Cska, Efes e l’eccellenza del gioco più bello del mondo

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«This is going to be one of the game of the season and most will be about these two guys, Mike James and Shane Larkin».

La telecronaca di Euroleague TV l’ha introdotta così e non si poteva fare diversamente.

Eurolega la rispetta con Lamonica a guidare la terna: eccellenza chiama eccellenza.

Poi, sempre nella presentazione vedi che Itoudis ha un record, in Eurolega, di 148-40, pari al 79% di W e pensi di essere su un altro pianeta.

E su un altro pianeta ha pensato di essere anche Ergin Ataman all’andata, quando ha visto uno straordinario Mike James giocare una partita surreale condita dal jumper vincente. Come può essere? A casa nostra? Di lì in poi il suo Efes non ha sbagliato più, 7 W dominanti con perle assolute quali il recente successo di Madrid che fa il paio con quello precedente a Barcellona. «Larkin è il miglior giocatore di Eurolega e noi siamo qui per vincere questa competizione». Lo ripeterà più volte Coach Ergin, con ben in testa l’appuntamento di Mosca.

Pronti, via! Canestro di James, tripla di Larkin… ma c’è subito tanto altro, quello che andiamo ad analizzare nei nostri cinque abituali punti, che celebrano una vittoria Efes a dimostrare una cosa sola: i turchi, oggi, sono i più forti. Di tutti.

  • Mike vs Shane, Shane vs Mike, poi arriva Micic

Oggi è il duello più eccitante di tutta la lega. Due talenti straordinari, così uguali e così diversi. Le difese di entrambe le squadre sono perfettamente organizzate per fermarli e ci riescono per lunghi tratti. Larkin ha qualcosa in più al tiro e nelle gambe, James è maggior creatività, che solo la pessima percentuale dei compagni non porta ad una dozzina di assist. Eravamo tutti così presi da questa sfida individuale che abbiamo finito per dimenticare che c’era un altro ragazzo che è un mix di solidità, determinazione e talento, a lungo dominante in questi due anni con l’Efes.

La vince Vasilje Micic: 19, 4/6, 2/3, 5/6 3 rimbalzi, 5 assist e 2 recuperi. Il 24 di PIR è dominio, tanto silente all’apparenza quanto efficace nel momento decisivo. L’equilibrio nelle scelte è la sua caratteristica fondamentale: legge ogni situazione al meglio, ha fisico da imporre e tecnica da regalare ai compagni. MVP, nella notte degli MVP.

A proposito di quel duello, chi ha vinto? Nei numeri magari nessuno, nella sostanza ci pare che Larkin abbia qualcosa in più, magari anche grazie a compagni che sono superiori a gli avversari.

  • Triple fondamentali e protagonisti assoluti: la qualità in un ritmo travolgente

4 triple apertissime non segnate, due di Baker, una a testa di Hackett e Bolomboy, aprono un bel divario nel primo tempo. 3/15 russo dall’arco contro il 7/12 turco fa tutta la differenza del mondo, ma poi due minuti di Mike James “alla Mike James”, rendono quel divario accettabilissimo per i padroni di casa. Nel terzo quarto è ancora più chiaro il piano di Ataman: battezzare Sant-Roos, splendido atleta a tutto campo che se avesse tiro dall’arco sarebbe MVP di questa lega. 6/27 ed 8/18: continua la grande differenza dall’arco. Per Mosca la mettono solo James e Voigtmann, con un piccolo contributo di Baker, che dovrebbe essere lì per quello. 57-58, ci si gioca tutto in 10 minuti. La tripla proprio del cubano per il 62-61 è un capolavoro di talento, movimento di palla e spaziature. Appunto. Dopo Voigtmann da un parte, dall’altra arriva Beaubois a riprovare l’allungo: quanti grandi giocatori, non sai più da che arte guardare… Poi arriva DH23, con una tripla fondamentale come ogni cosa che fa sul parquet (vedi assist di lì a poco per Bolomboy), ed è ancora pareggio, prima che Moerman riprenda il suo cammino verso l’eccellente rendimento sempre mantenuto ad Istanbul. 5′ da giocare, tutto ancora da rifare. Arrivano una tabellata di MJ ed un cross di Micic: le difese comandano. 2′ da giocare, siamo ancora lì, Efes +1. Voigtmann ne sbaglia una terribile, Beaubois prende a pallate la sirena dei 24 con qualche centesimo disponibile. Sembra che tutto giri su queste due giocate, ma arriva Nikita, dal nulla di una gara silente, ancora +1 turco. Brivido da “instant replay”: 2 o 3? Tripla! Miracolo Larkin su una competentissima difesa di Bolomboy sul cambio e sono ancora tre di vantaggio ospite con poco più di 41″ da giocare. James forza contro il difensore sbagliato, Balbay è una piovra. Singleton non la chiude, DH in lunetta. Segna il primo, prova a sbagliare il secondo, un missile che… entra (dettaglio, un po’ morbidini i ferri della Megasport, un po’ troppo). Larkin dà il +2 dalla lunetta, sbaglia il secondo di proposito, MJ da metà campo non vede nemmeno il tabellone, finisce qui. 80-82. Tutto in un fiato, avremmo voluto durasse altri 4362 minuti.

  • Il duello delle panchine

Nella terra di Karpov e di Kasparov (ok, oggi lui sarebbe azero) non va in scena un duello tra un conservatore e due rivoluzionario, ma una contesa tecnica in cui entrambi i Coach vogliono essere tutte e due le cose.

Ataman è conservatore nella semplicità del “fare un canestro più degli altri” e rivoluzionario nel volerla vincere con quella difesa che troppo poco viene riconosciuta come caratteristica straordinaria della sua squadra.

Itoudis è conservatore nella struttura della squadra ed allo stesso tempo rivoluzionario nell’avere un centro sotto i due metri che aiuta su tutto e su tutti, nonché nel non cambiare il piano partita a livello di rotazioni: i minuti di utilizzo di James nel primo tempo restano uguali a sempre, sebbene distribuiti diversamente. A volte la rivoluzione è credere nei propri principi anche nei momenti più difficili ed il dopo Podgorica dello scorso anno ne è palese dimostrazione.

  • Movimento di palla e spaziature: la classifica non mente

Due situazioni tecniche diverse, due modi di essere efficaci con sistemi che arrivano al risultato attraverso sforzi tecnici altrettanto validi.

L’Efes utilizza maggior ritmo offensivo e penetrazioni pressoché costanti per creare un vantaggio che si concretizza tra Larkin e Micic, direttamente,  oppure si trasferisce su uno “spacing” ottimo che coinvolge perfino i centri sul perimetro.

Il Cska di penetratore vero ha solo James a quel livello, perché Hackett lo è diversamente, più portato a cercare il mismatch,  e deve utilizzare un movimento costante di palla e uomini che deve necessariamente portare ad un perfetto posizionamento sul perimetro. Si tira tanto da tre (28,18 tentativi prima di questa gara, con un eccellente 40%) ma lo si fa per scelta precisa sulla base delle caratteristiche degli atleti a disposizione.

In entrambi i casi è pallacanestro eccellente a livello tecnico: buon Coach (grande…) non mente.

  • Perché ha vinto l’Efes?

Perché è più forte. Intendiamoci, quando due squadre finiscono 80-81 all’andata, chiusa sulla sirena, ed 80-82 al ritorno, chiusa con una tripla a pochi centesimi dallo scadere dei 24″, parlare di chi sia meglio diventa difficile, ma la stagione dice Efes ed anche la sensazione sulla partita dice Efes. Tenendo ben presente che nel gioco di oggi 10/37 da tre contro 12/27 non vince mai ed è un miracolo arrivare all’ultimo possesso.

Non è strano, poiché si tratta di un sistema consolidato che ha soltanto aggiunto alcuni tasselli chiave, rispetto a chi ha dovuto ricostruire quasi tutto cambiando moltissimo nella struttura. Oltre al deficit di talento, che è tanto a meno che non si pensi che Hilliard, Baker ed il pur bravo Strelnieks valgano De Colo, Rodriguez ed Higgins, cosa che potrebbe causare un TSO immediato, a questo Cska mancano due cose fondamentali rispetto allo squadrone del 2019: l’impatto di Hunter e quel “mid range” che ha fatto scuola, proprio sulle giocate di Nando, del Chacho e di Higgins, maestri assoluti. E’ già lavoro straordinario quello di Itoudis, perché competere con la squadra migliore su 80 minuti è tantissima roba, ma è chiaro che la differenza si senta.

L’Efes è la miglior squadra d’Europa oggi, senza se e senza ma. “Triplete” di una certa valenza tra Barcellona, Madrid ed ora Mosca: si può chiedere di più? Resta poi quella sensazione che abbiamo da mesi, ovvero quella di un sistema stile NBA che si adatta perfettamente a questa Turkish Airlines Euroleague. L’impressione è che la squadra di Ataman giochi più leggera pur essendo spietata, corra più degli altri stancandosi di meno, difenda nei possessi che servono di più senza sprecare energie quando non serve. In una parola, “Chapeau, Coach Ergin!”.

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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