Itoudis: L’umanità nuota in acque sconosciute. Ciò che caratterizza la mia squadra è come reagiamo alle sconfitte

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Per Dusan Ivkovic è «il miglior allenatore di Eurolega». Protagonista dei trionfi del 2016 e del 2019, nonché di una costante presenza alla Final 4 da quando guida il Cska, è personaggio di punta nel panorama cestistico europeo.

Dimitris Itoudis è semplicemente un grandissimo Coach, oltre che persona di assoluto livello. . Una conversazione con lui ti porta ad esplorare tutti i temi della pallacanestro, senza dimenticare i tempi durissimi che stiamo vivendo.

– Coach, prima di tutto congratulazioni per la nomina nel comitato esecutivo di WABC, l’associazione mondiale degli allenatori. Speriamo sia proprio tu quello che fa sedere EL e FIBA ad un tavolo per tornare sulla stessa pagina. Ne abbiamo bisogno, ora, non domani…

E’ la ragione principale per cui ho accettato, è la prima cosa a cui ho pensato.

– Essere un sportivo professionista non è mai stato complicato come al giorno d’oggi: quali sono i pensieri e le sensazioni di Dimitris sulla situazione che viviamo?

Stiamo combattendo una guerra contro un nemico sconosciuto. Dobbiamo ascoltare gli esperti ed essere disciplinati.

– In Russia l’impatto del coronavirus sembra inferiore rispetto all’Europa occidentale: come vivi la tua quotidianità?

Non abbiamo regole così strette come in altri paesi ma ci siamo imposti restrizioni individuali, come famiglia e come club. A casa lo facciamo non perché si tema la malattia, ma perché non vogliamo diffonderla. Dobbiamo stare in casa per non condannare altra gente. Come club abbiamo deciso tutti insieme di allenarci, con una sorta di regola “casa-palestra”. Dobbiamo combattere uniti, come intera umanità.

– Ilona Korstin, direttrice VTB, ha detto che la scelta di fermarsi è stata una decisione autonoma, un rischio che sta pagando i giusti dividendi, anche senza restrizioni imposte dalle autorità. Sei d’accordo e, soprattutto, è decisione condivisa da tutti nella lega?

E’ la pura verità. Dopo lo stop di NBA ed EL lo abbiamo deciso. Stavamo facendo “tiro” la mattina della gara con l’Alba ed era lo stesso giorno dell’ormai famosa Kalev vs Loko. La positività di un assistente allenatore del Kalev, il primo caso nella lega, ci ha portato a scegliere così. Tutti insieme, con tutte le nazioni che sono coinvolte in questo torneo. I giocatori avevano già mandato una lettera esprimendosi in tal senso.

– Ok, passiamo a ciò che amiamo di più, il gioco… Quanto è dura allenarsi e restare concentrati sul proprio lavoro in u’atmosfera simile?

E’ difficile, ma sono fiero di quanto professionali si stiano dimostrando i miei giocatori. Sono concentrati e lavorano duro. Poi sai, la difficoltà deriva dal non sapere quando giocherai di nuovo.

– Al momento della sospensione siete 19-9, in continua lotta col Maccabi per il quarto posto ed il fattore campo nei PO. Sei dove avresti pensato di essere ad inizio stagione?

Non la metterei così, direi di essere realistici. Stiamo ricostruendo e non si può farlo in una notte. Abbiamo perso molti giocatori, molti creatori di gioco rispetto alla scorsa stagione, dobbiamo ristabilire uno status quo. C’è grande entusiasmo, ma ci vuole tempo.

– L’infortunio di Will (Clyburn) è stato devastante per la squadra ed il sistema. ma avete dimostrato da subito di non cadere nel panico, ben consci che uno così non si sostituisce perché… Will è Will. Una volta presentatasi l’opportunità avete firmato Howard Sant-Roos. E’ corretto dire che avete dato tutti qualcosa di più per coprire ciò che vi sarebbe mancato senza un uomo chiave?

E’ stata la nostra prima causa di forza maggiore della stagione, per usare un termine oggi tristemente famoso. Dopo sole 4 gare dovevamo affrontare una terribile avversità e costruire un’identità differente. Sapevo bene che l’unico modo era avere consistenza in difesa. Ancora una volta, siamo realistici: siamo sempre stati in una posizione tale da poter  avere il fattore campo nei PO. Una volta realizzato che Will sarebbe mancato, sì, tutti abbiamo dato qualcosa in più. Ha subito due operazioni, una ai legamenti ed una di pulizia alla caviglia, sta facendo enormi progressi. I ragazzi hanno capito, tutti. Il club ha fatto un grande sforzo per firmare Sant-Roos, non era facile trattare con l’AEK. Andrey (Vatutin) è stato fondamentale. Non so se sia Karma o cosa, ma è la seconda volta che Howard sostituisce Will: prima al Dacka, poi ora.

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– Possiamo dire che Sant-Roos sia ad un credibile tiro da tre dall’essere uno dei migliori nel suo ruolo?

E’ molto versatile e questa è la cosa che conta di più per me. Può giocare in tre ruoli ed io lo voglio come creatore di gioco: ci siamo lavorando. Il tiro dall’arco è questione di ripetitività dell’esercizio. Howard deve correggere qualcosa nell’uso delle braccia quando tira, ci arriverà. Anche Will quando arrivò da noi non aveva grandi numeri dall’arco. Quello che è diventato poi può essere molto affascinante per Sant-Roos.

–  Posso aggiungere che è un grande difensore ma, se vogliamo trovare un difetto, a volte si fida troppo delle sue capacità e resta un po’ troppo verticale sul perimetro, soprattutto contro l’uomo con la palla?

Sai, ha esordito col Real e sappiamo cosa vuol dire. Li abbiamo tenuti a 55 punti con lui in campo 23 minuti dopo soli due allenamenti. E’ stato grande nel non rallentare il ritmo di squadra pur non conoscendo ancora i giochi ed il sistema. Può essere che si fidi un po’ troppo di se stesso dietro, ma la sua versatilità è ciò che apprezzo maggiormente.

– Attualmente avete un rating offensivo di 98,6 (noni nelle lega) ed uno difensivo di 92,9 (secondi). Dove pensi di essere già messo bene e dove credi di dover migliorare di più?

E’ ancora questione di realismo. Siamo una buona squadra difensiva, ottima a rimbalzo. non siamo più quelli che ne mettono 90-95 facilmente, abbiamo bisogno di consistenza e tutto nasce dalla difesa.

– Il 92,9 di rating difensivo assume ancor maggiore importanza vista la presenza di Mike James, uno che non è passato sinora alla storia come difensore arcigno. Come hai ottenuto così tanto da lui nella tua metà campo?

Ne abbiamo parlato molto in estate. Lui è un ottimo difensore sulla palla ed ha atletismo e fisico per passare ben sui blocchi e far molte altre cose bene in difesa. Forse gli manca qualcosa sul lato debole.

– Tornando all’ingaggio di MJ, è stata la mossa più intrigante e discussa dell’estate. Dopo sei mesi come definiresti il tuo rapporto col giocatore?

Francamente, con tutto il rispetto per i suoi club precedenti, che è molto da parte mia, Mike aveva solo bisogno di lavorare in un ambiente di reale sforzo di squadra. Giocare con un Capitano vero come Kyle Hines aiuta molto. Mike ha tutto per emergere ai più alti livelli, ma ha bisogno di essere parte di una squadra vera. Non ha vinto sinora, ma vuole farlo e sa bene che ci vuole sacrificio per arrivarci. Tutto questo gruppo si è reso da subito molto allenabile. Non dimenticare che è la terza generazione differente al Cska in 6 anni. Accadde lo stesso la Pana, ma in 12-13 anni…

dima kyle mike

– Ad inizio stagione abbiamo parlato molto di lui e tu mi hai detto che poteva portare molto come talento alla squadra, ma che doveva comprendere ed accettare il vostro sistema. A che punto è il processo?

Direi ad un livello buono. L’infortunio di Will non lo ha aiutato, perché la squadra era costruita intorno all’MVP delle passate Final 4 e poi su Mike. E’ rimasto solo, con grande pressione sulle spalle, cosa che non è mai positiva. Lui sa bene cosa deve affrontare e come dobbiamo farlo con uno sforzo di squadra.

– Mi vengono in mente due momenti importanti nel tuo rapporto con lui in stagione. Un timeout in cui, dopo un paio di suoi errori offensivi, lo hai fissato e nel momento clutch della gara gli hai detto «continua ad essere aggressivo. Un altro in cui, vedendolo un po’ nervoso, ti sei rivolto a lui con un eloquente «non va bene, lo vedo dal tuo linguaggio del corpo». Puoi descrivermi questi due momenti?

Alleno questi ragazzi, nessuno li conosce meglio di me e loro sanno che io dirò loro sempre e solo la verità. Io non alleno per la TV o per tifosi, io faccio quello che serve alla mia squadra e loro ne sono consapevoli. Chiedendogli di restare aggressivo volevo che continuasse a creare, che continuasse a produrre il suo sforzo ed a credere nei compagni. Se vedo un linguaggio del corpo che non mi piace lo dico. E’ fondamentale, per noi, per gli avversari, per tutti quelli che ci vedono. Ti racconto una cosa… Intervallo della gara col Pana, siamo+10 ma dovremmo essere +16 od anche oltre, ma abbiamo perso qualche palla di troppo. Guardo le statistiche e vedo che Mike ha solo un assist, ma non è la realtà. Ha creato per tutti, ha visto 3/4 avversari collassare su di lui dando grande vantaggio ai compagni. Se lui lavora così noi abbiamo parecchie soluzioni secondarie di successo e lui incide per il 50% del nostro attacco. Anche se le statistiche non lo dicono.

– Daniel (Hackett) è un altro fattore chiave. Ricordo quante volte mi hai detto «non sai quante cose ci dà che non finiscono nei tabellini». Beh, ora mi pare che stia anche producendo numeri molto interessanti. Che tipo di lavoro fate per arrivare così in alto?

E’ un giocatore maturo. Aveva il contratto in scadenza ma l’ho sempre tranquillizzato. Lo volevo ancora con me ed è arrivato il rinnovo. A Vitoria, pochi istanti dopo il trionfo, mi ha detto «Coach, continua  a lavorare con me come se fossi uno juniores, pretendi tanto, spingimi sempre». Questo dimostra quanto carburante ci sia ancora nel suo serbatoio…

dima dany

 

«Daniel è un giocatore maturo. ha moltissimo da dare ancora e sono parecchio felice di averlo con me nelle prossime stagioni»

 

 

– Kosta Koufos è un giocatore da cui ci attendevamo più di 9 minuti con 3 punti e 3 rimbalzi. Credevo che diventasse un’importante presenza in post, qualcosa di diverso da quello che ti dava Othello lo scorso anno. Nelle ultime gare, però, pareva in crescita: che problemi ha avuto?

Parlando in generale, quando cambi così tanto, 6 giocatori, non tutto riesce subito al meglio. Accade a tutti gli allenatori. Venendo a lui, arriva da 11 anni di NBA, si è riadattato all’Europa in pre-stagione, poi l’infortunio ha arretrato il processo ed ora un altro stop, indipendentemente dalla nostra volontà… Ma è testardo ed ha grande etica lavorativa. Hai ragione, stava crescendo molto.  In ogni caso io alleno  16 giocatori ai quali ho da offrire 40 minuti. E non scelgo in base ai contratti, al passato od ai nomi. Mi ripeto, faccio quello che reputo il meglio, ed i giocatori lo sanno. Tutti.

– Tornando a come giocate quest’anno, mi ha impressionato il livello difensivo molto alto, ma anche l’attacco, con spaziature notevolissime. Sei d’accordo che la differenza con lo scorso anno, con la squadra di Cory, Nando e Sergio sia proprio relativa allo “spacing”: oggi più incentrato sul perimetro, mentre prima c’era maggior efficacia nel “mid range”?

Nando e Cory ci davano cose diverse, palleggiavano molto, era per fora di cose una situazione differente. Oggi necessitiamo di maggior movimento di uomini e palla, possiamo giocare “out to in” o “in to out”, ma dobbiamo crescere ancora molto. Poi dipende da cosa scelgono di concedere gli avversari, ma sì, dedichiamo molto tempo alle spaziature.

– Permettimi di trovare qualcosa di negativo… Quando entrate nei giochi con un “tempo” lento, soffrite molto e non arrivate a buoni tiri. E’ uno dei problemi principali?

Dobbiamo avere ritmo offensivo, sempre. Se siamo lenti e statici perdiamo molto. E’ un lavoro al quale ci dedichiamo a fondo.

– Riguardo al tiro da tre, lo scorso anno ne tentavate 21,61 a gara (11mi in Eurolega), col 40,75% (secondi). oggi siete a 28 tentativi (secondi), con il 39,16% (quarti). Wow! Questo vuol dire giocare una grande pallacanestro ed essere allenati al meglio…

OK, grazie per le tue parole… Voglio una squadra camaleontica, saper leggere le situazione è la cosa più importante, ma a volte leggiamo troppo…  Tirare, specialmente nelle situazioni decisive, è questione di carattere, di avere “le palle”! Ci lavoriamo molto in allenamento, con situazioni di sfida replicate sovente.

– Avete giocato le gare migliori contro gli avversari più forti. Le trasferte a Barcellona ed Istanbul (Efes) sono state gare pressoché perfette. Poi avete perso altre partite che sulla carta erano più semplici. Come bilanci queste situazioni differenti?

Ogni gara fa storia a sé. Col Pana, in casa anche se non era casa, abbiamo sbagliato a non fare fallo su Calathes, con l’Asvel avevamo tre ulteriori infortuni, ma non voglio accampare scuse, io odio le scuse come odio quando siamo inconsistenti. Partita perfetta, è vero, col Barça, ma mica sono stupido, non ci sono certo 30 punti tra noi e loro… Ti dico chiaramente che quello che definisce la mia squadra è come reagisce alle sconfitte. Vuoi subire l’accaduto o vuoi guardare avanti e reagire? Abbiamo scelto di reagire e lavorare, come ha fatto la squadra Campione 2019, che nacque, non dimentichiamolo,  dalla sconfitta di Podgorica e dall’aver perso il fattore campo nei Playoff con il Baskonia.

itoudis zele

– Il gioco è spesso strano ed irriverente. Obradovic e Messina, due che hanno sollevato il trofeo 13 volte in 27 anni, sono stati quelli più in difficoltà in stagione. Come te lo spieghi?

Non so, cosa posso dire…? Ti confermo però che due così rappresentano tutto ciò che di grande c’è nella pallacanestro, esempi di consistenza e rendimento. Conosci il mio rapporto con Zoc, che va oltre il campo, ed ho grande rispetto anche per Ettore. Non dimostri di essere un grande allenatore in una stagione, conta la carriera, gli anni ad alto livello.

itoudis obra

– Dusan Ivkovic ha detto di recente che «Itoudis è il miglior allenatore di Turkish Airlines Euroleague». Mica male, visto chi lo dice ed i colleghi che ci sono in giro…

L’ha detto veramente? Non lo sapevo… E’ un onore ed un privilegio sentirlo da lui, anche in relazione al valore degli altri allenatori. Lui è un mentore per me, lo conosco dal 1988 o ’89, è così importante nella mia vita. Gli ho parlato di recente a Belgrado, in occasione della gara con la Stella Rossa.  Non so se sia questione di migliore o solo di appartenenza ad un determinato livello, ma di certo dico che il merito va ad un club che vuole sempre migliorare ed al rapporto con Andrey Vatutin. C’è grande etica dietro le quinte di questo club.

dima andrey

Proprio Vatutin ha detto che state lavorando per il futuro e che sapete cosa cercare sul mercato. Non mi farai certo i nomi, che magari sappiamo pure, ma sbaglio se indico due profili, ovvero un guardia con capacità offensive dal palleggio e punti nelle mani  ed un centro con fisico imponente che combatta nel pitturato?

Lo hai detto tu, i nomi non li faccio, ma chi non vorrebbe due giocatori con quelle caratteristiche oggi fondamentali? Abbiamo una strategia e vogliamo muoverci presto, ben consci di quanto ridotto sia il mercato oggi.

Lo stesso Presidente ha sottolineato come la situazione economica che deriva dalla crisi mondiale causata dal coronavirus può portare a grossi cambiamenti. Il mondo di EL è a tuo parere pronto a fare sacrifici in termini finanziari sin da subito?

E’ questione fondamentale. Abbiamo parlato con allenatori e giocatori NBA, così come con tutte le componenti di Eurolega. Anche col nostro Capitano, Kyle Hines, abbiamo concordato che siamo professionisti e la nostra casa è dove lavoriamo, cioè Mosca, la Russia, oggi. Stiamo nuotando tutti in acque sconosciute, non sappiamo cosa accadrà ma non vogliamo cadere in situazioni speculative. Dobbiamo attendere, valutare, riparlarne e vedere come uscirne. Non mi piace molto l’idea di chiudere le stagioni ed assegnare titoli a chi è in testa: che valore può avere in competizioni che hanno Playoff e Final 4?

OK Dimitris, che peccato non potersi incontrare per chiacchierare di persona a Milano…

Siamo fiduciosi, lo faremo. Sarà giugno o luglio, ma voglio essere positivo.

 

 

 

 

 

 

 

 

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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