Caduta libera Olimpia: basta poco Khimki per una vittoria chiave

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Un’altra notte da incubo per l’Olimpia ed ora la situazione Playoff diventa complicatissima. Non tanto per un calendario comunque giocabile, quanto per una cifra tecnica espressa che non merita in alcun modo di essere protagonista ad aprile inoltrato.

Il Khimki, una delle peggiori squadre di Turkish Airlines Euroleague in trasferta sinora, vince con una prova decisamente normale, in cui tanto, troppo arriva dalla generosissima avversaria.

Spettacolo di livello molto modesto quello del Forum, purtroppo non una novità quando in campo ci sono i biancorossi da tre mesi a questa parte. Il 2-0 russo potrebbe avere un peso determinante nella corsa alla postseason, laddove per quell’ottavo posto (e forse anche il settimo…) è probabilissimo che ormai si possa pensare ad un record negativo sufficiente. Che sia questione di livellamento è certo, se verso il basso o verso l’alto, limitatamente a queste squadre, è tema decisamente aperto.

L’analisi, negli abituali 5 punti, di una gara tecnicamente noiosa e ben poco godibile, farcita di errori e di momenti francamente non degni di una sfida per i Playoff di Eurolega.

  • Qualità assente, impossibile vincere

Milano oggi ha il 13mo rating offensivo del torneo, a 95,8 punti segnati per 100 possessi, mentre in difesa si colloca al 10mo posto, con 98,2 punti subiti per lui 100 possessi. Non sono dati da Playoff e sono perfettamente  in linea con le prestazioni della squadra milanese negli ultimi 90 giorni. Tanto dista l’ultima vera gara di qualità dei milanesi: correva il 21 novembre e fu sconfitta con l’Efes, ma la prestazione fu eccellente, su entrambi i lati del campo. Di lì in poi sono arrivate solo alcune prove tecnicamente discrete in occasione di gare contro le big, ma come ben sappiamo, è decisamente più facile quando non hai nulla da perdere. Complimenti, pacche sulle spalle e… sconfitta. Ma con le pacche sulle spalle i Playoff non si fanno. Se perdi 12 volte su 16 non ci sono scusanti di alcun tipo, è perché giochi male. esattamente quello che succede a questa Olimpia. Le 4 W sono arrivate contro le ultime due, tiratissime e con la rimonta miracolo col Bayern, e contro Valencia e Panathinaikos: in queste due occasioni il merito è stato di far giocare male l’avversario. Troppo poco, comunque.

Qualitativamente, dal punto di vista meramente offensivo, la Milano 2018/19, seppur ben poco organizzata, offriva una cifra ben migliore, in virtù di un talento molto più esteso. Certo, poi c’è anche la difesa e lì erano anni bui.

  • Khimki ringrazia per l’omaggio

Vi sono stati diversi momenti della partita decisamente vicini all’imbarazzo. Una serie di “brutte robe” mica da ridere, con scambio di perse e di errori incomprensibili per la statura di alcuni (pochi) dei protagonisti in campo.

I russi hanno vinto perché hanno saputo capitalizzare meglio quanto ricevuto in dono e, soprattutto, sono rimasti fedeli al loro abitualmente limitato piano partita. La differenza l’ha fatta sicuramente la percentuale da tre, perché il 40,7% contro il 14,3% non perde mai, tuttavia, Shved a parte, la cui qualità delle scelte fa discutere da sempre, quelle triple sono arrivate troppo facilmente nelle mani degli uomini di Kurtinaitis, pronti a ricevere con gambe cariche, non come i meneghini, che palesano uno stato fisico decisamente deficitario. Ok, l’età, ma siamo sicuri sia solo quello?

E per quei tiri da tre, ribadiamo quanto detto nel post Venezia: se la palla non entra è meglio continuare a sparacchiare o magari cercare soluzioni dalle parte di quello che ad oggi è il tuo giocatore più in forma, ovvero Tarczewski? Che ieri ha fatto male, ma è stato dimenticato totalmente per tutta la gara.

Sul fronte russo, la crescita esponenziale di Jerebko è la speranza migliore per il futuro: non cerano dubbi, giocatore vero.

  • Ansia e negatività: perché?

Lo abbiamo capito, ce lo ha spiegato in lungo ed in largo Messina: la sua squadra entra in un vortice di negatività creato dall’ansia dell’errore e le conseguenze sono quelle che vediamo. Ok, è così, ma perché? Pare un discreto controsenso che quintetti in cui si esibiscono personaggi quali Rodriguez, Micov e Scola, con tutta l’esperienza del mondo, possano cadere vittime di situazioni come queste. Non dovrebbe essere l’esatto contrario? Non dovrebbero essere il “porto sicuro” di approdo per la squadra nei momenti difficili invece di esser tra i primi a sparire?  La “rivoluzione etica” operata in estate, quando sono stati allontanati i presunti profili non in linea, non avrebbe dovuto essere parte di questa crescita, accelerata appunto dal presenza di giocatori già ben pronti? E’ una domanda che gare come quella di ieri o come quella con l’Alba giustificano totalmente. Noi la risposta non l’abbiamo: lo staff che ne dice?

  • La difesa, passi avanti, mah…

Milano oggi difende meglio di squadra e questo lo si vede nettamente dalle rotazioni migliori e da quanto avviene lontano dalla palla. Lo stesso Rodriguez, per esempio, non certo una saracinesca di fronte a chi lo attacca in palleggio, gestisce energia e movimento molto meglio su avversari in uscita dai blocchi o comunque taglianti, in qualsiasi direzione. Lo fa perché sa leggere il gioco e può limare la percorrenza chilometrica sul parquet.

E’ squadra di “non difensori”, questo è chiaro, e se riesce a fornire una cifra globalmente superiore dietro è pieno merito di Messina e del lavoro fatto. La questione riguarda però il fatto che questa spesa di energia supplementare, sia fisica che mentale, non diventi faccia di una medaglia negativa laddove toglie lucidità in fase offensiva. Un esempio per chiarire? Ad altri livelli, ma proprio altro mondo…, l’esecuzione difensiva di Tavares, Rudy e Taylor al Real garantisce forza fresca in attacco a tutti i compagni, anche quelli più portati ad offendere che a difendere. Chi garantisce questo ai vari Rodriguez, Scola e Micov? Nessuno. E’ un problema, gravissimo.

  • Lotta Playoff: fiducia o abbandono?

La classifica, in attesa dei risultati di questa sera di Stella Rossa (in casa vs Cska) e Valencia (in casa vs Maccabi) ha definitivamente assunto le forme di una tonnara, con 7 squadre in 2 partite (tre se Valencia vincesse) per due posti al sole dei Playoff.

La fortuna, per tutte, è che nessuno dei club coinvolti sembra avere una marcia in più, anzi. Ma attenzione, perché diventa una disdetta nel momento in cui si moltiplicheranno gli sconti diretti, con un numero così alto di squadre coinvolte. E’ quasi realtà, come già accennavo, l’ipotesi di una squadra (o due?) alla postseason con record negativo. Mai successo nella nuova era: le 34 gare fanno la differenza? Probabile.

Ed allora, sia per Milano che per il Khimki, serve fiducia. Più facile a dirsi per i russi, 3/3 nelle ultime 6 ma comunque 3/7 nelle ultime 10, rispetto alla preoccupante striscia milanese. Con appunto gli uomini di Messina che ora affrontano la trasferta in casa di quello Zalgiris che ne ha vinte 7 delle ultime 10: un successo lituano rimetterebbe in corsa, sebbene ancora con diverse complicazioni, la squadra di Jasikevicius, mentre sarebbe ennesimo macigno sulle speranze Playoff meneghine. Poi l’Olimpia riceverà il Real ed andrà a Valencia, nel doppio turno del 3-5 marzo, date entro le quali il futuro sarà scritto. Serviranno due W per allontanare la sinistra, probabilissima, parola fine in calce alla stagione europea. I campioni, i giocatori esperti, quelli certamente pronti, è necessario che se ne vengano fuori ora. Il domani non c’è.

 

 

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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