La difesa sul pick and roll nelle statistiche di Euroleague

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«Cosa fai contro il pick and roll?»

Domanda scontata, classica ed ormai quasi nauseante quando si parla di un allenatore. Oltretutto assai limitativa, poiché è vero che si deve avere un’idea chiara, ma lo è altrettanto il fatto di dover studiare adattamenti e scelte in base c chi si deve affrontare. Per essere chiari con un esempio, Calathes e Sloukas sono due straordinari interpreti di quell’attacco, tuttavia impongono scelte ben diverse in fase difensiva e quanto può funzionare con l’uno può essere bagno di sangue con l’altro.

Amato, odiato, usato ed abusato: il “pick and roll” è il movimento che caratterizza la maggior parte degli attacchi di Eurolega e della pallacanestro moderna. Di conseguenza, costringe le difese a fare scelte che incidono moltissimo sul risultato.

Ci sono diversi modi di affrontare il p&r ed oggi pare che quello con il maggior successo (Obradovic docet) sia il classico cambiare (switching), anche in questo caso con determinati, importanti distinguo in base alle caratteristiche del portatore di palla e del bloccante.

Da http://www.euroleague.net un report statistico molto interessante dopo il Round 17.

Di tutto quanto si può leggere scegliamo soltanto alcuni dati che ci paiono più ricchi di spunti di interesse.

Il 42% dei possessi offensivi è legato, direttamente od indirettamente, al pick and roll.

0,97 punti per possesso è l’efficienza di ciò che ne deriva, di poco superiore a quello 0,96 che rappresenta la resa della globalità degli attacchi a metà campo.

Le quattro squadre che concedono meno punti dal p&r, diretto od indiretto, sono il Fenerbahçe (24,1), il Maccabi e la Stella Rossa (26,3) ed infine il Khimki (26,6). Il Panathinaikos, nella vincente trasferta di Kaliningrad contro il Cska, ha concesso 55 punti in quella situazione. All’apparenza un disastro, vicino a record negativi moderni, tuttavia neutralizzato dall’aver messo i tiri che contavano nel momento chiave, differentemente dagli errori russi.

Naturalmente queste situazioni meritano alcune considerazioni importanti.

Chi difende meglio sul p&r ha la miglior difesa? No, assolutamente, sebbene sia una buona base di partenza. L’esempio del Fenerbahçe, attualmente quarto per il minor numero di punti concessi in quell’azione da quando la Turkish Airlines Euroleague ha questo formato (notevole se si pensa a quanto sia cresciuto l’utilizzo di questo movimento), è chiarissimo. Molto aggressivi sul portatore di palla, i turchi cambiano sempre ed infatti concedono poco al palleggiatore stesso, tuttavia poi si squagliano in altre situazioni quali quelle di rimbalzo d’attacco, dove con 11,24 carambole concesse a gara sono la quarta peggior formazione. E gli 11,65 (seconda peggiore) del Khimki sono un altro dato che fa riflettere, se è vero che i russi sono la quarta migliore per punti concessi dal p&r, come sopra evidenziato.

Il Maccabi, altro esempio, è squadra, come tutte quelle di Sfairopoulos, che presta altissima attenzione alle rotazioni, senza concentrare la difesa sul solo movimento di blocco iniziale. Riguardo a questo dettaglio resta di fondamentale rilevanza il tempo di esecuzione dell’attacco: molti dei movimenti che non portano a nulla o addirittura causano un fallo in attacco del bloccante, sono erroneamente attribuiti a chi quel fallo lo commette od a chi non genera quel pick di successo, quando invece la maggior parte delle responsabilità sono dovute a cattivi tempi di partenza del palleggiatore.

Ci aiutano a capire realmente cosa voglia dire difendere al meglio i valori di Defensive Rating, ovvero di punti consessi per 100 possessi. Il Maccabi è la migliore della lega ad 89,4, la Stella Rossa è seconda a 92,1, il Fenerbahçe è 13mo a 100,8 ed il Khimki è 17mo a 103,4. Quindi l’equazione miglior difesa sul pick and roll uguale  a miglior difesa globale vale sino ad un certo punto.

Andando oltre, sono clamorosi infine i numeri di Spanoulis che è passato da un 45% dei punti generati dal p&r nel 2010/11, sua prima stagione in maglia Olympiacos, al 71% attuale.

Difficile uscire dal dibattito sull’uso od abuso di questa situazione di gioco, tuttavia pare assai chiaro come non si possa vivere di solo quello e, soprattutto, come vi siano tanti, troppi giocatori che, abituati a questo singolo attacco orami da anni, fanno una fatica tremenda quando gli vengono richiesti altri fondamentali offensivi e letture in sistemi di gioco più completi e complessi. Le difficoltà di Milano con Messina e dell’attuale Zalgiris con Jasikevicius non sono un caso.

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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