Eurodevotion Weekly speciale infortuni: chi sta peggio in Eurolega?

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E’ assolutamente uno dei temi di maggior discussione della stagione in corso e si relaziona ad un calendario durissimo che chiama i giocatori a sforzi di profilo assoluto. La chiara tendenza europea a giocare ogni gara come se fosse questione di vita o di morte  è poi ulteriore fattore che entra in gioco.

Abbiamo analizzato la situazione delle 11 squadre ad oggi maggiormente indiziate a partecipare ai Playoff, valutando numericamente e qualitativamente il numero di giocatori assenti nelle diverse gare.

La premessa fondamentale  per il nostro giudizio è che ci sono “infortuni ed infortuni”, rispetto a qualità e profondità dei roster, e che, anche una volta rientrati, in virtù della gravità e della lunghezza dello stop, il problema è proseguito per parecchie settimane in molti casi significativi. Ed è poi opportuno aggiungere come si siano presi in considerazione solo i giocatori di impatto e realmente in rotazione, tralasciando le comparse.

  • KHIMKI,  caso unico

Se contiamo le assenze si arriva addirittura a 78 gare saltate, senza il dato di Mozgov, che da arma letale potenziale è diventato scomparso reale. Timma fuori 7 volte, Karasev 3, Zaytsev 6, Bertans e Jovic 5, Shved 2, ora Evans fermo a lungo. Poi ci sono Vialtsev e Valiev che ne hanno giocata solo 1, ma sono di peso decisamente inferiore. E’ la squadra più colpita? Numericamente sì, qualitativamente ni.

  • VALENCIA : si salvi chi può!

Sastre 15, Van Rossom 8, Tobey 7, Vives 6, Abalde 5, Loyd, Motum e San Emeterio 4,  Dubljevic e Colom 2, Labeyrie e Marinkovic 1. Grande lavoro di Jaume Ponsarnau, in un club che già da diverse stagioni vive “injurt report” ad alta frequentazione. 61 assenze è un dato pesantissimo.

  • BARCELLONA, roster infinito, come gli infortuni

60 le partite saltate dai giocatori blaugrana di maggior impatto. 21 Heurtel, 22 Pangos, 11 Claver, 3 Higgins e 2 Delaney. Ora potrebbe fermarsi Mirotic. Certo che ne hai sempre 12 di qualità altissima, ma giocare tre mesi senza playmaker non è proprio un vantaggio per Pesic.

  • MACCABI, l’ecatombe

49 !!! Ogni ruolo coinvolto, addirittura una gara senza 6 dei primi 7 della rotazione. Sfairopoulos sta facendo miracoli ed è dovuto ricorrere pesantemente al mercato, che ha tamponato in alcuni ruoli con Aaron Jackson ed ora Stoudemire, ma è chiaro che Jalen Reynolds non è certamente Tarik Black. 49 gare di assenza totale: Casspi 16, Black 11, Dibartolomeo 10,  Wolters 7, Bryant, Wilbekin ed Hunter ad 1, con ora Zoosman già a quota 2. Per molti di questi è faccenda ancora lunga (Wolters, Zoosman), se non vicino alla stagione completa.

  • EFES: chi si è accorto del massacro?

Moerman fuori 16 volte, Dunston 15 and “counting”, Sanli 6, Micic 4, Beaubois 2, Simon e Larkin 1. Qualitativamente chiunque ne sarebbe uscito a pezzi. Ora capiamo meglio cosa sta facendo Ergin Ataman, che ha rinunciato ben 45 volte ad alcuni dei suoi migliori giocatori.

  • BASKONIA e la maledizione dei playmaker

Granger 22, Vildoza 6 ed ora Henry, solo 1 ma reduce da operazione: la squadra è praticamente senza fosforo. E si tratta di problemi che si protrarranno molto a lungo, ivi compresa la stagione ormai persa di Granger. In più si è fermato Garino, fuori da 12 gare e che rivedremo l’anno prossimo. Mettiamoci pure le 2 gare saltate da Stauskas e quella saltata da Diop e vediamo che il totale di 45 in realtà ha un’incidenza tecnica e qualitativa che forse solo Maccabi e Cska stanno vivendo.

  • CSKA colpito duro da Clyburn, poi…

40 in fondo non sarebbero neanche un numero clamoroso, non fosse per la qualità. Ha perso immediatamente Clyburn (solo 4 presenze, in realtà 3 ed una manciata di minuti), l’MVP delle F4 2019, potenzialmente MVP di stagione, visti i rinnovamenti: che squadra sarebbe stata con Will presente 18 volte in più? Poi Koufos, fantasma anche quando gioca ma fuori 10 volte, Strelnieks 6 (roba ancora lunga), Hackett 4 e Vorontsevich 2, con quest’ultimo out a tempo indeterminato.

  • REAL, 40 assenze ma il roster illimitato ha parato il colpo alla grande

8 volte fuori Llull, 5 Carroll e Randolph, 2 Rudy e Deck, 1 Causeur. Con le 17 di Reyes, però attualmente un poco ai margini, si arriva a 40, dato importante ma che diventa molto meno decisivo in virtù di un roster che non ha eguali come completezza.  

  • FENERBAHCE, quando i numeri mentono

«Ci sono bugie, grandi bugìe e statistiche». Il vecchio detto a stelle e strisce ci aiuta a  comprendere la situazione del Fenerbahçe. Numericamente solo 34 assenze, ma la realtà è ben diversa. 10 quelle di Vesely, fermo però da marzo e veramente presente da due gare. 4 quelle di Lauvergne, fermo da febbraio ed in campo per onor di firma almeno sino a prima di Natale. 7 quelle di Duverioglu, 6 di Westermann, 4 di De Colo, 2 di Kalinic (anch’egli alle prese con guai lunghi) ed 1 per Sloukas (idem come sopra). Aggiungeteci Gigione, che è sempre stato disponibile semplicemente perché un uomo di un’altra categoria che per la squadra, questa come la Nazionale, si espone a critiche e brutte figure perché ha un cuore che fa provincia giocando quando chiunque starebbe fermo, ed ecco che il dato turco si chiarisce meglio.

  • OLIMPIA, assenze più qualitative che quantitative

33 il totale: 9 Nedovic,  Gudaitis a 7 come Brooks, 4 per Moraschini e Della Valle e 2 Micov. Come per il Fener, sebbene per ragioni diverse, è ovviamente situazione da valutare con un esempio semplice: se l’assenza di Llull a Madrid viene coperta da un Laprovittola, quella di Nedovic a Milano è rimasta scoperta a lungo per assenza di sostituti all’altezza. Poi Gudaitis: vero che ne ha saltate solo 7, ma è altrettanto da tener in considerazione il rientro dopo 9 mesi di inattività che richiede tempo. In sostanza le assenze non sarebbero nulla di drammatico rispetto agli altri, anzi, ma il roster poco qualitativo le ha rese più difficilmente gestibili. Le uscite, dopo mesi impalpabili, di Mack e White hanno fatto il resto.

  • Panathinaikos, quando è doveroso toccare ferro

Pochi guai, un totale di 18 assenze gestibilissime, praticamente poi sono solo 3: 1 a testa per Wiley, Fredette e Papagiannis,  con 15 per Pappas, meno determinante.

 

CONCLUSIONI E COMMENTO

Il problema degli infortuni è cosa che riguarda tutti, ovviamente in maniera più o meno impattante, ma che ha assunto dimensioni eccessive in questa stagione.

Dal nostro lavoro numerico/qualitativo appare chiaro come un Pana, appunto  numericamente, ed un Real, per questioni di ampiezza e qualità di rotazioni, siano le due squadre che hanno avuto meno disagio da questa situazione, mentre un Olimpia, colpita non eccessivamente, subisca maggiormente poiché con pochi atleti veramente da Eurolega.

Del tutto inutile stilare una classifica su chi abbia sofferto, o soffrirà, visti i tempi previsti per certi rientri, di più.

Interessante provare a comprenderne le ragioni. Ci vorrebbero ore di discussione ed allora ci limitiamo ad una semplice considerazione. Ok il calendario massacrante ed ancora più importante le condizioni in cui viaggiano le squadre (ci crederete o no, anche club di F4 hanno recentemente utilizzato le “low cost”), ma proponiamo una riflessione di questo tipo: quando i coach si adatteranno definitivamente gestendo le rotazioni più scientificamente, in stile NBA, senza procedere ai cambi “punitivi” che rendono meno regolare e programmabile l’utilizzo degli atleti?

Torneremo sul tema, è obbligatorio farlo.

 

 

 

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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