Obradovic: Alcuni miei giocatori hanno mollato dopo pochi minuti

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Siamo abituati a vedere e sentire un Zeljko Obradovic estremamente “caldo” e giustamente aggressivo, sia durante la gara che nel dopo partita, dove alcune sue conferenze stampa hanno fatto la storia del gioco, ma ciò di cui siamo stati testimoni giovedì sera, presente la nostra Deniz Aksoy, nel cuore della Ulker Arena, è qualcosa di diverso.

Dopo il tracollo interno con il Real Madrid, un  -29 ingiustificabile, il più grande Coach della storia della pallacanestro europea si è espresso in modo duro e diretto ma, soprattutto, estremamente consapevole.

Resa? Mai. Realismo? Tanto. Futuro? Punti interrogativi.

«Niente dettagli, abbiamo giocato senza concentrazione. Senza motivazione non può esserci concentrazione. Devi sapere per cosa giochi. Nell’ultimo timeout ho detto ai miei che se anche non avevano rispetto per se stessi, dovevano averlo per la gente che era lì a vederli. La nostra gente non merita di vedere una cosa simile».

«Io sarò sempre dalla parte dei miei giocatori, sono “i miei giocatori”. Molti di loro hanno dato tanto a questo club, abbiamo appena vinto un’altro titolo, la Coppa, solo tre giorni fa. Il problema è che tutto ciò è considerato normale, vincere sembra normale, ma non è così e qualcuno deve mostrare più rispetto, senza dimenticare tutto. Vincere un trofeo, giocare ad alto livello in tre competizioni non è facile, mai. Ma sia chiaro che non è una scusa riguardo questa partita, perché anche il Real gioca in tre tornei».

»All’andata, rispetto ad oggi senza Vesely, Lauvergne, Thomas e Duverioglu (meno di 3 minuiti) abbiamo vinto la battaglia a rimbalzo. Oggi loro 38 e noi 20, con 11 offensivi lasciati all’avversario. Il rimbalzo è voglia di lottare… Abbiamo preparato la gara in un modo totalmente differente da come è andata. Il giocatore su cui dovevamo fare più attenzione era Jaycee Carroll: ne ha messi 20, tirando sempre, tranquillo…».

«Abbiamo perso spesso agli ultimi possessi quest’anno, però lottando. Oggi, a pochi minuti dall’inizio, alcuni giocatori hanno mollato. Terribile vedere dalla panchina che non avevano interessa in quel che facevano e terribile essere parte di tutto ciò. Che ulteriore motivazione serviva? Per cosa stiamo giocando? Tutto già chiaro all’intervallo».

«Io non ho nessuno che mi allena, ho sempre voglia e motivazione. Credo che i miei giocatori pensino lo stesso».

«Cosa c’è di meglio di andare in palestra ed allenare una squadra di basket? Nessuno mi obbliga, nessuno mi ha puntato una pistola alla testa dicendomi di allenare, lo faccio perché mi piace, è il massimo. Spero che sia lo stesso per i miei giocatori. Non hai nessun diritto di lamentarti per allenamenti, partite, viaggi… li hanno tutti. Cosa serve di più? Cosa serve come ulteriore motivazione?».

«Sarà durissima fino alla fine della stagione. Non vedo come possiamo fare bene in questa Eurolega».

«Qualcuno può criticare queste mie parole in veste di Coach, ma sono l’ultimo a mollare. Sono l’ultimo che arriva dire qualcosa come ciò che sentite stasera. Se qualcuno pensa che io non stia facendo bene il mio lavoro, che non sono motivato,  venga a dirlo. Io so cosa sto facendo con il mio staff».

Tutto vero, tutto condivisibile, ma è normale che sorga un dubbio: capolinea dell’avventura, eccezionale e vincente, di Obradovic ad Istanbul?

Qui il video integrale della conferenza stampa.

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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