che diventano immediatamente leader della propria squadra e del proprio club. A Kaunas tutto ciò è possibile perchè il basket è vissuto e gestito nel modo migliore, nonché perchè lui è, a pieno titolo, una leggende lituana: dove potrebbe accadere la stessa cosa? Ricordiamo bene le parole che disse un giorno lasciando il Forum («Questa non è un città di basket») infastidito dal poco interesse della stampa locale: questo è Coach Sarunas e questo è quello che vuole dall’ambiente. Lo Zalgiris avrà, come anticipato senza giri di parole dal suo GM, una probabile riduzione di budget del 33% che influenzerà il mercato e quindi la futura competitività. Se è vero che la cosa potrebbe bilanciarsi con quanto accadrà in tanti altri club, diventa però difficile pensare ad una stagione con prospettive limitate per un allenatore di questa eccellenza. Ed allora la soluzione Fenerbahçe, per le ragioni che vedremo riguardo proprio al più grande di tutti, potrebbero essere più di una supposizione. Perchè il club di Istanbul, nella sezione basket, quella cultura del gioco l’ha creata negli anni proprio grazie alla presenza contemporanea di un Coach come Zele e di un dirigente come Maurizio Gherardini.

Il mosaico si può quindi completare solo dopo la decisione del vincitore di 9 titoli di Turkish Airlines Euroleague.

Le immagini di Zeljko Obradovic che lascia la Turchia con un volo di stato sono state un pugno nello stomaco per i tifosi del Fenerbahçe, prontamente associate ad un addio a fine stagione. Non vi sono certezze a riguardo, ma la scadenza di contratto è un fatto ed il tortuoso percorso del Fener in questo torneo hanno reso semplice, per molti, arrivare a questa conclusione. Allo stesso tempo si è automaticamente pensato che Jasikevicius potesse essere la soluzione migliore per la sua sostituzione, sia a livello tecnico che gestionale, essendo tantissime le similitudini.

Nessuna certezza, appunto, anche se da qualche ambiente catalano abbiamo raccolto una voce che ci ha parlato proprio del Coach attuale del Fenerbahçe. Il quale ha una splendida casa a Barcellona, città a cui è legatissima la sua famiglia. Nulla di più intrigante nel caso, senza però dimenticare che Pesic, come dicevano, ha contratto: ma di fronte a Zele…

Infine non è trascurabile quanto abbiamo appreso da alcune nostre fonti alla precisa domanda sul futuro del Coach «Dove va Zoc il prossimo anno? Caraibi…»

 

Per quanto riguarda le 5 squadre attualmente parte della lega ma non sicure di parteciparci la prossima stagione, cosa che dipenderà dall’eventuale annullamento della stagione piuttosto che dai risultati dal suo completamento e dall’assegnazione delle 3 wild card, la situazione è abbastanza lineare.

Kurtinaitis (Khimki) e Pascual (Zenit) hanno accordi oltre la stagione attuale, Sakota (Stella Rossa) è situazione da verificare, mentre Ponsarnau (Valencia) ed Aito (Alba) scadono giugno.

 

 

 

 

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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