La notte dei verdetti sorride al Barça: la strada del Fenerbahçe resta in salita

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Ad inizio stagione poteva essere considerata una delle più grandi partite possibili in Turkish Airlines Euroleague, probabilmente quella che avrebbe potuto assegnare la leadership assoluta, o giù di lì.

Oggi Fenerbahçe vs Barcellona è forse ancor più importante poiché in grado di emettere verdetti che, se a questo punto della stagione non possono dirsi definitivi, assumono però una valenza fondamentale per due squadre che oggi sono lontane da dove volevano trovarsi. Per ragioni ed in forme differenti.

Il Fener è sceso in campo consapevole che una W, la prima contro una squadra che conta veramente, avrebbe voluto dire consapevolezza di rinascita e perfetto indirizzo sulla via del ritorno agli splendori recenti. I tre successi consecutivi sarebbero diventati poker di prestigio ed efficacia in termini di classifica, ad una settimana una sfida in cui mettere Milano nel mirino.

Il Barça, in netta crisi, sia tecnica che i risultati, aveva assolutamente bisogno di una prova convincente che mettesse a tacere voci e polemiche che non si possono nascondere come polvere sotto il tappeto delle parole di circostanza.

Il verdetto è stato chiaro: Barça vincente e superiore, in virtù di una difesa che ha inciso sulla gara in modo decisivo per almeno 30′.

I nostri 5 punti, per una gara che obiettivamente ne richiederebbe molti di più.

  • Difesa Barça: dominio

Notevole, veramente.Nulla di differente si può dire di una difesa che ha dominato la gara, dimostrandosi arma di cui nessun altro, in questa lega, può disporre. C’è atletismo, tecnica, organizzazione e forza di imposizione. Le scelte avversarie diventano una passiva conseguenza di quel che i blaugrana concedono, ovvero pochissimo. La gara non si spezza definitivamente subito solo per diversi miracoli turchi e per una reazione d’orgoglio degli uomini di Obradovic.

E’ parso però chiarissimo che per tutta la gara, anche durante il secondo quarto favorevole ai padroni di casa, il bastone del comando fosse saldamente in mano agli ospiti. Ben diversa la qualità dell’attacco, ancora balbettante per lunghi tratti e che, spesso, dimentica di avere un certo Mirotic, sebbene la prova difensiva di Kalinic, eccellente, abbia contribuito in questo senso.

  • Il fattore Vesely

Si dice il peccato, ma non il peccatore… Voci dal cuore della Ulker Arena, spogliatoio del Fener: «Si parla di tante cose, ma sai qual è stato il vero problema in questi mesi, quello assolutamente decisivo? L’assenza di Vesely, il giocatore che sposta di più in Eurolega, quello che fa cambiare totalmente una squadra, soprattutto nel suo atteggiamento difensivo. Sai quante cose puoi fare in più se hai Jan che ti copre le spalle? Se rientra lui, in buono stato di forma, vedrai che le cose cambiano improvvisamente».

Eccolo, il fattore Vesely. Che non può ovviamente essere al 100% e questo gli crea il grande nervosismo iniziale, che stupisce negativamente solo chi non abbia misura della sofferenza estiva dell’uomo prima che del giocatore. Vesely ha giocato una grande partita? No. E’ stato determinante? Sì. +16 di plus/minus in 17’13” dicono tutto e soprattutto alcune giocate, principalmente difensive, tra oscuramenti di vallate ed uscite aggressive sul pick and roll, hanno cambiato una gara che altrimenti si sarebbe chiusa in 20-25′. Il miglior rating offensivo dei suoi (113,5), quello difensivo (74,3) secondo solo ai 6 minuti di Bobby Dixon. In entrambi i casi siamo sui 20 punti migliorativi rispetto al valore di squadra.

Il Fenerbahçe che rincorre i Playoff passa da qui

  • Brandon Davies, l’arma perfetta anti “small ball”

Impatto devastante quello del centro visto in passato anche a Varese. I numeri contano, perché 12+6 con 4 assist e 3 recuperi, 22 di PIR ed 8 falli subiti sono tanta roba, tuttavia è il modo in cui l’atleta ha inciso sulla gara ciò che fa la differenza. Il Fener da “small ball” quello che schiera Derrick Williams da 5 atipico, quello che ha vinto le ultime tre di Eurolega, è stato spazzato via dal centro dei catalani. Questo perché, nonostante il ruolo, il giocatore sa stare benissimo coi piccoli ed ha una mobilità ed alcune soluzioni che sono in grado di pareggiare le gambe di qualunque avversario. MVP.

  • Vittorie che pesano:  il Fenerbahçe non è più “clutch”?

Considerando le prime 10 squadre della classifica attuale, prima che si completi il Round 20, il Fenerbahçe ha vinto solo una gara casalinga con il Khimki, decimo appunto. Tutto il resto è solo sconfitte con Real, Stella Rossa, Milano, Maccabi, Cska, Barcellona (2), Efes, Panathinaikos e Valencia.

Dovendo nelle restanti 14 gare affrontare ancora 9 volte queste squadre, è chiaro che quel 9-5 che serve di qui alla fine per provare a raggiungere almeno l’ottavo posto passa da una crescita di rendimento contro le migliori. Ciò che è emerso da quelle sconfitte, poi, è la netta differenza, che solo ieri è parsa più limitata insieme al primo episodio stagionale a Madrid. Le altre sconfitte sono state spesso asfaltate, persino contro chi non è tra i top team, come l’Olimpia e la Stella Rossa.

Non ci sono solo le giocate “clutch”, ci sono le gare che sono così. Il Fenerbahçe è sempre stato famoso per saper offrire lo sforzo migliore proprio in occasione della sfide di più alto livello: se non ci si riavvicina a quel rendimento, la faccenda si complica ulteriormente.

  • Le parole dei Coach, tra semplicità e messaggi

Pesic l’ha fatta facile: «Venivamo dall’esperienza di 17 palle perse a tel Aviv, le stesse del Fener stasera, e così è dura vincere. Abbiamo controllato la gara e quelle palle perse quasi sempre, tranne gli ultimi minuti, forse perché eravamo stanchi. Abbiamo deciso nell’intervallo di non parlare più con gli arbitri riguardo le chiamate. Vincere in trasferta è sempre importante».

Di Obradovic e dei messaggi, poco subliminali, sull’arbitraggio vi abbiamo detto tutto ieri sera . Resta la soddisfazione del Coach per la prova dei suoi e per una situazione che è molto migliore di quella di un mese fa. Ovvio che ci sia del nervosismo, perché la partita di ieri poteva dare una dimensione ben diversa e far virtualmente riagganciare il treno playoff. Ma quando sei così indietro devi soltanto andare avanti gara per gara, consapevole che serviranno almeno un paio di serie di successi per tornare lassù. Obradovic lo sa e tutto ciò che ha detto in sala stampa è un messaggio per tutti. Nessuno escluso.

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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